Amazon denunziata per la censura di libri sul Coronavirus

Amazon nega anche ad un giornalista italiano, Francesco Amodeo, la vendita on line di un libro  sul coronavirus. Lo scrittore non si arrende e decide di chiedere alla giustizia l’autorizzazione alla vendita del suo  testo e il risarcimento danni subiti rispetto ad altri autori, preferiti da Amazon, conferendo mandato all’avvocato Angelo Pisani di trascinare in tribunale il colosso commerciale del web  per combattere ogni forma di censura.
 
L’avvocato Angelo Pisani, nel denunciare all’Autorità Giudiziaria  ogni violazione  in danno del giornalista censurato  e la arbitraria e fuorviante strategia commerciale di Amazon, chiede anche l’immediato  intervento dell’Antitrust e massima tutela per le vittime indifese del sistema Amazon.
Il caso del giornalista Amodeo non è l’unico. Anche il professor Giulio Tarro ed altri autori sono stati esclusi dalla piattaforma Amazon per il mancato gradimento da parte di qualcuno dei loro iscritti, ma non è possibile giustificare simili violazioni  dei fondamentali  principi di informazione legalità e democrazia.
 
Insomma, esplode una guerra legale contro il colosso del web per porre freno a censure e discriminazioni e comprendere il perché di tanto interesse e volontà di indirizzamento.
Questo l’attacco di Pisani.
 

Angelo Pisani con l’autore Francesco Amodeo

«Ingiustificabile e discriminatoria  la strategia della società Amazon, che la comunica al giornalista Amodeo il rifiuto  di vendere il suo libro-inchiesta “31 coincidenze sul coronavirus e sulla nuova Guerra Fredda USA-Cina” sulla loro piattaforma kindle, perché violerebbe le loro linee guida, spiegando che a causa del rapido cambiamento delle condizioni relative al Virus Covid19, si sarebbe deciso di indirizzare la clientela verso fonti ufficiali per ottenere informazioni sul virus, proponendo pertanto all’autore del libro l’assurda scelta di valutare la rimozione dei riferimenti al Covid19, affinchè lo stesso possa vendersi sulla piattaforma Amazon».

 
Pare che l’algoritmo censuri in automatico i libri che fanno riferimento alla parola “coronavirus” nel titolo.  Non sembra però un’ipotesi plausibile, dal momento che sul portale Amazon sono in vendita libri che contengono nel titolo la parola “cornoavirus”, come il libro di Roberto Burioni, intitolato: “Virus, la grande sfida: Dal coronavirus alla peste: come la scienza può salvare l’umanità”. 
 
«Purtroppo – denuncia l’avvocato Pisani  – risulta chiaro  che se il libro è in linea con una certa versione sul virus, non esistano linee guida né algoritmi capaci di intercettarne le parole. Se in fase di revisione i libri fossero  letti si sarebbero accorti  che nel libro inchiesta di Amodeo sono pubblicate 150 foto tratte solo da fonti ufficiali, analizzando oltretutto il coronavirus non dal punto di vista sanitario, ma dal punto di vista giornalistico e geopolitico.
Non vi era quindi alcuna ragione di censurarlo, ma il sistema preferisce imporre un altro  sapere»
 

Il libro di Burioni in vendita su Amazon. In apertura, la copertina del libro censurato di Amodeo

Di fronte a queste condotte,  al di là degli approfondimenti e di indagini su tematiche delicate e stravolgenti come quelle su mondo del coronavirus – dichiara l’avvocato Pisani – non si può far finta di nulla e non chiedere tutela per l’autore discriminato  Francesco Amodeo  vittima di illegittima censura e discriminazione ingiustificabile da parte del sistema Amazon che, in barba ai fondamentali principi di trasparenza,  correttezza e buona fede non può escludere libri non graditi accettando invece il libro di Burioni (sul quale invece  il reportage delle Iiene ha dimostrato il conflitto di interessi con le case farmaceutiche).

 
Oltre a presentare ricorso cautelare  e richiesta risarcitoria alla Magistratura, ricorriamo anche dell’Antitrust e dell’Ordine dei giornalisti  per la tutela dei diritti di tutti noi e la difesa del diritto di informazione, in uno alla corretta concorrenza commerciale. 
Dalle prime indagini emerge in realtà che proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità non voglia vedere in giro tesi contrarie sul coronavirus. Stavolta però si mina la libertà d’informazione, in combutta con Amazon.
Per la serie: i due big boss a stelle e strisce Bill Gates, fondatore di Microsoft e grande finanziatore dell’OMS, e Jeff Bezos, in sella al colosso della distribuzione, sono oggi uniti nell’indirizzamento dei lettori e negano la commercializzazione e diffusione di altri testi, generando anche ingiustificabile  disinformazione. Così si impedisce ai cittadini di farsi una propria idea e di comprendere  la vera storia del coronavirus e quali sono i motivi e gli autentici responsabili della pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo.
 
«Pochi lo sanno – attacca Pisani – ma già ad inizio febbraio 2020 OMS, Amazon e altri book store a livello internazionale hanno deciso  di indirizzare i lettori a fonti preferenziali tramite un accordo che va sotto il nome di “Covid Policy”,  con lo scopo dichiarato  di “bloccare la vendita di libri che avrebbero, a dire del sistema dominante,  l’obiettivo di fomentare la paura o, peggio, di diffondere teorie di cospirazione sul Covid”. Con queste ultime, strategiche parole, in pratica viene attuata una politica di vendite editoriali che nessuno mai in democrazia si sarebbe mai sognato di mettere in atto: meglio, a questo punto, bruciarli, quei libri scomodi, invece che vigliaccamente impedirne la diffusione». 
 
«Pare che a qualcuno dia fastidio  la conoscenza di quanto è successo per la tragedia del coronavirus: non si devono ricercare colpevoli della strage e capovolgimento del mondo in corso, ma fortunatamente noi continueremo sempre a scrivere per l’amore della verità e dell’informazione, garantisce l’avvocato al giornalista oscurato da Amazon».

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