GHISLAINE MAXWELL / INIZIA A MANHATTAN IL PROCESSO PER L’AFFARE EPSTEIN

Comincia davanti alla Corte federale di Manhattan il processo a carico di Ghislaine Maxwell, l’amante e socia d’affari del super finanziere Jeffrey Epstein, il procacciatore di minorenni per i potenti, “suicidato” nel carcere di massima sicurezza di New York il 10 agosto 2019.

Uno dei misteri più bollenti e ‘pericolosi’ per molti vip, visti anche i nomi super eccellenti che circolano. Come gli ospiti illustri nei voli privati del magnate: tra gli altri, due ex presidenti del calibro di Bill Clinton e di Donald Trump (davvero bipartizan, Epstein!), il principe Andrea d’Inghilterra, il miliardario-filantropo Bill Gates.

La Maxwell dovrà rispondere di una serie di capi d’accusa, che vanno dal traffico di minori e di ragazze agli abusi sessuali e alla prostituzione.

Sostiene infatti il procuratore ad hinterim degli Stati Uniti Audrey Strauss: “Ghislaine Maxwell ha facilitato, aiutato e partecipato ad atti di abuso sessuale di minori. Ha attirato le ragazze minorenni, ha fatto in modo che si fidassero di lei e poi le ha gettate nella trappola che lei ed Epstein avevano teso”.

In teoria la Maxwell rischia 80 anni di carcere, soprattutto per la giovane età delle ragazze, tutte fra i 14 e i 17 anni. Ma in pratica la gran parte dei media a stelle e strisce sono molto scettici circa l’andamento del processo e la reale volontà ‘politica’ di tirar fuori tutto il marcio della story, proprio per evitare i riflettori su tanti papaveri che hanno fruito dei favori del tandem Epstein – Maxwell, i cosiddetti ‘utilizzatori finali’, come è stato coniato in occasione degli svariati procedimenti giudiziari, per lo più griffati ‘Ruby’, a carico di Silvio Berlusconi.

Ecco cosa scrive Matt Agorist in un report del 29 novembre: “Le rivelazioni hanno portato una miriade di addetti ai lavori collegati a essere scoperti per il loro ruolo nell’aiutare a coprire gli abusi. Nel 2019 un giudice federale ha emesso una sentenza bomba, perché ha affermato che i pubblici ministeri che lavoravano sotto l’ex procuratore degli Stati Uniti di Miami, Alex Acosta, in seguito nominato segretario del Lavoro di Trump, hanno infranto la legge durante la gestione del caso Epstein. Tuttavia, invece della responsabilità, Acosta è stato giudicato per aver usato ‘scarso giudizio’ e gli è stato permesso di dimettersi dalla sua posizione e svanire tranquillamente, senza andare in galera”.

Continua il report: “A marzo, il privilegio di Maxwell ha iniziato a manifestarsi quando le sue richieste di oscurare le prove sono state consentite. Il giudice distrettuale degli Stati Uniti Alison J. Nathan ha emesso una sentenza sulle revisioni che Maxwell aveva chiesto per quanto riguarda le trascrizioni che il governo ha archiviato sotto sigillo a febbraio. Secondo il giudice, le prove erano ‘sensazionalistiche e impure’ per essere rivelate al pubblico. ‘Quelle parti della trascrizione, che sono state redatte nella materia civile, riguardano gli interessi della privacy e la loro divulgazione servirebbe semplicemente a soddisfare un ‘desiderio di ciò che è sensazionalistico e impuro’, ha scritto Nathan nel suo provvedimento”.

Subito il giudice Nathan è stato premiato. Il presidente Joe Biden, infatti, lo ha nominato alla Corte d’Appello del Secondo Circuito degli Stati Uniti.

 

 

nella foto Ghislaine Maxwell


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