GIALLI CROSETTO & ANASTASIO / OPPOSIZIONE, SE CI SEI BATTI UN COLPO!

Ormai il governo Meloni è alla frutta e colleziona quotidianamente figuracce nazionali e internazionali che hanno dell’incredibile. Dalla tragedia di Cutro in poi una vera e propria escalation.

Proprio a Cutro la prima falla clamorosa. Il premier Giorgia Meloni non si degna neanche di un saluto ai corpi delle vittime e se ne fotte dello strazio dei familiari e dei sopravvissuti: si presenta il solo capo dello Stato, Sergio Mattarella, per mettere una pezza a colori.

 

AUTOGOL A RAFFICA    

Pochi giorni dopo incontra il premier israeliano Benjamin  Netanyahu, che proprio ora è attaccato in tutto il suo paese per i decreti ammazza-giustizia che sta varando (super ad personam, visto che è sotto inchiesta per corruzione). Come se non bastasse, in queste ora fa il bis il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che vola a Tel Aviv non si sa bene a far che, visto che il suo primo ministro aveva appena incontrato il Bibi d’Israele.

Tra un viaggio e l’altro, la band trova il tempo di festeggiare a botte di karaoke (siamo a pochissimi giorni dalla tragedia di Cutro) i 50 anni di Matteo Salvini che brinda e canta con gli ‘alleati’ di governo.

La premier Giorgia Meloni con Benjamin  Netanyahu. Nel montaggio di apertura, Claudio Anastasio e a destra Guido Crosetto

Arriviamo allo snodo del ‘Decreto Sicurezza’ che deve ancora vedere il suo varo finale. L’articolo 10 della bozza pronta per essere presentata in pompa magna prevede un forte ridimensionamento del numero uno del Viminale, Matteo Piantedosi, sul fronte del controllo dei porti e in tema di immigrazione; e così anche per Salvini, che come ministro dei Trasporti vuol occuparsi a tutti i costi di porti e della ‘merce’ migranti.

Il nuovo coordinamento sarà affidato al ministro della Difesa Guido Crosetto che agirà in sinergia con la stessa Meloni.

Ma è Salvini a piantare una gigantesca grana perché vede la sua Lega umiliata. Apriti cielo: se Meloni non torna sui suoi passi e si rimangia quel maledetto articolo 10 succede il finimondo.

E così è. L’obbediente Meloni si mette in riga e depenna quell’articolo che era diventato ormai di dominio pubblico: una figura che più barbina non si può, palese dimostrazione di un premier che sta ormai perdendo la bussola.

Ma il bello viene adesso. Con due vicende che nel giro di 24 ore fanno davvero capire di che pasta è fatto questo esecutivo: due storie che palesano, in modo drammaticamente ufficiale, il nulla governativo, la raffica di autogol messi a segno e la totale inadeguatezza a proseguire nel cammino iniziato pochi mesi fa e che rischia sul serio di far crollare l’Italia nel caos sociale, economico, politico, anche a livello internazionale.

 

CROSETTO & C.: I MIGRANTI SONO COLPA DI PUTIN 

Cosa succede, poche ore fa, che ci fa fare una figura di merda mondiale?

Si sveglia (storto) Crosetto, che di tutta evidenza non ha digerito il voltafaccia della tanto amica (e co-fondatrice di Fratelli d’Italia), e sbotta: la Russia è la prima colpevole delle ondate di migranti che piombano sul nostro Paese, perché i mercenari del gruppo Wagner, che hanno un grosso peso in alcuni paesi africani, premono sulla leva dei migranti da tirarci addosso. La definisce, l’astuto Crosetto, “un’arma ibrida” usata contro di noi dal perfido Vladimir Putin, e per questo invoca l’aiuto della UE e della NATO:  proprio come il bimbo che con sa come cavarsela e chiama in soccorso i forti genitori, oppure la rigida maestra.

In tempo reale fa eco da Tel Aviv (dove si trova, appunto, a non si sa che titolo) Tajani, che come in un perfetto copia-incolla ribadisce le pesanti accuse di Crosetto a Mosca.

Yevgeny Prigozhin

E in tempo quasi reale arriva la replica del capo delle truppe Wagner, Yevgeny Prigozhin. Una replica che più chiara non si può: “Mudak”, che tradotto vuol dire “coglione” o, se preferite, “cazzaro”. Poi passa a qualche dettaglio in più: “Perché non guarda in altre direzioni e non si occupa dei suoi problemi che evidentemente non riesce a risolvere?”.

Dal PD, in evidente stato di euforia dopo lo ‘Schlein Day’, fino a questo momento non si registra alcun commento. A ‘sinistra’ (sic) si ode solo il balbettio del verde Angelo Bonelli: “Vergognosa l’uscita di Crosetto”.

La stampa di regime dà ampio spazio al Crosetto-Tajani pensiero, pienamente condiviso da tutta la destra (appena una domandina: Silvio Berlusconi è d’accordo?): solo ‘il Fatto quotidiano’ la prende sul ridere, sottolineando che non sapendo che pesci pigliare, ora il governo se la prende con Putin anche per i migranti.

 

IL FASCISTA AL VERTICE DELLA PUBBLICA ‘3-I’

Passiamo al secondo, non meno clamoroso autogol, che la dice lunga sulla vera natura di ‘Fratelli d’Italia’; un partito che definire ‘fascistoide’ – come usa fare un fine analista politico come Luciano Canfora – è forse un eufemismo.

Vediamo cosa è appena successo.

Il fresco presidente di una società pubblica, la ‘3-I spa’, che si occupa della delicata gestione dei sistemi informatici di Inps, Inail, Istat e di svariati ministeri, ossia Claudio Anastasio, invia una comunicazione a tutti i componenti della società, in parte citando testualmente e in parte parafrasando il famigerato discorso che il Duce, Benito Mussolini, tenne in Parlamento a gennaio del 1925, quando rivendicò in pieno la personale responsabilità politica del delitto Matteotti.

La comunicazione non è breve, qui ne segnaliamo l’incipit e il finale: “Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito?  Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, e al cospetto di tutto il governo italiano, che assumo io (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano a impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale è soltanto limitato al mio ruolo”.

E conclude: “L’Italia, o signori, vuole la pace di 3-I, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa del fare meglio: gliela daremo con amore, se possibile. E con la forza, se sarà necessario. E tutti sappiamo che non è capriccio di persona, che non è libidine di uomo, che non è passione ignobile, ma è soltanto amore sconfinato e possente per la Patria”. Firmato, “il vostro Presidente di 3-I Spa Claudio Anastasio”.

Siamo al cospetto, chiaramente’ di un ‘Mudiak 2’. E’ c’è da     chiamare di corsa un’ambulanza del 113, come avranno con ogni probabilità pensato i membri del cda di ‘3-I spa’ che si sono visti recapitare il delirante messaggio.

E pensare che la Meloni ha fatto di tutto, perfino bruciando le tappe, per insediare il fedelissimo, tutto cuor di Fiamma tricolore, su una poltrona non poco strategica per il supporto alla pubblica amministrazione di casa nostra.

Paolo Zangrillo

La nomina, infatti, reca la data del 1 dicembre 2022, mentre l’ufficializzazione della nascita della società è del 12 dicembre, annunciata dal ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo e dal sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti.

In realtà, la costituzione della società era stata prevista fin dal governo Draghi, che ne aveva parlato a metà aprile 2022, come “prima software house pubblica a servizio del Welfare”.

Oggi ne sappiamo di più: secondo i soloni ministeriali, infatti, “si dedica allo sviluppo di software a supporto della trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione, prevista dalla misura ‘M1C1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella P.A.’ del PNRR”. Ottimo e abbondante.

 

Una svista, la scelta di Anastasio come numero uno?

Un incidente di percorso?

Pare proprio di no. Perché il pedigree del nostalgico del Duce parla molto chiaro e non ci vuole un mago per scoprirlo.

Vi fanno capolino, soprattutto, due società che il nostro Eroe ha messo in piedi: la prima, ‘tNotice’, è una sigla specializzata nel campo delle raccomandate elettroniche.

Molto più interessante la seconda, il cui nome già dice tutto: ‘Mussolini Internet’ di cui il Prode Anastasio figura come presidente esecutivo.

Viene tenuta a battesimo proprio il giorno in cui (è il 13 giugno  1997) si svolgono i funerali di Vittorio Mussolini, secondogenito del Duce.

Poteva il primo ministro Meloni non conoscere questi ‘dettagli’?

Ignazio La Russa

Forse la nomina di Anastasio è stata un mondo per omaggiare l’Uomo forte di Fratelli d’Italia, cioè il neo presidente del Senato, Ignazio BENITO La Russa?

E adesso, cosa farà la ‘Sinistra’?

Come si comporteranno (sulle due vicende) i 5 Stelle capeggiati da Giuseppe Conte?

Cosa dirà e soprattutto farà Elly Schlein, la quale ha sottolineato come il suo nuovo PD è e sarà un partito che non dimentica mai, tra i suoi impegni prioritari, l’antifascismo, come vorrebbero invece fare in tanti all’insegna di ‘scordammoce ‘o passato’.

Sa bene, Schlein, cosa ne pensano i fascisti che siedono in Parlamento della nostra Resistenza, della festa per la Liberazione.

E questa può essere l’occasione adatta per ribadirlo con maggior forza, passione e vigore.

E per ingaggiare una battaglia in Parlamento, per cacciare al più presto i ‘fascistoidi’ (i farisei) da quello che è stato il Tempio (ora ridotto in macerie) della Democrazia, il nostro Parlamento.

Non bastano, a questo punto, le ovvie dimissioni del super nostalgico Anastasio: chi lo ha piazzato lì deve pagare il conto.

 

 

 

 

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