RIDERÀ, RIDERÀ, RIDERÀ, TU FALLA RIDERE PERCHÉ…

Siate buoni, la povera Meloni è di suo in un mare di guai, non aggiungete motivi di nervosismo, di depressione che in Parlamento la costringono a chiedere solidarietà con un accorato “Ma vi sono antipatica, perché?”. La Giorgia patriota, “donna” (tine e connotarsi sessualmente, ovvero un po’ di omofobia non guasta), “madre” (voleva farlo precedere da ‘moglie’ , ma sposata non è e il padre della figlia lo ha licenziato per noti motivi) “cattolica” (e come la mette con la convivenza extra matrimoniale?), è in stato di disagio relazionale con i suoi irriconoscenti coinquilini di Palazzo Chigi. Lo spinto familismo, espressione di delirante onnipotenza, le tira brutti scherzi ed ella, a nervi tesi, finisce per porgere il fianco alla satira che di meglio non chiede: ecco i comizi comici, con annesse vocine da vezzosa bambolina e mossettine, smorfiette, ovvero spasso gratuito garantito e di contro la serissima vigliaccata di Piantedosi (da lei indotto?)  che tenta di screditare il sindaco di Bari, proponendo lo scioglimento del consiglio comunale del capoluogo pugliese per infiltrazioni mafiose, agguato anti Pd pre elettorale. Risultato? Il pasticciato, immotivato progetto destabilizzante, si rivela un boomerang e la Meloni sente i nervi tendersi ancor più, come corde di violino. Risponde sposando la vocazione a emulare Totò. Salvini, suo alter ego, nonché vice presidente ‘pontiere’ dello Stretto, legittima la farsa del voto che punisce la Russia con il nuovo mandato presidenziale rapinato da Putin, l’oligarga number one che gli chiede un clamoroso like di ringraziamento per ‘amicizia’ pregressa. La Meloni è drammaticamente spiazzata: come reagisce? Risponde alla lotta intestina come accade nel finale di comedy sdolcinate hollywoodiane. Abbraccia Salvini. Commento: il ‘volemose bene’ è una pagliacciata disonorevole o la signorina Meloni condivide l’endorsement del ‘carrocciaro’ al ‘criminale di guerra Putin’?  Non infierite: la borgatara della Garbatella è la chioccia di ‘geni della politica’ imbarcati sul vascello dell’’esecutivo in mancanza di meglio, o per meriti di appartenenza all’ “eia, eia, alalà” del Ventennio come La Russa Benito, la Rauti, e dilettanti allo sbaraglio come Lollobrigida, Santanché, Piantedosi, Sangiuliano, Sgarbi, Nordio, Valditara, Donzelli e Delmastro, gli sparpagliati valpadani. Lasciamo che si diletti nell’interpretazione di comic woman.  ‘Ridere fa buon sangue’ e allora avanti così. Tra una risata e l’altra, rischia di finire tutto nella nebbia dell’oblio che avvolge mille fatti e misfatti: Putin, Netanyau, Trump, Ucraina e Gaza, Ilaria Alpi, Regeni, Ustica, Capaci, Firenze, Cutro, Vannacci…

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