SMA Campania, la società in house della Regione che si occupa di ambiente, nella bufera. Un’inchiesta avviata dalla procura di Napoli su una pista di peculato che coinvolge alcuni dipendenti per centinaia di migliaia di euro, infatti, si sta allargando a macchia d’olio e rischia di travolgere la stessa SMA.
Al lavoro il pm Sergio Amato, che fa parte della sezione reati contro la pubblica amministrazione, coordinato dall’aggiunto Alfonso D’Avino.
Sotto i riflettori degli inquirenti c’è uno scritto anonimo pervenuto in procura e che ne racconta di cotte e di crude su quanto succede in casa SMA.
Si parla di tangenti sugli appalti e sulle forniture; di dipendenti pagati dalla SMA ma in realtà al servizio di svariati politici locali; per passare all’utilizzo privato di auto e veicoli della società pubblica; e per finire con la vicenda dei permessi facili concessi ad alcuni dipendenti per allontanarsi dal posto di lavoro e andare a trovare, per un colloquio, amici o parenti in carcere.
Insomma, di tutto e di più.
Uno strano destino quello che ha contrassegnato la vita delle sigle pubbliche che si occupano di ambiente in Campania. Di tutti i colori ne ha combinate infatti l’Arpac, l’agenzia regionale per l’ambiente, uno storico feudo mastelliano. A cosa è mai servito, quel carrozzone, quando la Campania è stata letteralmente massacrata nel corso degli anni, sotto il profilo ambientale, dalle discariche killer ai roghi tossici fino alle bonifiche taroccate?
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