Migranti: nemmeno in pace da morti

Per difendere la Procura di Agrigento che si oppone al blocco dei porti e al divieto di sbarco dei rifugiati, non serve scomodare Ghandi, Martin Luther King o chi ha pagato con il carcere la scelta pacifista di non arruolarsi ed essere obbligato a uccidere. Sono eroi del loro tempo, esempio di disobbedienza civile che nessun regime ha il diritto di reprimere, tanto meno la quota xenofoba del governo gialloverde. Ma c’è da chiedersi come assolvere il pilota del bombardiere che ha sganciato la bomba atomica su Hiroshima, chi lancia missili sulle abitazioni civili, chi usa le armi chimiche, chi tortura o infligge la pena di morte e cosa che ci riguarda, chi lascia morire innocenti in fondo al Mare Nostrum per assicurarsi il consenso dei razzisti nostrani.

Salvini inciampa sui numeri e, sarebbe interessante conoscere i suoi voti in matematica della pagella scolastica. Per dare credibilità alla politica del respingimento, il vice premier del Carroccio ha parlato di seicentomila migranti da rispedire al Paese d’origine e lo steso numero, in altra circostanza, è diventato di 90mila. Perfino il fedelissimo Giorgetti ha bollato così la bugia: “Matteo l’ha sparata grossa”. Di menzogna in menzogna, il ministro dell’Interno, nel vano tentativo di assolversi dal cinico divieto di soccorrere i naufraghi, osa dire che nel 2019 diciannove sono stati solo due i morti in mare. L’agenzia Onu per i Rifugiati e l’International Organization for Migration lo smentiscono clamorosamente. I morti accertati sono fra 300/e 400, in numero pari nello stesso periodo 2018/2019, ma potrebbero essere perché di molti naufragi non si è a conoscenza. Anche sul calo degli sbarchi Salvini bluffa. Il sindaco di Lampedusa informa che i media si occupano solo dell’arrivo delle i Ong, mentre l’arrivo di barconi e gommoni è costante in tutto l’anno. Per dirla in altre parole, il perentorio proclama sui porti chiusi e il divieto a navi come il Sea Watch e la Mare Jonio di raccogliere i profughi in mare è nei fatti uno slogan fasullo, sbandierato per darsi arie da bullo di “prima gli italiani”. Di sicuro c’è che il vice premier leghista in un sol colpo si è alienato la magistratura, in particolare la procura di Agrigento che scardina i divieti con l’affermazione dell’indipendenza del potere giudiziario dal politico e la Chiesa di Papa Francesco contestando i suoi elevati moniti sull’accoglienza. Niente male anche le ingiurie di Salvini all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite, duro contro il decreto sicurezza ed è apparsa indescrivibile la solidarietà di Di Maio che si è associato nel contestare l’ingerenza dell’Onu nella politica italiana per ritardare la resa dei conti con l’alleato a dopo il voto di domenica prossima, come altri mille motivi belligeranza interna al governo.

È comunismo leggere in classe il Diario di Anna Frank nel giorno della shoa? È questo l’elevato pensiero di chi ha punito un maestra perché “fa politica” secondo l’accusa di un genitore. Due giorni di sospensione è la decisione della dirigente scolastica. Accade in Sicilia, dopo l’incredibile episodio dell’insegnante sospesa dalla scuola e da metà stipendio perché i suoi studenti hanno realizzato un video in cui hanno paragonato il decreto sicurezza alle leggi razziali fasciste. Il ministro della pubblica istruzione, il leghista Bussetti, (laureato in educazione fisica! ed ex allenatore di basket della squadra di Gallarate), ospite di Gramellini, ha detto di essere all’oscuro dell’episodio e che non gli compete interferire con le decisioni delle autorità scolastiche locali. È probabile che gli creda qualche fan brianzolo.

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