Vita nuova per politraumatizzati e malati COVID: salvati dall’ECMO e riparati dalla danza delle molecole

La luce in fondo al tunnel per i circa 75.000 pazienti paraplegici in Italia arriverà dagli Stati Uniti. Ad accenderla sarà quel piccolo esercito di topolini semiparalizzati che grazie alle “molecole danzanti”, frutto delle ricerche innovative di un team della Northwestern_University, prestigioso centro di ricerca internazionale con sede dell’Illinois, hanno ripreso a correre più agili di prima.

Divenuta frequente tra i giovani, specie dopo incidenti legati all’attività sportiva, ma derivante anche da malattie come ictus, Parkinson, SLA o Alzheimer, la lesione del midollo_spinale rappresentava finora una diagnosi senza ritorno, con lo spettro della sedia a rotelle e scarse o nessuna possibilità di ritrovare l’uso degli arti colpiti. Una condizione connessa con l’estrema difficoltà dei medici di raggiungere e stimolare le cellule nervose lesionate (i neuroni), e soprattutto le loro strategiche terminazioni (gli assoni), rivestite della speciale membrana attraverso sui passano gli stimoli, la mielina.

Samuel I. Stupp

L’annuncio ufficiale non è ancora arrivato ma, da notizie che giungono dagli Stati Uniti, dopo anni di vani tentativi nei laboratori di tutto il mondo, hanno centrato l’obiettivo i ricercatori guidati da Samuel_I.Stupp, professore di scienze e ingegneria dei materiali, chimica, medicina e ingegneria biomedica presso la Northwestern, dove è direttore fondatore del Simpson Querrey Institute for BioNanotechnology (SQI) e del suo centro di ricerca affiliato, il Center for Regenerative Nanomedicine.

Dopo sole quattro settimane dall’iniezione con le “molecole danzanti”, nei laboratori di Stupp i topini paralizzati hanno sorprendentemente ripreso a camminare.

L’innovativa terapia prende il nome dalla “danza” delle molecole iniettate al paziente attraverso uno speciale liquido che forma attorno alla lesione una membrana fibrosa, simile alla parte del midollo esterna ai neuroni. I ricercatori sono riusciti a regolare il movimento delle molecole all’interno della membrana, inducendole a legarsi con i recettori delle cellule nervose lesionate.

Tutto è partito dall’osservazione dei neuroni stessi, che sono in costante movimento: era quindi necessario agire con molecole “danzanti”, se si voleva favorire l’incontro con i recettori e la loro conseguente stimolazione.

L’obiettivo era quello di controllare il “ballo” collettivo delle molecole presenti nelle nanofibre della membrana. Più si muovevano, maggiori erano le possibilità che si avvicinassero ai recettori nervosi.

Una volta avvenuto l’incontro si verificano alcuni straordinari effetti: non solo la rigenerazione degli assoni, ma anche la creazione di una rete sanguigna in grado di fornire ossigeno ed alimenti per la crescita. Si osserva inoltre un incremento della mielina e persino la nascita di nuovi neuroni motori.

Dopo la pubblicazione dello straordinario metodo terapeutico, i ricercatori statunitensi si rivolgeranno alla Food and Drug Administration per poter intraprendere la sperimentazione sull’uomo. Un traguardo che si annuncia già molto promettente, perché i tessuti del sistema nervoso centrale trattati con la “danza” molecolare sono molto simili a quelli del cervello umano colpito da ictus o da malattie neurodegenerative come la SLA, di cui è stato il simbolo un grande ricercatore, Stephen Hawking.

In Italia vivono circa 75mila persone colpite da lesione al midollo spinale. Ogni anno diventano para e tetraplegiche nel nostro paese circa 1.500-2.000 persone, con un’età per i due terzi inferiore ai 60 anni.

Le lesioni midollari traumatiche, che rappresentano una delle principali cause di disabilità in Italia, sono dovute ad incidenti stradali (53,8%), a cadute accidentali (22%), mentre il 12% degli eventi rientra nell’ambito degli incidenti sul lavoro.

 

L’ECMO SALVA LA VITA, PER I TRAUMI MA ANCHE PER IL COVID

Il politrauma resta una delle principali cause di morte nel mondo. In molti casi a salvare le vite di questi pazienti, prim’ancora che possano essere sottoposti a terapie d’avanguardia come quella messa a punto dall’équipe di Stupp, è l’ECMO, che sta per Extracorporeal Membrane Ossigenation, versione semplificata della macchina cuore-polmone in grado di ripristinare un’adeguata perfusione e ossigenazione dei tessuti, ottenere un rapido riscaldamento e infondere fluidi o prodotti sanguigni massicci.

Una ricerca recente, pubblicata sull’autorevole World Journal of Emergency Surgery, mostra che i tassi di sopravvivenza per i pazienti traumatizzati sottoposti a ECMO variano dal 44% fino al 74,1%.

E non solo sui politraumatizzati! Negli ultimi due anni di pandemia, questa straordinaria apparecchiatura ha mostrato risultati di tutto rilievo anche a beneficio dei malati gravi di Covid 19, quando utilizzata nei reparti di terapia intensiva che ne sono forniti.

L’ìECMO mobile della Charité di Berlino

In Germania, dove questi strumenti salvavita sono assai diffusi, continua a crescere il numero dei pazienti Covid salvati con il ricorso ad ECMO.

In un articolo pubblicato ad aprile di quest’anno il periodico Tagesspiegel fa sapere che era stato addirittura installato un camper come unità mobile ECMO nelle strade di Berlino dalla Charité, la clinica universitaria statale della capitale tedesca. Inoltre  il numero dei cosiddetti “pazienti ECMO” era ad aprile di 35 persone, di cui 28 ventilati dalla Charité. «Gli organi danneggiati dei pazienti Covid in imminente pericolo di vita vengono sostituiti dal dispositivo ECMO ad alta tecnologia», riporta ancora il Tagesspiegel.

A Berlino sono attualmente in funzione 40 apparecchiature ECMO.

Ben diversa la situazione in Italia dove, come la Voce ha già documentato in precedenti articoli, questi strumenti salvavita, ad eccezione del centro di eccellenza al Papa Giovanni XIII di Bergamo, sono poco diffusi o, se presenti, ampiamente sottoutilizzati, per gli elevati costi del personale e della relativa formazione professionale. Un tema sul quale si dovrà intervenire con provvedimenti adeguati al momento di stanziare effettive risorse per la sanità pubblica nel PNRR del primo ministro Mario Draghi.

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