Un’altra Psichiatria è possibile – Da Giffoni allo SponzFest

Uno straordinario successo. E’ quello che i giovani del Giffoni Film Festival hanno tributato quest’anno all’intervento dello psichiatra Giulio Corrivetti, che lo scorso 27 luglio ha parlato su temi come la depressione e i disturbi alimentari. Argomento, quest’ultimo, al centro anche di un corto dal titolo “Con ogni singolo arto”, proiettato al Giffoner e realizzato insieme ai giovani della Residenza “Mariconda” per la cura dei disturbi alimentari, facente capo alla ASL di Salerno.

Giulio Corrivetti al Giffoni Film Festival 2023. In apertura la neuropsichiatra Giuseppina Salomone con le archiviste allo SponzFest di Calitri lo scorso 24 agosto

Il dottor Corrivetti, come ben sanno i lettori della Voce, non è solo direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL di Salerno, ma anche fra i principali animatori della Fondazione CeRPS di Nocera Inferiore, eccellente presidio della memoria e della trasmissione alle nuove generazioni del sapere in psichiatria ma, soprattutto, di quella veduta lungimirante sulla cura della salute mentale che diede vita alla Legge 180, grazie a medici visionari come Franco Basaglia e Sergio Piro. Una legge rimasta purtroppo, in molte parti, tuttora inattuata.

«È importante per me essere qui – ha detto Corrivetti parlando dal palco del Giffoni Film Festival 2023 – perché l’atmosfera con cui abbiamo deciso di creare un cortometraggio ci dava l’occasione di parlare tutti insieme. Sono ceto che questo incontro servirà molto a noi operatori». Ha spiegato inoltre come era nata l’idea del corto: «Parliamo dei disturbi alimentari, un problema che sta invadendo l’attenzione nostra e i luoghi di cura. Un problema vero». «Ma dopo vent’anni siamo riusciti ad aprire una struttura del genere», ha aggiunto, riferendosi proprio alla residenza di Mariconda.

 

Grande replica un paio di giorni fa allo Sponz Fest, di Calitri, quando la neuropsichiatra Giuseppina Salomone, presidente della Fondazione e responsabile amorevole degli autentici tesori librari custoditi nella Biblioteca dell’ex Ospedale Psichiatrico di Nocera, è intervenuta insieme alle giovani archiviste che lavorano con lei per spiegare come sia stata – e come sia tuttora possibile, oltre che necessaria – una Psichiatria “altra”, quella delineata da Basaglia e Piro. «Due grandi – ha detto la Salomone a Calitri – che hanno creduto nell’immaginifico, in un sogno. E noi dobbiamo portarlo avanti, ma non come sogno, bensì come un indispensabile recupero di civiltà». Quel sogno per cui ancora oggi di battono psichiatri come Corrivetti, la Salomone, Walter Di Munzio, altro pilastro della Fondazione CeRPS nonché allievo prediletto di Piro. «Dobbiamo lavorare affinché nella nostra società – ha incalzato la neuropsichiatra – se vuole essere effettivamente civile, i pazienti siano sempre curati, non deportati o reclusi perché, banalmente, danno “fastidio”».

Altro momento emozionante è stato l’intervento, strutturato in forma di pièce teatrale, delle archiviste Carlotta Carpentieri, Francesca Donato, Benedetta Pittore e Carmela D’Orlando. Le giovani studiose, che da tempo lavorano agli archivi della Fondazione CeRPS sotto l’attenta guida della dottoressa Salomone, hanno letto estratti delle assemblee della comunità terapeutica organizzata da Sergio Piro a Materdomini ed alcune pagine del Libro Bianco, un documento shock redatto dagli infermieri e dai medici sulle gravi condizioni in cui versava la struttura dopo la cacciata di Piro.

«Il nostro quotidiano lavoro di recupero degli archivi – ha concluso la dottoressa Salomone – deve darci la forza di contribuire fattivamente all’attuazione vera, concreta, della Legge Basaglia».

Sarebbe questa la più grande eredità da lasciare ai nostri giovani.

 

 

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