UCRAINA / LA PACE ERA POSSIBILE. IL NIET DI USA & GRAN BRETAGNA. ECCO LO SCOOP

La pace in Ucraina era a portata di mano. I negoziati avviati dopo appena quattro giorni dall’inizio del conflitto erano a buon punto e Vladimir Putin pronto ad alcune importanti ‘concessioni’.

Ma improvvisamente il tavolo della trattativa venne fatto ‘saltare’, per una precisa volontà politica occidentale: in particolare degli Usa e della Gran Bretagna, che speravano in un successo militare di Kiev su Mosca.

Samuel Charap

Lo rivela un lungo reportage firmato da due storici e analisti politici, Samuel Charap e Sergey Radchenko, pubblicato dalla autorevole rivista statunitense in tema di relazioni internazionali ‘Foreign Affairs’. Il bimestrale è edito dal ‘Council on Foreign Relations’ che lo fondò nel 1922; suo primo direttore fu il professor Archibald Cary Coolidge, docente all’Università di Harvard, mentre oggi è guidato da Gideon Rose, esperto in conflitti internazionali e questioni mediorientali.

Ecco il testo integrale della lunga, ‘storica’ inchiesta messa in rete il 16 aprile e titolata The Talks That Could Have Ended the War in Ukraine.

Di seguito alcuni passaggi salienti nei quali vengono fatti nomi e cognomi dei politici che stopparono quei fondamentali negazioni per far cessare il conflitto: in pole position l’allora premier britannico Boris Johnson, il Segretario di Stato Usa Antony Blinken, il Segretario della Difesa a stelle e strisce Lloyd Austin.

“I colloqui partirono il 28 febbraio in una spaziosa residenza di campagna di Lukashenko (il presidente della Bielorussia, ndr), vicino al villaggio di Liaskevichy, a circa 30 miglia dal confine tra Ucraina e Bielorussia. Al primo incontro, i russi presentarono una serie di dure condizioni, chiedendo di fatto la capitolazione dell’Ucraina. (…) Man mano, però, le posizioni al tavolo dei negoziati diventavano meno esigenti”.

Lloyd J. Austin

Nell’incontro del 29 marzo ad Istanbul si fu più vicini ad una vera svolta. Era infatti pronta una bozza di comunicato (gli autori l’hanno visionata, ndr) che all’epoca fu riassunta verbalmente dalle parti alla stampa. Era un testo redatto in gran parte dall’Ucraina e provvisoriamente accettato dalla delegazione russa come base per una trattativa. Il esso, l’Ucraina sarebbe diventata uno Stato permanentemente neutrale e senza armi nucleari, avrebbe rinunciato all’adesione alla NATO e ad altre alleanze militari e a permettere la presenza di basi o truppe straniere sul proprio territorio. (…) Malgrado la neutralità, l’Ucraina avrebbe potuto avvicinarsi all’Unione europea e non c’erano ostacoli espliciti al suo ingresso”.

Eccoci al clou. “Ma i fatti delle settimane seguenti rimisero tutto in gioco. Gli occidentali – dal premier britannico Johnson, il primo a visitare Kiev, al Segretario di Stato Blinken e al Segretario della Difesa Austin, che lo seguirono a breve – diedero rassicurazioni al governo di Kiev sul sostegno militare e sulle possibilità di vittoria”.

Caso mai “fino alle pelle dell’ultimo ucraino”, come ha poi sempre sostenuto con fierezza il presidente-pupazzo Volodymyr Zelensky.

Dmytro Kuleba

Mentre proprio in queste ore, al G7 di Capri, l’invasato ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ammonisce: “Smettete di stare a guardare, dateci molte più armi e munizioni, se no perdiamo la guerra”.

Un grande scoop, quello pubblicato da ‘Foreign Affairs’, che mette finalmente a nudo le gigantesche responsabilità occidentali: USA, Gran Bretagna e NATO ben allineate e coperte nel voler portare il conflitto fino alle più estreme conseguenze.

Fa un po’ il paio con lo scoop che mise a segno, proprio il giorno dell’inizio del conflitto, un’altra prestigiosa rivista, ‘Der Spiegel’, e del quale la ‘Voce’ ha più volte scritto. Ecco il primo nostro pezzo del 23 febbraio 2022, LO SCOOP DI “DER SPIEGEL” / I PATTI 1991 CON LA RUSSIA TRADITI DAGLI AMERICANI. OGGI PUTIN HA RAGIONE…

Per restare in tema, ossia circa le responsabilità occidentali, vi proponiamo la lettura di un’analisi firmata da Thierry Meyssan, e messa in rete, per l’Italia, da ‘Voltairenet.org’ il 16 febbraio, Il crimine contro la pace di Angela Merkel e Francois Hollande”.

Eccoci poi ad un’altra analisi da non perdere, autore Jamie Dettmer, pubblicata da un sito che va per la maggiore negli Usa, ‘Politico’: è del 17 aprile e si intitola Ukraine is heading for defeat.

Infine, una ricognizione su quanto bolle in pentola al Congresso Usa pubblicata dal sito francese di geopolitica ‘Observateur Continental’, sempre il 17 aprile, Le Congrès américan pourra-t-il sortir de l’impasse dans le debat sur l’aide a Kiev”.

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