Antropoidi e nuovo umanesimo

 

DI SERGIO CAVALIERE

 

Le straordinarie manipolazioni del DNA cui stiamo assistendo negli ultimi anni, abbinate all’uso prorompente dell’intelligenza artificiale, disegnano un futuro della specie umana sempre più rischioso, gettando nello sgomento non solo l’opinione pubblica, ma anche buona parte degli addetti ai lavori, specie dopo lo shock pandemico che tre anni fa ha travolto l’intero pianeta. Facciamo il punto, per step, su ciò che sta avvenendo, con uno sguardo ad un futuro non troppo lontano.

 

IL TRANSUMANESIMO CONTEMPORANEO

Si crede comunemente che il transumanesimo contemporaneo sia soltanto una collezione di stranezze di eccentrici miliardari libertari con il pallino dell’immortalità, invece può essere considerato come una visione che sostiene il dibattito sul domani. Massimo profeta e divulgatore di questa visione è lo storico israeliano Yuval Noah Harari, secondo il quale non c’è motivo di pensare che sapiens sia l’ultima fase dell’evoluzione. Del resto, sostiene Harari, l’umanità sta acquisendo in fretta qualità che abbiamo storicamente attribuito al divino.

 

L’EDITING GENETICO

Una modalità in rapida espansione di modificare il codice genetico umano è il cosiddetto CRISPR/Cas9 (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats). Si tratta di brevi ripetizioni palindrome di geni, raggruppate e separate a intervalli regolari. Questa è una tecnologia di editing genetico che coinvolge due componenti essenziali: un RNA guida per abbinare un gene bersaglio desiderato e Cas9 (proteina 9 associata a CRISPR), un’endonucleasi che provoca una rottura del DNA a doppio filamento, consentendo modifiche al genoma.

In ambito medico, le implicazioni etiche nell’uso di CRISPR hanno prevalentemente a che vedere con la possibilità di creare modificazioni permanenti ed ereditabili dal genoma umano. Una cosa è veicolare CRISPR per inattivare i geni mutati in un tumore, un’altra è veicolarlo in un embrione umano per correggere un difetto innato.

He Jiankui

Eppure, la seconda applicazione è già tra noi: sono le bimbe cinesi in cui è stato inattivato un gene che li rende suscettibili all’infezione da HIV. I loro embrioni sono stati ingegnerizzati da He Jiankui in un istituto di Shenzen, tramite fertilizzazione in vitro, per essere protetti dalle conseguenze di avere un padre HIV-positivo. I contorni di questa vicenda ad oggi non sono chiari, ma dettagli preoccupanti continuano ad emergere. He Jiankui è stato condannato a 3 anni di prigione per avere nascosto ai pazienti molto di quanto aveva intenzione di fare.

Nonostante gli aspetti bioetici, è però chiaro a tutti quelli che si occupano di terapia genica che la promessa di liberarci di molte malattie, in particolare quelle congenite, debba passare dalla capacità di modificare il genoma. Il visionario George Church arriva ad affermare che dovremmo riscrivere il nostro genoma per renderci inattaccabili da altri organismi come i virus. E’ lo “human recoding”, che promette un mondo senza malattie.

 

L’avvento di nuove tecnologie di editing del genoma, come CRISPR/CasX, ha aperto nuove dimensioni su cosa e come sono possibili gli interventi genetici nel nostro mondo. L’EGE (European Group on Ethics European Commission) raccomanda di affrontare le profonde questioni etiche analizzando vari campi di applicazione, dalla salute umana alla sperimentazione animale, dall’allevamento del bestiame alla varietà delle colture e alle spinte genetiche.

In particolare, le principali raccomandazioni dell’EGE sono le seguenti.

Promuovere una deliberazione sociale ampia e inclusiva sull’editing del genoma in tutti i campi di applicazione e di portata globale. Il dibattito pubblico dovrebbe affrontare il modo in cui l’editing del genoma è percepito e valutato dai cittadini, quali opinioni, speranze e paure hanno, in tutti i campi di applicazione, e se la modifica del genoma germinale è considerata necessaria e/o accettabile, o lo sarebbe in quali condizioni.

 

Sviluppare linee guida internazionali e rafforzare nazionali, regionali e strumenti di governance globale. L’EGE raccomanda che la Commissione Europea, insieme a organismi internazionali appropriati che stanno già lavorando in questo settore (in particolare l’OMS), sviluppino standard e linee guida per l’uso etico e sicuro dell’editing del genoma in tutte le aree di applicazione.

 

Due nuovi rapporti dell’OMS pubblicati il 12/7/2021 forniscono le prime raccomandazioni globali per aiutare a stabilire l’editing del genoma umano come strumento per la salute pubblica, con particolare attenzione alla sicurezza, all’efficacia e all’etica. I nuovi rapporti sono il risultato della prima ampia consultazione globale sull’editing del genoma umano somatico, germinale ed ereditabile. La consultazione, durata oltre due anni, ha coinvolto centinaia di partecipanti in rappresentanza di diverse prospettive da tutto il mondo, inclusi scienziati e ricercatori, gruppi di pazienti, leader religiosi e popolazioni indigene.

 

L’editing del genoma umano, infatti, ha  in sé il potenziale per migliorare la nostra capacità di curare le malattie, ma esistono alcuni rischi, ad esempio con la modifica della linea germinale e del genoma umano ereditabile, che alterano il genoma degli embrioni umani e potrebbero essere trasmessi alle generazioni successive, modificando i tratti dei discendenti.

 

L’ANTROPOCENE PROSSIMO VENTURO

Una teoria che si va diffondendo, denominata Antropocene Bio-Evolutivo, ipotizza che gli organismi guidati dall’uomo direttamente o indirettamente, comprese le specie aliene, gli ibridi e gli organismi geneticamente modificati, avranno ruoli importanti nell’evoluzione della vita sulla Terra, spostando i percorsi evolutivi di tutti gli organismi attraverso nuove interazioni biologiche in tutti gli habitat.

 

L’ipotesi dell’Antropocene Bio-Evolutivo prevede quindi che l’umanità e i nuovi organismi interagiranno all’interno di un forte pregiudizio evolutivo che porterà a risultati inaspettati, e probabilmente irreversibili, per l’evoluzione della vita sul nostro pianeta.

Ma, prima ancora di questi scenari – oltre al pericolo di una nuova popolarità della eugenetica, con il proliferare di nuove speciazioni umane – il rischio reale sarebbe che un simile procedimento dovrebbe necessariamente andare avanti per prove ed errori.

Ci avverte infatti Edoardo Boncinelli che non sarebbe nemmeno possibile istituire un’autorità pubblica in grado si stabilire quali sono le speciazioni vietate, perché la variabilità genetica non può essere prevista, anche sotto l’aspetto evoluzionistico. Ciò sarebbe possibile solo dopo aver fatto l’esperienza, cioè solo dopo aver verificato se siano intervenute differenti speciazioni fertili e incrociabili. Insomma, le chimere e i mutanti che sono già prodotti in laboratorio, potrebbero circolare per strada, se vitali.

 

Anche lasciando da parte il versante specificamente bioetico, come si presenterebbe il possibile scenario futuro? Non si può non avvertire un’inquietudine terrorizzante, insopprimibile e atavica, nell’immaginarselo. Una guerra tremenda di tutti contro tutti? Perché la ripro-genetica non consentirebbe solo di variare il colore degli occhi o l’altezza, ma anche le prestazioni, come la forza o la resistenza fisica. Non l’intelligenza, forse, perché non è individuabile in uno o pochi geni.

 

E’ urgente l’elaborazione di una nuova mappa etica che tenga conto di quel che abbiamo finora scoperto sulla vita, sul funzionamento psicofisico dell’uomo e sul fatto che le idee sulla natura sono artefatti culturali dai confini mobili.

 

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