Sembra che l’abbia spuntata il nuovo ammiraglio scelto dal comico genovese per pilotare la nave strapiena di naufraghi pentastellati che beccheggia nel mare del populismo. Il duello dialettico con il Renzi Matteo si svolgerà in casa Cairo, imprenditore di giornali, giornaletti, riviste di gossip e imitazioni della Settimana enigmistica, padre padrone del Torino Calcio e di La7. Facile intuire a chi somiglia. Manca solo che “scenda in campo” come il predecessore di Arcore. Gongola Cairo, non meno Mentana, suo uomo della comunicazione, brinda Floris che dovrebbe moderare la sfida. Si lamenta la Rai, come d’abitudine intempestiva, coinvolge Fico, presidente della commissione di vigilanza e la lagnanza è frutto di finta ingenuità. La scelta di La7 è del candidato premier a 5Stelle, perché dovrebbe contraddirla Fico, non meno pentastellato, Ha ragione Milena Gabanelli se con i vertici di Viale Mazzini usa la ghigliottina: “Incompetenti in RAI fanno danni”.
Sogno o son desto è il serial televisivo di Massimo Ranieri, ma è cogitazione di ben più alto pensatore, qual è Cartesio. La frase apparentemente semplice deve essere balenata nella mente di Clare Wainwright, avvocatessa australiana. Un “bel” mattino ha dato un’occhiata al conto corrente on line e prima di tornare alla normalità con l’aiuto di sali annusati in quantità acconcia, ha quasi perso i sensi. Il saldo era inequivocabile e il totale le affibbiava 24 milioni e mezzo di dollari in più, cifra a lei del tutto estranea. Anche i più dotati di specchiata onestà, appresa la notizia sarebbero andati su e giù sulla bilancia del “che faccio, me li tengo” o “non ne tocco neppure uno e indago sul mistero di questa pioggia sulla mia testa”. La Wainwright si è detta: “Insegno alla gente che deve rispettare la legge, io per prima devo obbedire a questo principio”.
Coprano il viso, rosso di vergogna, tutti quelli che hanno mentalmente cambiato il nome dell’avvocatessa da Clare in “tapina, stolta, pusillanime”.
Il back ground dell’episodio è un divertente groviglio: giorni addietro la candida avvocatessa riceve dalla sua banca l’ingiunzione a pagare oltre 28 milioni di dollari a copertura della rata di un mutuo. Ben desta, la destinataria di questa stratosferica somma, da versare in pochi giorni, ha contestato l’out out e ricordato alla banca l’onere minimo della rata per il suo e cioè 2.800 dollari. Nel frattempo l’istituto di credito ha fatto un po’ di conti e trovato l’errore si è affrettata a rimettere le cose a posto. Solo che ha raddoppiato l’errore e versato alla Wainwright 16 milioni, cifra mai posseduta dalla sempre più sbalordita australiana. Non è noto il nome dell’istituto bancario in questione. Reso pubblico, avrebbe certamente triplicato in fretta il numero di clienti aspiranti a questo “Sogno o son desto”.
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