PASTA / IN 7 MARCHE SU 20 E’ PRESENTE IL GLIFOSATO

Attenti alla pasta con il glifosato. Anche se presente in piccole quantità, è nocivo alla salute.

L’allarma arriva dai test effettuati dalla rivista pro consumatori “Il Salvagente”, che ha fatto condurre le sperimentazioni su 20 prodotti, con risultati davvero sorprendenti.

Un primo dato deve preoccupare gli italiani. Quest’anno le importazioni di grado duro dal Canada tornano alle cifre top del 2016, superando quota 1 miliardi di chili (per la precisione 1,1 miliardi di chilogrammi), quasi la metà del totale importato, che sfiora quota 2 e mezzo. Un dato che desta allarme, visto che il grano duro canadese è coltivato con l’utilizzo del glifosato, che trova un forte sviluppo proprio in quel Paese, visto che il primo produttore al mondo – il big Monsanto, due anni fa inglobato dal colosso tedesco Bayer – è proprio canadese.

Secondo i test, le percentuali, pur piccole, di glifosato, sono presenti nelle seguenti marche, come potete vedere dallo schema: Rummo, Eurospin Tre Mulini, Agnesi, Esselunga, Garofalo, Divella, Lidl Combino.

Ecco cosa nota il Salvagente: “Oltre alla probabile cancerogenicità ipotizzata dall’Agenzia internazionale sul cancro, l’erbicida ha accumulato su se molti sospetti. Anche quando presente in dosi molto basse. Una delle ultime ricerche è quella pubblicata sulla rivista ‘Science Daily’ dai ricercatori dell’Università di Turku, in Finlandia, che ha trovato come il 54 per cento delle specie batteriche intestinali del nucleo umano sono potenzialmente sensibili a presenze anche ridotte di questo erbicida. E gli effetti sul microbiota umano, la popolazione di 500 diverse specie di batteri che vivono nel nostro intestino, potrebbero essere ovviamente molto seri. E avere pesanti riflessi sulla nostra salute, soprattutto per chi, come noi, mangia molta pasta”.

Ancora. “Preoccupano poi le continue evidenze che il glifosato influenzi il nostro sistema endocrino. In un articolo pubblicato sulla rivista ‘Chemosphere’ intitolato ‘Glyphosate and the key features of an endocrine disruptor. A review’, un trio di scienziati ha concluso che il glifosato sembra avere otto caratteristiche chiave su dieci associate a sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino. Non solo: sempre la stessa ricerca ha concluso che l’esposizione cronica a pur basse dosi dell’erbicida può avere un impatto sulla funzione ovarica”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Gentile Redazione,

scrivo da parte del Settore Pasta di Unione Italiana Food di cui INC rappresenta l’agenzia di comunicazione e relazioni pubbliche.

L’articolo pubblicato il 28 novembre, dal titolo “PASTA / IN 7 MARCHE SU 20 E’ PRESENTE IL GLIFOSATO” (https://www.lavocedellevoci.it/2020/11/27/pasta-in-7-marche-su-20-e-presente-il-glifosato/) lascia intendere una situazione grave e pericolosa per la salute del consumatore di pasta, creando ingiustificato allarmismo e non informando correttamente i vostri lettori.

In realtà la pasta prodotta dai pastai italiani è buona e sicura e l’industria italiana della pasta si è sempre ispirata al principio di precauzione quando si è trattato di tutelare la salute dei consumatori.

Nel riportare le analisi del Test-Salvagente manca infatti la notizia più importante: in nessuno dei 20 campioni analizzati sono stati trovate tracce superiori ai limiti di sicurezza.

La presenza di tracce di glifosato (termine già di per sé eloquente) nella misura infinitesimale trovata dalle analisi di Test-Salvagente non è infatti pericolosa per la salute umana. I residui sarebbero pericolosi qualora superassero i limiti appositamente imposti dalle autorità sanitarie. Ma qui parliamo di livelli di centinaia di volte più bassi. Anche considerando le quantità massime rilevate dalle analisi fino a ora fatte sulla pasta, non sarebbe possibile superare i limiti di sicurezza neppure mangiando 200 chili di pasta al giorno, per 365 giorni dell’anno.

Teniamo a precisare che l’origine del grano non è un indicatore di qualità o di sicurezza del prodotto. La sicurezza è garantita da stringenti normative comunitarie e da un rigido sistema di controlli nazionali, sia sulla materia prima nazionale, sia su quella importata, cui si aggiungono numerosi autocontrolli dei pastai italiani. Parliamo ogni anno di circa 200 mila controlli sul grano duro e 600 mila analisi sul prodotto finito. La qualità è poi assicurata dai pastai italiani che da sempre producono la migliore pasta al mondo anche grazie alla loro capacità di miscelare i migliori grani presenti sul mercato.

Siamo certi che non avete alcun interesse a veicolare informazioni allarmistiche e infondate. Vi chiediamo perciò di specificare che le tracce rilevate sono entro i limiti di sicurezza stabiliti dalle autorità pubbliche e che la pasta italiana è buona e sicura.

In attesa di un vostro riscontro, colgo l’occasione per augurarvi una buona serata.

Matteo de Angelis


 

 

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