ALLUVIONI / “NON C’E’ ALCUNA EMERGENZA  CLIMATICA”, IL J’ACCUSE DI 11 SCIENZIATI

L’attuale alluvione che ha devastato l’Emilia Romagna non è dovuto ai cambiamenti climatici ‘antropogenici’, cioè da mutazioni metereologiche provocate dall’attività umana, come invece sbandierano il mainstream e tanti green taroccati che ormai giocano a favore di maxi interessi ben precisi.

La forte presa di posizione si è appena sostanziata, il 20 maggio, in un documento sottoscritto da 11 scienziati che fanno parte del gruppo Clintel-Italia (e Clintel sta per ‘Climate intelligence’).

Si tratta di una vera e propria petizione, significativamente titolata “Non c’è alcuna emergenza climatica” ed inviata al capo dello Stato Sergio Mattarella.

Ne scorriamo i passaggi salienti.

“Studi scientifici riportati anche dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) concludono che non ci sono sufficienti evidenze che possibili cambiamenti nella probabilità o della magnitudo degli eventi alluvionali possano essere attribuiti all’influenza umana sui cambiamenti climatici. Inoltre, numerose alluvioni e inondazioni disastrose hanno interessato il territorio italiano nel passato”.

Prosegue l’analisi del fenomeno: “Dobbiamo essere consapevoli che sull’Italia piovono ogni anno oltre 250 chilometri-cubi d’acqua, a fronte del fabbisogno del Paese di meno di 20 chilometri-cubi. E’ allora necessario che si attuino interventi mirati al generale governo delle acque (creazione di invasi montani, casse di espansione, argini e quant’altro la migliore ingegneria idraulica e le scienze geologiche hanno da offrire) e al miglioramento del sistema di gestione del rischio meteorologico da parte della Protezione Civile (ad esempio attraverso lo sviluppo di sistemi di nowcasting). Questi interventi proteggeranno meglio la popolazione da fenomeni alluvionali da un lato e, dall’altro, consentiranno, nei momenti di abbondanti precipitazioni, la raccolta delle acque pronte da distribuire nei periodi più siccitosi”.

Prosegue il documento-appello: “Ridurre l’uso di carbone, petrolio e gas con l’obiettivo di mitigare il clima al fine di prevenire disastri ambientali è non solo illusorio ma, peggio, storna risorse da possibili interventi di sicura efficacia. Sollecitiamo pertanto il Governo a non giustificare, col presunto scopo di proteggerci da eventi metereologici avversi, iniziative volte a realizzare una illusoria transizione energetica verso tecnologie inadeguate, per inaffidabilità e intermittenza, ai bisogni della nostra società. Invitiamo, invece, a rivolgere l’attenzione a interventi di adattamento che realizzino una protezione del nostro territorio maggiore di quella attuale”.

Ancora. “Troppe aree del nostro Paese sono sotto-protette ed esposte ad eventi sporadici, una circostanza che continuerà a farci confrontare con situazioni simili a quella che nostri concittadini stanno vivendo oggi. Una circostanza in essere, questa, non solo per gli eventi metereologici ma anche per quelli di origine sismica”.

Eccoci alle conclusioni: “I cambiamenti climatici non vanno confusi – come troppo spesso si ascolta dai mezzi di informazione e dalle dichiarazioni di alcuni responsabili politici – con gli eventi meteorologici, e le alluvioni non dipendono solo da eventi meteo-climatici ma anche dalla geomorfologia e dall’uso del suolo. Le cause dei danni dovuti agli eventi alluvionali e che vengono associati ai cambiamenti climatici sono invece dovuti nello loro quasi totalità a scelte di pianificazione territoriale e costruttive umane non corrette, ad una lettura sbagliata del territorio e del sistema fluviale e marino nella loro continua dinamicità”.

“Questo dovrebbe essere un momento fondamentale per la politica che veda finalmente, in maniera multiscalare, geologia dei territori, pianificazione territoriale, meteorologia e climatologia”.

Su questi temi ha coordinato un fondamentale libro di recente pubblicazione , docente di Geologia Applicata, di cui la ‘Voce’ ha scritto una lunga recensione che potete leggere cliccando sul link in basso. Contiene una serie di interventi di ricercatori e docenti, molti dei quali hanno firmato l’appello del 20 maggio.

 

E proprio su questi temi nei giorni scorsi è intervenuta un’altra autorevole voce, quella di Franco Prodi, fisico dell’atmosfera e fratello dell’ex premier Romano Prodi.

Ecco alcune sue dichiarazioni che lasciano il segno e fanno non poco riflettere.

“Al momento nessuno può valutare l’incidenza dell’elemento antropico nel cambiamento del clima e pertanto nessuno può controllarla. Di certo, però, il riscaldamento del Pianeta non dipende al 98 per cento da noi, come invece in tanti sostengono. Questa è una fesseria talmente diffusa però da diventare inarrestabile”.

Così continua Prodi: “Il cambiamento climatico c’è, è connaturato, non può non esserci, perché dipende dal sole, dipende dall’astronomia, dall’aspetto gravitazionale degli altri pianeti, dipende dai componenti dell’atmosfera. Questo sforzo di organizzazione delle nazioni andrebbe rivolto non alla colpevolizzazione assoluta della Co2 ma alla riduzione concordata dell’inquinamento planetario. Non si può spegnere il fossile totalmente: fossile vuol dire carbone, vuol dire petrolio, vuol dire gas naturale. Ci sono problemi enormi anche per le rinnovabili, per le materie prime. Se pensassimo di estremizzare le rinnovabili e scegliessimo di piantare sempre più numerose pale eoliche, rischieremmo di modificare anche la circolazione dell’aria con delle vere conseguenze climatiche”.

Franco Prodi

Molto duro sulla gestione dei nostri territori: “I territori collinari sono stati utilizzati per fabbriche e abitazioni. Il consumo del suolo va assolutamente interrotto ma per motivi di carattere più generale. Un tema assolutamente prioritario è poi la cura dei corsi d’acqua”.

E un punto imprescindibile: “La meteorologia deve essere nazionale per definizione, addirittura europea per certi aspetti. Io questo aspetto l’ho fatto presente ai tempi della riforma Bassanini e in altre occasioni successive. Ma ogni volta tanti ossequi al professore e poi mi tenevano fuori delle commissioni grandi rischi e dalle decisioni sui radar metereologici!”.

Un’Italia davvero capovolta.

E la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, dopo essersi esibita con la Meloni nella ‘sceneggiata’ umanitaria alla romagnola, da Venezia lancia il suo appello per combattere contro i malefici ‘cambiamenti climatici’.

Riuscirà a far danni così giganteschi come con il ‘Pfizergate’, l’affaire portato a termine con il Ceo di ‘Pfizer’, Albert Bourla, per i super-contratti (71 miliardi di euro, non noccioline) stipulati via sms e addirittura volatilizzati? Per quei vaccini, oltretutto, ‘sperimentali’, ‘inefficaci’ e ‘insicuri’ come ormai mostrano ogni giorno i drammatici dati sugli ‘effetti avversi’. Cin cin.

 

 

 

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CAMBIAMENTI CLIMATICI / UN LIBRO SPIEGA I MECCANISMI DELLA GRANDE TRUFFA

29 Marzo 2023 di Andrea Cinquegrani

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