GRUPPO MARCUCCI / LA BUFALA DEI COLOSSALI DANNI ECONOMICI PATITI DA ‘KEDRION’ PER 4 ARTICOLI DELLA ‘VOCE’

Marcucci contro ‘Voce’, la battaglia legale continua.

Il 23 novembre scorso si è tenuta la seconda udienza per la querela sporta da Andrea, Marilina, Paolo Marcucci e la loro madre (Iole Capannacci, moglie del fondatore del gruppo, Guelfo, passato a miglior vita sette anni fa) davanti alla quarta sezione penale del tribunale di Napoli presieduta dal giudice Ludovica Mancini.

I Marcucci prendono di mira quattro articoli pubblicati dalla Voce nei primi mesi del 2020: in pratica è il ‘sequel’ di un’altra querela molto simile, che riguardava stavolta tre articoli e per la quale il pm ha subito chiesto l’archiviazione, accolta dal gip del tribunale di Napoli Valentina Gallo, che ha sottolineato, nella sua ordinanza del 26 giugno 2021, come non contenessero alcun contenuto diffamatorio e anzi in essi venisse pienamente rispettato sia il diritto di cronaca che quello di critica, espressamente tutelati dalla nostra Costituzione.

Un’aula del Tribunale di Napoli. Sopra i fratelli Marcucci: da sinistra Andrea, Marialina e Paolo Marcucci

Si trattava – come abbiamo fatto notare nelle ricostruzioni pubblicate dalla Voce che potete leggere cliccando sui link in basso – di articoli per certi versi anche più ‘pesati’: per fare un solo esempio, un’inchiesta basata sui rapporti che Kedrion – la corazzata di casa Marcucci e leader nel settore degli emoderivati – ha intrattenuto con alcuni laboratori cinesi del distretto di Wuhan, passata alle cronache per le famigerate prime fughe del letale Covid-19.

Eppure, nella sua ordinanza, Gallo riscontra, nei nostri articoli, i tre cardini essenziali previsti dalla legge: verità dei fatti, interesse pubblico a quei fatti, continenza nell’esposizione dei fatti stessi.

Stavolta, per il ‘secondo round giudiziario’ (come abbiamo titolato un nostro reportage) i 4 articoli partono regolarmente da fatti di ‘cronaca’.

 

I 4 ARTICOLI “CRIMINALI”

Uno, del tutto asettico, riporta semplicemente i dati dei fatturati Kedrion, che ‘volano’, come ha riferito tutta la stampa economico-finanziaria di quel periodo: lesa maestà o cosa?

Giuseppe De Donno

In un altro abbiamo fatto riferimento a due servizi al calor bianco delle ‘IENE’, che prendevano di petto la questione – ai primi tempi della pandemia – della terapia del ‘plasma iperimmune’, sviluppata per primo dal dottor Giuseppe De Donno, dopo alcuni mesi morto in circostanze mai chiarite. Le ‘Iene’ puntavano i riflettori sul tentativo di Kedrion di ‘controllare’ quel business, ‘industrializzandolo’; mentre invece – come sosteneva Di Donno – si trattava di un ‘trattamento’ molto economico (80 euro circa per infusione di plasma iperimmune).

E la Voce stessa riportava la ‘anomala’ audizione in Senato, alla quale prendeva parte addirittura il Ceo di Kedrion, Paolo Marcucci (all’epoca in cui il fratello Andrea era capogruppo PD a Palazzo Madama), proprio per illustrare i vantaggi di quel progetto di ‘industrializzazione’.

E infine, un altro articolo prendeva spunto da un film appena uscito con gran successo negli Stati Uniti, ‘Dark Waters’ (interpretato da Mark Ruffalo sullo scandalo ‘DuPont’), che per i temi, per i tempi in cui accadevano i fatti, e anche per i tempi processuali, ricordava molto la vicenda della strage del sangue infetto e poi del processo che – nato a Trento nel 1998 – dopo un tortuosissimo iter e un passaggio al tribunale di Roma, si è infine svolto a Napoli per tre anni esatti, dal 2016 al 2019, quando il giudice, Antonio Palumbo, ha assolto tutti gli imputati (Duilio Poggiolini e diversi funzionari delle ex aziende del gruppo Marcucci) da ogni accusa, sentenziando che “il fatto non sussiste”: perché – ha motivato – i legali delle parti civili (9 costituite in tutto) non sono riusciti a dimostrare “il nesso causale” tra l’infusione (o le infusioni) di emoderivati (il famigerato plasma infetto) e i decessi, perché troppo tempo era ormai trascorso da quei luttuosi eventi.

 

SALVIAMO LA ‘MEMORIA’ DELLE 5.000 VITTIME

La Voce, preso atto della sentenza costantemente citata nei pezzi ‘incriminati’, ha comunque sentito sempre (e continuerà a sentire) il dovere di tutelare la MEMORIA delle tante vittime per la strage del sangue infetto, oltre 5 mila in Italia, che non hanno avuto lo straccio di una giustizia e spiccioli come risarcimenti danni.

S’è verificato un rarissimo caso di ‘suicidio di massa’ o che?

Il servizio delle Iene

La Voce ha cominciato a scrivere delle lavorazioni degli emoderivati di casa Marcucci fin dal 1977, dedicando alle vicende un capitolo del libro ‘Sua Sanità’sull’ex ministro Francesco De Lorenzo, amico politico e d’affari della dinasty toscana: tanto che Andrea Marcucci fu eletto nel 1991 nel PLI griffato De Lorenzo, mentre il fratello, Renato De Lorenzo, è stato membro del CdA di una delle perle del gruppo, ‘Sclavo’, in compagnia di Marilina e Paolo Marcucci. Senza contare i rapporti d’affari tra i Marcucci e il re Mida della Sanità, Duilio Poggiolini, omaggiato con una consulenza pagata ben 280 milioni di vecchie lire.

Parlavamo di MEMORIA dell’esercito di vittime: vittime di un ‘Sistema’ di cui facevano parte non solo le aziende del gruppo Marcucci, ma anche quelle di svariati paesi stranieri, tanto che, ad esempio, un vero processo in Francia – ad inizio anni 2000 –   ha stanato i responsabili e si è addirittura dimesso un governo, l’esecutivo Juppè!

E quel sangue infetto arrivava nientemeno che dal Congo Belga (come la Voceha scritto nel 1977 e ribadito in ‘Sua Sanità’ uscito nel 1992) e poi addirittura dalle carceri dell’Arkansas, come ha dettagliato – in uno choccante docufilm, ‘Fattore VIII’ – il regista americano Kelly Duda, teste al processo di Napoli e del quale scriveremo nei prossimi giorni.

 

VERBALIZZA PAOLO MARCUCCI

Dopo questo necessario antefatto, veniamo all’udienza del 23 novembre, alla quale si sono presentati Paolo e Marilina Marcucci, mentre l’ex capogruppo del PD al Senato, Andrea, ha motivato la sua assenza per precedenti impegni politici (ma dovrà comparire per la prossima udienza, fissata al 23 giugno 2023).

Una verbalizzazione, quella del Ceo di Kedrion, in gran parte incentrata sui giganteschi DANNI MATERIALI (e MORALI) provocati con i nostri 4 articoli. Tali da sconvolgere e condizionare i mercati mondiali degli emoderivati, da far saltare contratti o trattative ben avviate da Kedrion con altre aziende, da creare grossi problemi con il sistema bancario, con gli enti pubblici, con le autorità di controllo in campo sanitario, come ISS e AIFA. E in questo modo costringendo il gruppo a serrare le fila, pagare cifre salate per parcelle di legali e consulenti, allestire un team in grado di rispondere a tutte le domande, i quesiti, le richieste di chiarimento piovute da tutto il mondo: perché l’orizzonte di Kedrion è sconfinato e si allarga su oltre cento paesi esteri, 100, avete letto bene.

Per ben tre volte il timoniere di Kedrion ha voluto sottolineare i colossali danni economici patiti. Lasciamo quindi a lui la parola,

anzi le parole ‘testuali’, così come risultano dai verbali di udienza.

Pagina 9 – “Noi per ogni articolo abbiamo ricevuto telefonate, richieste di approfondimenti dalle parti più disparate del mondo, cioè le pratiche per i mutui, le pratiche di finanziamento, hanno sempre previsto l’approfondimento di un dettaglio finissimo per poter spiegare quello che stava succedendo. Questo si applica anche agli ultimi articoli, cioè noi abbiamo un’azienda che lavora in 100 paesi del mondo, lavora nei mercati più sofisticati, lavoriamo negli Stati Uniti, in Turchia, in Germania, in Vietnam, in Sud America. (…) Ci hanno chiamato e siamo dovuti andare, abbiamo dovuto spiegare, abbiamo dovuto dettagliare”.

Pagina 10 – “Hanno sospeso talvolta la registrazione per poter vendere un prodotto farmaceutico, un prodotto biologico in particolare”.

Chiede il PM: “questi articoli del periodo febbraio-aprile 2020 hanno avuto delle ripercussioni?”.

Risponde Marcucci: “Hanno avuto ripercussioni simili a quelle che stavo descrivendo. (…) La sospensione di un iter registrativo che ha chiesto un intervento, una spiegazione, i finanziamenti, le banche con le quali noi interloquiamo, ci hanno chiesto approfondimenti, motivazioni”.

Pagina 18 – Chiede di nuovo il legale dei Marcucci, Carla Manduchi: “Che danno ha subito lei e Kedrion dalla pubblicazione di questi articoli?”. E Paolo Marcucci ripete: “Noi abbiamo dovuto convivere, anche in relazione agli ultimi articoli, un’immagine difficile da gestire, abbiamo subìto… I danni sono l’immagine, sono i costi che abbiamo dovuto subire per tutelare la nostra dignità, il nostro onore, l’onore del mio babbo e della nostra azienda, della nostra famiglia… di aver avuto tante penalizzazioni anche per mancate opportunità che noi abbiamo…”.

Pagina 22 – Per i sordi o i tardi di comprendonio, ribadisce il Ceo di Kedrionsempre a proposito dei ‘terrificanti’ 4 articoli della Voce: “Il danno d’immagine, il danno della relazione, il tempo dedicato agli approfondimenti, il tempo delle nostre persone impiegato a spiegare agli interlocutori quello che è successo, il costo a volte del congiungimento di esperti per poter spiegare gli accadimenti e il tempo che è passato, il ritardo che è passato dal momento in cui abbiamo potuto realizzare l’opportunità commerciale o registrativa che poi crea l’opportunità economica, rispetto a quello che sarebbe stato un tempo normale”.

Il penalista Francesco Cafiero de Raho

A questo punto il legale della Voce, Francesco Cafiero de Raho, chiede al CeoMarcucci di documentare, attraverso comunicazioni, Pec, messaggi, o quant’altro, i danni subiti, di fare almeno il nome di alcune aziende con cui i contratti sono saltati, riferimenti più precisi ad alcuni enti che hanno ritardato gli iter.

Lacunose, imprecise e titubanti le risposte di Paolo Marcucci.

Pagina 23 – “Allora, una PEC, non credo che noi abbiamo ricevuto una PEC da un nostro interlocutorie commerciale perché non è questo il modo in cui noi comunichiamo… Sicuramente abbiamo avuto, posso dimostrare, posso evidenziare che ci sono state richieste di approfondimento… ora non sono in grado di dirle in quale maniera o in quale modalità abbiamo ricevuto queste… “.

Pagina 24 – L’avvocato de Raho chiede almeno un nome, un solo nome di un partner commerciale risentito per i 4 articoli. “Le faremo avere il nome”, la laconica risposta del Ceo.

Perde la memoria (e siamo sempre a pagina 24 del verbale) Marcucci anche a proposito dell’esito della prima querela, addirittura sporta dal solo Paolo Marcucci e finita con l’ordinanza di archiviazione del gip Gallo. “Conosce l’esito?”, chiede de Raho. “Non me lo ricordo”, la sbrigativa risposta.

Così come ‘non ricorda’, lo smemorato Ceo, l’inchiesta (divisa in due puntate) al calor bianco delle ‘IENE’ che ha fatto parlare tutta Italia, e quindi dovrebbe aver provocato un vero cataclisma al gruppo Kedrion, danni da mille e una notte.

Chiede con precisione de Raho: “Ha memoria di un’inchiesta giornalistica delle ‘Iene’ nei confronti del vostro Gruppo?”.

Anche stavolta la secca risposta di Marucci che non lascia spazio ai dubbi: “No”.

 

OFFESE & INSULTI  

Risparmiamo ai lettori le montagne di insulti, offese e contumelie all’indirizzo della Voce e di Andrea Cinquegrani in particolare, rei di aver scritto e pubblicato articoli infamanti, infondati, costruiti sul fango, solo per ledere l’onore del padre Guelfo prima e di tutti gli eredi poi, compresa la corazzata Kedrion.

Va decisamente oltre le righe – e viene aspramente redarguita dal giudice Mancini – Marilina Marcucci, che per anni è stata al vertice della ‘Fondazione per il Carnevale di Viareggio’, oltre che coeditrice della storica ‘l’Unità’ ad inizio anni 2000, proprio quando nasceva e decollava la stella di Kedrion.

Sbotta Marilina Marcucci, con riferimento, of course, ai 4 ‘diabolici’ articoli: “Sono articoli inaccettabili moralmente, perché quando si parla di danni per me possono anche non esserci i danni, ma è una tragedia per una famiglia che continua anche dopo un’assoluzione a portarsi dietro una croce perché qualcuno dice delle falsità, e si ritorna su quelle cose che sono state cancellate da mille processi fa, che c’era il sangue infetto che arrivava dallo Zaire. Ma è il contenuto di quegli articoli… è fondamentale che lo capiate, perché se non si ferma questo modo di… Non so, di voler uccidere delle persone. Dottor Cinquegrani, lei ha già….”. Le parole seguenti non sono leggibili: meglio forse così, ma fanno esclamare il giudice: “Questo non è consentito. Lei è testimone e deve rispondere alle domande, e non fare commenti o accuse fuori luogo”.

In un prossimo servizio, torneremo sui tanti ‘temi’ bollenti sollevati nel corso dell’udienza.

 

E IL MAXI AFFARE

Per adesso solo una notizia, ma alta come un grattacielo.

Proprio negli ultimi due anni – quelli delle enormi tribolazioni provocate dai 4 articoli della Voce – gli affari non sono andati bene, per Kedrion, ma benissimo, forse come mai in passato.

Uno stabilimento Kedrion

Per mesi, infatti, è stata portata avanti un’operazione finanziaria di dimensioni colossali, iniziata nel 2021 e formalizzata a settembre 2022. Protagonisti i vertici di Kedrion e di uno dei più grossi fondi d’investimento al mondo, ‘Permira’ (di cui la Voce ha scritto in un’inchiesta che trovate in basso). Nel frattempo (quindi parecchi mesi prima) la stessa Kedrion aveva fatto un sol boccone della più grossa realtà britannica nel settore degli emoderivati, ‘BPL’.

Ancora un elemento: alla maxi operazione intervengono anche i ricchissimi fondi di Abu Dhabi. Un’area molto frequentata, per convegni e simposi superpagati, dall’amico di una vita di Andrea   Marcucci, ossia l’ex premier Matteo Renzi e oggi in sella ad Italia  Viva che – si proclama sicuro – entro due anni diventerà il primo partito italiano.

Di seguito vi proponiamo la lettura di un dettagliato articolo comparso il primo settembre 2022 su ‘Industria Italiana.it’ e titolato: “Permira e i fondi di Abu Dhabi comprano e fondono Kedrion e Bpl”.

Sono sfuggiti all’attenzione dei protagonisti della maxi operazione i 4 tremendi articoli della Voce che tanti altri contratti, contatti & rapporti hanno fatto andare a monte?

Straricchi ma distratti?

 

 

P.S. Vi dobbiamo un aggiornamento anche sugli altri processi del novembre bollente contro la Voce. Quelli che ci vedono contrapposti a due magistrati. Uno, per una querela sporta dalla toga torinese Antonio Rinaudo, è stato rinviato all’anno prossimo perché il giudice non ha ritenuto sufficiente una memoria presentata dai legali di Rinaudo: vuole – così come il Pm – che verbalizzi in udienza e risponda alle domande che gli verranno poste.

L’altro, per una querela presenta da Massimo Marasca, in servizio al tribunale di Roma, è stata rinviata per un’astensione degli avvocati partenopei.

Resta fissata, poi, per l’11 gennaio 2023 l’udienza per la causa intentata dalla WADA (l’Agenzia mondiale antidoping) contro 17 articoli scritti dalla Voce nel 2016 sul giallo Schwazer. All’udienza testimonierà Andrea Cinquegrani.

 

 

LINK

Permira e i fondi di Abu Dhabi comprano e fondono Kedrion e BPL

Permira e i fondi di Abu Dhabi comprano e fondono Kedrion e Bpl

 

 

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