SICILIA / ATTENTI A QUEI DUE, LA COPPIA (OGGI LEGHISTA) SAMMARTINO-SUDANO

E’ tornata Tangentopoli?

Da settimane, ormai, il ritornello fa di continuo capolino tra le stucchevoli ‘operazioni’ che da un capo all’altro della penisola, in modo perfettamente trasversale, portano inquirenti e 007 su storiacce di corruzione, voti comprati (prezzi di saldo a 50 euro), scambi di favori, appalti e commesse anche ‘mini’ (forse più maneggevoli) e chi più ne ha più ne metta.

Esce dal guscio, dopo mesi e mesi di letargo, il grande pm di Mani Pulite, Antonio Di Pietro, che intervistato dal ‘Corsera’ dice la sua: “Allora si agiva per soldi, adesso per le poltrone”. Scopre un’acqua che più calda non si può: a cosa servono le poltrone, gli incarichi, gli assessorati se non a far soldi? Boh.

Antonio Di Pietro. In apertura, Luca Sammartino

Abbiamo più volte raccontato la vera story di Mani Pulite, con gli ‘anomali’ incontri per mesi, prima dello scoppio a febbraio 1992, tra l’eroico pm-ex poliziotto e il console generale degli Usa a Milano, Peter Semler: per bersi un aperitivo?

Del resto parla da sola la foto della cena prenatalizia che vedeva allo stesso tavolo, oltre a don Tonino, anche un agente della CIA, l’ex capo dei servizi Bruno Contrada e l’emissario italiano della super agenzia investigativa Usa ‘Kroll’.

Solo per dividersi un bel cappone?

E per completare il tris, eccoci all’insabbiamento – griffato Di Pietro – della maxi inchiesta sul piatto forte (abortito) di Tangentopoli, il maxi business dell’Alta Velocità, subito fiutato da due magistrati del calibro di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che per questo ‘dovevano morire’. Imperdibile il volume-j’accuse “Corruzione ad Alta Velocità” firmato nel 1999 da Ferdinando Imposimato Sandro Provvisionato.

Ecco un tris d’inchieste della Voce che val sempre la pena di rileggere, soprattutto per rinfrescare la MEMORIA 30 ANNI E PASSA DA ‘MANI PULITE’ / DAVIGO E DI PIETRO: ATTENTI A QUEI DUE del 2 gennaio 2024;

poi 30 ANNI DA TANGENTOPOLI / ANTONIO DI PIETRO E GLI AMICI AMERIKANI del 13-2-2022;

quindi ‘O PM / COME ANTONIO DI PIETRO HA INSABBIATO LE INCHIESTE SULL’ALTA VELOCITA’ del 21 gennaio 2020.

Ma veniamo alle ‘quisquilie’, alle ‘pinzellacchere’ odierne, come direbbe il mitico Totò.

Una storiella su tutte, un caso emblematico, di scuola: anche perché vede come protagonista una coppia che più affiatata non si può.

Partiamo da lui, il trentanovenne odontoiatra Luca Sammartino, uno dei più rampanti nell’agone politico siciliano, un ‘Vasa Vasa’ già da anni, sulle orme del mitico Totò Cuffaro.

E’ finito tra le maglie, Sammartino, dell’inchiesta ‘Pandora’, portata avanti dai carabinieri per ‘scoperchiare’ le connection affaristiche tra politici, funzionari regionali, imprenditori con il clan Santapaola-Ercolano tra il 2018 e il 2021: a quanto pare ne stanno uscendo delle belle, tanto che i capi di imputazione sono svariati e da non poco (scambio elettorale politico-mafioso, corruzione aggravata, estorsione altrettanto aggravata, istigazione alla corruzione tanto per non farsi mancare niente, turbativa d’asta).

Luca Sammartino con Matteo Salvini

Sospeso per un anno dai pubblici uffici, Sammartino, che ricopriva due incarichi pesanti assegnatigli dal presidente della giunta, l’inossidabile Renato Schifani, che la aveva voluto come suo vice nonché assessore all’Agricoltura, forse per il pollice green e la passione per quel ‘combarto’, come ricordano tanti suoi elettori.

Una massa davvero oceanica fin da subito, nel 2012, quando ad appena 27 anni il golden boy della politica sicula racimola al primo apparire quasi 13 mila voti, che dopo solo sei anni quasi triplicano, superando i 33 mila.

E poco importa la maglietta che indossa e cambia spesso e volentieri (forse sempre troppo sudata, Zelensky style).

Eccole, in rapida carrellata: esordio con l’UDC, poi la civica ‘Articolo 4’, quindi è la volta di passare tra le larghe e sempre accoglienti braccia del PD, e di seguire la cometa di Matteo Renzi sulle ali di Italia Viva. Infine l’approdo sull’altrettanto ospitale Carroccio di Matteo Salvini, dove capeggia all’ultima tornata elettorale la vincente lista ‘Prima l’Italia – Salvini premier’.

Dio li fa e poi li accoppia.

Poteva mai non trovare un’anima che più vincente, poltronata e zigzagante come e forse anche più di lui, il nostro odontoiatra?

Valeria Sudano. A destra Chiara Colosimo

Ed ecco a noi Valeria Sudano, avvocato, giovanissima alla corte di Nello Musumeci, poi la politica come una passerella vincente: indossando di volta in volta capi griffati, con una partenza DC che fa sempre bene, poi ‘CDC’, quindi ‘Unione di Centro’, of course PD, naturale svolta ad Italia Viva, indi l’ovvio sbarco alla Lega.

Una bella navigazione, non c’è che dire.

E il curriculum della compagna in tante avventure politiche si arricchisce, adesso, di due altri incarichi strategici: il suo nome, infatti, fa capolino in Commissioni da novanta, ossia quelle ‘Giustizia’ e ‘Antimafia’, presiedute dai meloniani Ciro Maschio e Chiara Colosimo.

Proprio adatta, l’esperienza di lady Sudano per dare una mano al marito alle prese con la grana giudiziaria: avvocato, membro della Commissione Giustizia e di quella Antimafia: un tris vincente, per consigli certo ‘azzeccati’.

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