NAPOLI / LA DINASTY DEI CESARO A PROCESSO IL 13 DICEMBRE

Natale amaro per la famiglia Cesaro, capeggiata dal ras della dinasty Luigi Cesaro, per anni presidente della Provincia di Napoli e portabandiera berlusconiano in Campania.

Il 13 dicembre, infatti, al tribunale Nord di Napoli comincia il processo per “corruzione elettorale” in merito alle regionali del 2015, nelle quali a recitare la parte del leone fu il figlio Armando. Un vero tornado elettorale quello di Cesaro junior, capace di rastrellare ben 27 mila voti.

Tra gli imputati eccellenti anche una potente consigliera regionale di Forza Italia, Flora Beneduce, che ricopre addirittura incarichi apicali in un ospedale sorrentino ed è la consorte di uno dei più potenti Dc all’epoca di Antonio Gava e Ciro Cirillo, ossia Armando De Rosa.

Flora Beneduce

Così racconta Repubblica Napoli: “Le indagini dei carabinieri del Ros diretti da Gianluca Piasentin, coordinate dal pm Simone Da Roxas, con il procuratore Franco Greco, hanno preso in esame tredici episodi di presunta compravendita di voti. Dieci riguardano sia Luigi che Armando Cesaro, due la consigliera Beneduce”.

A processo altri due fratelli, per una vicenda che riguarda l’affare di un PIP a Marano (Piano industriale produttivo), ossia Cesaro, Aniello e Raffaele. Le due vicende, a un certo punto, si intersecano, tanto per il processo si tiene lo stesso giorno, 13 dicembre.

Così riportano gli inquirenti: “Se Armando va alla Regione… come ci va alla Regione… io posso spingere anche per altre situazioni… pure per sistemare tutte le cose…”. Sono le parole di un altro degli imputati (13 in tutto), Armando Di Guida, ‘imprenditore’ di Marano, nell’hinterland nord di Napoli, ex feudo del clan Nuvoletta, ora nella mani dei Polverino.

Di Guida era il factotum, autista e anche prestanome dei Cesaro, tanto che a lui risultano intestate diverse azioni del gigantesco complesso residenziale (era abitativo) nella zona dei Colli Aminei a Napoli, l’ex Clinica dei Genarei, un tempo una delle più gettonate.

I pm hanno raccolto una montagna di materiale probatorio, che ad esempio va dalla commessa pubblica di un’area di sviluppo industriale del Casertano del valore di circa 10 milioni di euro, con un utile calcolabile in un paio di milioni; fino ad interessamenti per assunzioni di amici e parenti, dalle Poste fino a strutture sanitarie prestigiose di Milano.

Continua Repubblica: “Alla consigliera Beneduce viene contestato di aver consegnato 2 milioni di euro attraverso un nipote in cambio dell’assicurazione di almeno 3000 preferenze”.

E’ proprio vero. La vecchia balena bianca nuota a pieno regime, la Dc (o meglio ‘O Sistema) dello scudocrociato non è mai andato in pensione.

 

Nella foto Luigi Cesaro con il figlio Armando

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