RAI / DISSERVIZIO PUBBLICO AL SERVIZIO DEI NERI

Ma pensano sul serio di avere a che fare con una mandria di totali rincoglioniti, lorsignori neri e sfascisti, ma anche sciocchi e ignoranti?

Pensano di poter dare in pasto qualunque brodaglia al popolo bue i vertici di una RAI ormai ridotta come neanche il più sgarrupato circo di periferia?

Sono le domande che sorgono spontanee vedendo quanto sta succedendo negli ultimi mesi, con la ciliegina finale appena piazzata sulla torta che più vomitevole non si può, indigesta anche per uno stomaco abituato alle pietre.

Il caso Scurati sembra uscito dalle pagine kafkiane, per le tali e tante assurdità che presenta; o dalle teche dei migliori ‘Ai confini della realtà’ (a proposito, cosa ci vuole a mettervi ordine, aggiornarle con un minimo di decenza, inserirvi ‘serie’ stupende e mai resuscitate, come proprio quei mitici ‘Ai confini della realtà’? Penoso, e beccano anche il canone).

Partiamo dalla pezza a colori piazzata tanto per confondere le acque. Il profilo economico del giallo, il cachet, il ‘contratto’.

Un guazzabuglio. Si parte dall’intervento gratis, poi si vocifera di 1.800 euro, quindi una trattativa al ribasso, fino a 1.500, caso mai pagabili in comode rate.

Nunzia De Girolamo

Ma siamo su ‘Scherzi a parte’, quindi traslocati in casa Mediaset?

Fa bene l’Usigrai – il sindacato dei giornalisti che ogni tanto dà un segno di vita – a rammentare che viale Mazzini ha sborsato 6 milioni di euro per quella roba di ‘Avanti Popolo’ griffato Nunzia De Girolamo.

Possibile che anche per un solo istante qualcuno nei piani alti, o anche medi, abbia discusso su 200 e 300 euro in più o in meno, quando ogni giorno vengono sperperati danari pubblici con la pala? A chi vogliono darla a bere?

Quando la lunghissima hit (la Voce l’ha pubblicata un anno e mezzo fa) degli stipendi per i mezzibusti & dirigenti RAI fa semplicemente accapponare la pelle? Vi riproponiamo la nostra inchiesta del 9 maggio 2023

RAI / LA CARICA DEI 101, ECCO TUTTI I SUPER STIPENDI DI GIORNALISTI & MANAGER

Fanno venire i brividi le parole pronunciate dall’amministratore delegato, Roberto Sergio, che promette provvedimenti drastici (contro se stesso?), dissotterra l’ascia di guerra (“quello che è accaduto non finisce qui”) e grida al complotto, “da settimane la Rai è vittima di una guerra politica quotidiana con l’obiettivo di distruggerla”.

E fanno eco, con le loro corbellerie, i camerati di turno.

Come i meloniani che siedono in Commissione di Vigilanza (vigilano su che?): “Si deve accertare se corrisponde al vero che per leggere un monologo di 1 minuto sul 25 aprile la Rai avrebbe dovuto pagare circa 2 mila euro”, si interrogano e interrogano con le meningi fumanti.

Roberto Sergio

O come riflette, con altrettanta ebollizione fosforea, il presidente della Commissione Cultura alla Camera, altro con la maglietta FDI, Federico Mollicone, il quale imperiosamente annuncia il suo diktat: “La Rai chiarisca sul super-compenso di Scurati”.

Come mai finora muto come un pesce il ministro della ‘Cultura’ (sic), al secolo Sangiuliano Gennaro? Vi consigliamo, a questo proposito, la riletturina di un pezzo pubblicato dalla Voce il 22 novembre 2022,

GENNY SANGIULIANO / QUANDO LA SUB-CULTURA VA AL POTERE

Scurati, dal canto suo, si starà di certo stropicciando le mani: sapete quanto sarebbe costata una campagna promozionale per pubblicizzare ulteriormente il suo ultimo volume sulla Mussolini story, uscito lo scorso novembre? Centinaia di migliaia di euro…

Serena Bortone

Antonio Scurati

Così come starà sgranando gli occhioni per la lieta sorpresa la novella eroina della Resistenza, Serena Bortone, i cui ascolti a quanto pare erano non poco in picchiata e che ora – grazie agli autogol meloniani a raffica – riprendono vigore.

E’ proprio vero che questi meloniani, la pletora di yes man, di lacchè & lecchini, di ‘servitori’ una ne fanno e cento ne pensano. Non passa giorno che uno non combini un guaio, non si esibisca in un acrobatico autogol.

A cominciare dalla ‘famiglia’, in testa l’ex anchorman Mediaset Andrea Giambruno; per continuare con il cognato-ministro Francesco Lollobrigida in difesa dell’etnia italica mentre stoppa un Frecciarossa per scendere a Caivano. Passando per i tric trac di Capodanno & spari (con la pistola) del camerata-parlamentare Emanuele Pozzolo alla presenza del sottosegretario alla Giustizia (sic sic) Andrea Delmastro, già in altre vicende giudiziarie affaccendato.

Senza contare ulteriori grane giudiziarie da non poco che vedono coinvolti la ministra del Turismo Daniela Santanchè oppure il sottosegretario alla Cultura (un terreno non poco minato, per la destra…) Vittorio Sgarbi.

Ma il premio speciale per l’autogol più spettacolare spetta di diritto al NERO per sempre Ignazio Benito La Russa.

Ignazio La Russa

Teniamolo sempre presente: si tratta della seconda carica dello Stato, in quanto presidente del Senato. Ciò significa che, in caso di dimissioni dell’attuale numero uno del Quirinale Sergio Mattarella (che non si perde un’occasione, un viaggio o una commemorazione al giorno per dire l’ovvio, come un modellino presidenziale ad Intelligenza Artificiale), avremmo un altro Benito sullo scranno più alto: ottima materia per uno Scurati quater.

Ricordate l’epica uscita del Benito di Palazzo Madama quando, in occasione dell’anniversario di via Rasella, parlò con fare serioso (non aveva trascorso la notte prima in osteria) di “una banda di musicanti in pensione”, mentre anche i bambini sanno che si trattava di ufficiali delle SS?

E appena insediato ne combinò un’altra delle sue.

Sapete quale fu una delle prime guest star invitata dal nostro Benito nel ‘suo’ palazzo Madama? Roberto Fiore, lo storico leader di ‘Forza Nuova’, la formazione neo nazista. Rinviato a giudizio per l’assalto di tre anni fa alla sede della Cgil, il Fiore nero venne condannato negli anni ’90 a 8 anni e mezzo di galera per tentata strage. Non ne scontò neanche un giorno, il grande amico del presidente-La Russa, perché fuggì a Londra da latitante d’oro (ossia con la cassa di ‘Terza Posizione’, altra formazione dell’allora ultradestra). Ecco un paio di ‘istruttivi’ pezzi pubblicati dalla Voce il 14 ottobre 2022,

IGNAZIO BENITO LA RUSSA / BASTA UN ‘FIORE’ E SCORDAMMOCE ‘O PASSATO

e, del 9 dicembre 2023

IGNAZIO BENITO LA RUSSA & C. (CAMERATI) / LA (VERGOGNOSA) SCENEGGIATA CONTINUA…

Capito?

Neri per sempre.

Neri nell’anima, come ha perfettamente ‘radiografato’ il grande filologo e politologo Luciano Canfora.

Il quale, of course, è stato querelato (il processo è appena cominciato al tribunale di Bari) dalla premier Meloni: di tutta evidenza allergica, come i suoi camerati, alle verità.

Soprattutto quelle storiche.

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