FRANCESCO DE LORENZO / IL VITALIZIO DI “SUA SANITA’”

Tra poche ore si celebrano i funerali di San Francesco, per i miracoli che ha fatto in tutta la sua vita e nei 12 anni del suo pontificato durante cui ha applicato alla lettera il Vangelo, parola per parola, significato per significato, nel modo più vero, autentico e unico possibile: ossia in modo radicale.

E prende un senso struggente di solitudine, di vuoto, come la mancanza di un Fratello. Soprattutto perché nessuno potrà mai essere come Lui. Il massimo possibile è sperare in un Pastore che segua il suo cammino.

Ore fa si sono celebrati – in un colpo solo – i funerali della Giustizia e della Politica. Due piccioni con una fava, come si diceva un tempo.

Ecco una nota di SkyT24: “Tangentopoli, l’ex ministro della Sanità Francesco De Lorenzo riavrà il vitalizio con l’ok del Movimento Stelle”. E prosegue: “Con questa decisione, l’ex ministro del governo Andreotti, soprannominato all’epoca ‘Sua Sanità’, all’età di 87 anni ha ottenuto all’unanimità la riabilitazione dalla Camera dei Deputati”.

Il gruppo del M5S alla Camera capitanato da Giuseppe Conte. Sopra, Francesco De Lorenzo

E più nel dettaglio: “La decisione dell‘Ufficio di presidenza di Montecitorio è stata presa all’unanimità. De Lorenzo riprenderà il vitalizio da ex parlamentare dopo la riabilitazione del tribunale e a 31 anni dal suo arresto. Il via libera all’assegno previdenziale per l’ex ministro della Sanità ha visto d‘accordo anche i quattro componenti M5S dell’organismo presieduto da Lorenzo Fontana. Così De Lorenzo, soprannominato all‘epoca di Tangentopoli Sua Sanità, ha ottenuto la riabilitazione della Camera dei Deputati”.

Secondo i ‘tecnici’, l’Ufficio di presidenza della Camera, in applicazione di una delibera interna risalente al 2015 che prevede il ripristino dei vitalizi per i deputati riabilitati dalla magistratura, ha riattivato l’assegno pro De Lorenzo. In un decennio, a quanto pare, ne sono stati ripristinati 9. Ora il decimo. Potrà usufruire, l’ex ministro, di tutti gli arretrati rivalutati, nonché ovviamente della intera pensione di parlamentare per tante legislature, e ai vertici dello storico PLI, il partito Liberale, per anni, ai tempi dell’Altissimo (Renato, come Segretario nazionale).

Sorge spontanea la domanda, come avrebbe commentato un altro partenopeo doc un tempo: farà causa allo Stato, Sua Sanità, per l’enorme danno di immagine subito in questo trentennio abbondante?

Da rammentare che venne arrestato, con tutto l’onore delle prime pagine, nell’autunno del 1994, con accuse da far tremare le vene ai polsi, formulate dalle toghe dell’Inquisizione partenopea: associazione per delinquere, corruzione, finanziamento illecito dei partiti, tangenti per circa 9 miliardi di lire. La famigerata ‘Farmatruffa’, quest’ultima, che secondo le toghe della Bastiglia, avrebbe causato anche un colossale ‘danno di immagine all’Italia’: e l’ex ministro, in vesti francescane (era molto legato, tra l’altro a don Gelmini), restituì la bellezza di 5 miliardi di vecchie lire allo Stato; come del resto fece anche il re Mida della Sanità e top manager ministeriale, Duilio Poggiolini. Mosche bianche nel panorama italico: tra i pochissimi, infatti, a restituire parte del bottino.

Per questo, l’ex titolare della Sanità può menar vanto di fronte al cronista del ‘Corriere del Mezzogiorno’ (la costola napoletana del ‘Corriere della Sera’), che raccoglie le sue (pacate) rimostranze e doglianze: “Sono stato un perseguitato politico. Quello che ha pagato per tutti. Si cercava ad ogni costo un capro espiatorio: e avevano trovato me, ero perfetto per il ruolo”.

Ipotizza una vendetta da parte dei poteri forti, perché “firmai la riforma della sanità, vietando il doppio lavoro ai medici”.

E mette la mano sul fuoco: “Non ho mai preso una lira per me. Lo ha stabilito in modo definitivo il tribunale e anche l’accusa. Erano soldi per il partito”.

La Giustizia è morta e sepolta – abbiamo sottolineato all’inizio – perché per l’ennesima volta non è stata in grado di condurre a termine, ossia fino in FONDO, Cassazione compresa, un processo lungo 30 anni e passa.

Vergogna, vergogna, vergogna.


L
a Politica è morta e sepolta per aver perso ogni minima credibilità residua. Oggi non ci sono partiti in Parlamento: ma c’è solo un cimitero da far venire i brividi.

Siamo profondamente rammaricati per aver scritto, firmato, pubblicato e distribuito, nel 1992, il volume “SUA SANITA’ – Viaggio nella De Lorenzo SPA, un’azienda che scoppia di salute”. Venne presentato a Napoli nel corso di un affollatissimo dibattito a ‘Città della Scienza’, alla presenza dell’allora sindaco di Napoli Antonio Bassolino e del grande psichiatra Serio Piro.

Il legale di ‘Sua Sanità’ annunciò richiesta di sequestro del libro, oltre alla denuncia per i contenuti ritenuti diffamatori. In quanto autore, con Rita Pennarola, del volume, dissi subito che avrei denunciato, il giorno dopo, il ministro De Lorenzo per ricettazione: visto che il volume non era ancora presente nelle librerie; e quindi, di tutta evidenza, ne erano state trafugate le bozze, con ogni probabilità alla tipografia ubicata a Trento.

Il Resto del Carlino’, all’epoca, titolò: “E adesso De Lorenzo ruba anche le bozze dei libri”.

Acque passate. Proprio come nell’epico film ‘Dark Waters’.

E siamo altrettanto rammaricati per le ingiuste accuse all’epoca follemente rivolte a Sua Sanitò e al povero Poggiolini per la storia del SANGUE INFETTO, costata la vita ad almeno 5 mila italiani, secondo le stime più minimaliste.


Una tragedia TOTALMENTE dimenticata, rimossa, sepolta, anche sotto una sentenza giudiziaria firmata dal Tribunale di Napoli. Che dopo ben 3 anni di udienze ha pronunciato un verdetto di assoluzione piena per tutti gli imputati: perché IL FATTO NON SUSSISTE. Tra gli imputati eccellenti, Duilio Poggiolini (mai presente in aula per motivi di salute) e i dirigenti delle aziende del gruppo Marcucci, vale a dire le società che avevano all’epoca (anni ’80) il quasi monopolio della produzione e distribuzione degli EMODERIVATI. E legate a filo doppio (economico e politico) con De Lorenzo.

Tutti assolti, tutti in gloria. E, ovviamente, Sua Sanità De Lorenzo, neanche sfiorato dal minimo sospetto: né inquisito, né tantomeno processato.

Chiediamo profondamente scusa, a nome di tutte le vittime di quella STRAGE rimasta IMPUNITA, per aver solo sospettato sulla lealtà di vertici politici e aziendali.

Di tutta evidenza, si è trattato del Destino cinico e baro che si è accanito contro 5 mila persone innocenti (almeno).

Oppure di un SUICIDIO DI MASSA.

Elementare, Watson.


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