SERGIO MATTARELLA / I VUOTI DI MEMORIA QUIRINALIZI SULLA NATO

Tanto tuonò che piovve, si diceva un tempo.

La ‘reazione’ iraniana all’uccisione di alcuni pezzi grossi di Teheran distruggendo l’ambasciata di quel paese a Damasco (un atto di guerra in piena regola contro due paesi), che tutti aspettavano tremenda, è stata un vero ‘tric trac’.

Una sceneggiata, una messinscena, commenta il direttore di ‘Limes’ e grosso esperto di geopolitica, Lucio Caracciolo.

Alessandro Orsini

Un ‘finto attacco’ lo etichetta Alessandro Orsini, sociologo e direttore del Centro per lo studio del Terrorismo all’università di Tor Vergata. E lo ritiene addirittura “coordinato con gli stessi americani ed israeliani”. In base alle tante conversazioni telefoniche intercorse nei giorni precedenti – aggiunge – risulta che Teheran abbia fatto sapere con largo anticipo perfino “le traiettorie dei droni e dei missili affinchè gli americani e gli israeliani potessero intercettarli facilmente”. Oltre agli inglesi e francesi, che hanno danno un contributo essenziale al fallimento degli attacchi iraniani, intercettati addirittura al 99 per cento.

E sapete qual è il tributo di sangue dopo il maxi blitz (iper-annunciato da giorni e giorni) delle forze iraniane contro Israele? Due feriti: neanche come dopo una battuta di caccia.

Di tutta evidenza, i vertici di Teheran hanno avuto il loro contentino, poter mostrare al popolo festante che hanno assaltato l’invincibile Moloch israeliano.

Proprio per questo ora Washington ammonisce i vertici di Tel Aviv: non rispondete, non allargate il conflitto, visto che è stata tutta – come ben sapete – una messinscena.

Ma la fazione più oltranzista del governo guidato dal boia Bibi Netanyahu non vuol farsi sfuggire l’occasione: rispondere senza se e senza ma. Non subito, ma quando caso mai meno te lo aspetti. Per far piazza pulita.

Intanto, continuano senza tregua i rastrellamenti nella Striscia di Gaza e c’è poi sempre dietro l’angolo l’Operazione Rafah, che significa l’atto finale del genocidio palestinese, spingendo tutto quel martoriato popolo a Sud, nei deserti del Sinai, a morire di fame e di sete. Nella migliore delle ipotesi, per gli ultimi resistenti, c’è la deportazione nell’isola artificiale, ormai in fase di ultimazione da parte degli israeliani, di fronte a Gaza.

All’ONU un’altra tragica sceneggiata. Adesso Israele vuole sanzioni esemplari contro l’Iran: dopo che nulla è successo – se non pavide dichiarazioni al Palazzo di Vetro – in seguito ai 35 mila e passa palestinesi innocenti trucidati in poco più di sei mesi.

Incredibile ma vero.

Il bilancio delle vittime parla chiaro: Netanyahu, in perfetto stile hitleriano, ammazza a decine di migliaia e la passa liscia, nessuno in concreto a livello internazionale muove un dito; poi ammazza 7 volontari internazionali, e nessuna concreta reazione; quindi distrugge un’ambasciata in Siria e fa fuori svariati pesci grossi iraniani, e nessuno protesta; adesso Teheran spara i tric trac e Tel Aviv chiede la solidarietà internazionale e il disco verde per ‘rispondere’!

Ai confini della realtà.

Gilan Erdan

Sentiamo le farneticanti parole pronunciate ore fa dall’ambasciatore israeliano all’ONU, Gilan Erdan, a poche ore dal farsesco attacco: “Il mondo è stato testimone di un’escalation senza precedenti, che è una chiara prova di ciò che può accadere quando gli avvertimenti vengono ignorati. Israele non gridava al lupo: stava cercando di risvegliare il mondo sui pericoli posti dall’Iran e dai suoi delegati. Israele ha suonato il campanello d’allarme. Le azioni dell’Iran sono chiare da tempo: armare, finanziare e addestrare i suoi sostenitori del terrorismo in tutto il mondo. Ma la maschera è stata rimossa: l’Iran ha attaccato Israele dal suo territorio; Israele è circondato dagli agenti dell’Iran e viene attaccato su tutti i fronti”.

Dimentica, of course, il massiccio appoggio a Tel Aviv dei big mondiali come Usa, Francia, Gran Bretagna, Germania (con una Meloni che si è detta subito pronta a scendere in campo, peccato che nessuno l’abbia sentita) e di parecchi paesi arabi ‘moderati’.

Così continua l’invasato Erdan all’ONU: “L’unica opzione è condannare l’Iran e assicurarsi che sappia che il mondo non resterà più inattivo. Questo attacco (la sceneggiata, ndr) ha superato ogni linea rossa e Israele si riserva tutto il diritto a reagire”.

Non meno farneticanti le parole pronunciate a caldo dal presidente israeliano Isaac Herzog, che arriva a ribaltare la storia: “L’attacco iraniano ad Israele è una vera dichiarazione di guerra. Israele, al contrario, non ha mai cercato la guerra sin dalla sua creazione nel 1948, e cerca solo la pace. Invece l’Iran sta seminando caos, terrore e instabilità in tutto il mondo. Ora è tempo che il mondo si confronti con questo impero malvagio”.

Può essere molto utile, per districarsi tra i giganteschi problemi mediorientali, dare una scorsa ad alcuni pezzi significativi.

Ecco quindi, da ‘Piccole Note’, L’attacco iraniano e la guerra di Gaza. Binomio inscindibile del 15 aprile.

Poi, da ‘Come Don Chisciotte’ del 16 aprile “L’America sta cercando di attirare l’Iran in una guerra nucleare ‘limitata’

Da ‘Analisi Difesa’ una efficace ricognizione sul campo, messa in rete il 14 aprile, L’Iran lancia un attacco dimostrativo contro Israele (aggiornato).

Infine, firmato dal grande reporter sugli scena di guerra, Pepe Escobar, per ‘The Cradle’ del 16 aprile How Iran’s ‘strategic patience’ switched to serious deterrence.

 

A proposito di ‘ceffoni’ alla storia, ne ha dato una esemplare dimostrazione il nostro capo dello Stato, Sergio Mattarella, commemorando con un penoso discorso i 75 anni dalla nascita della NATO, che ha solo portato sicurezza e prosperità per tutti, secondo il Verbo Quirinalizio.

Sergio Mattarella

Ecco il passaggio che prende a calci la storia, ossia quanto realmente avvenuto nel lontano 1991. “L’altro dato caratterizzante che si ricava da quella prima fase di nascita e consolidamento della NATO è la sua piena, organica integrazione in un sistema multilaterale di regole condivise e di principi che trovano il loro ancoraggio nella Carta delle Nazioni Unite, in quell’articolo 53 che sancisce il diritto di tutti gli Stati membri all’autodifesa (se la invoca l’Iran, però, non va ben, ndr). A questa volontà l’Alleanza non è mai venuta meno, a dispetto della retorica bellicista russa tesa ad attribuirle inesistenti logiche aggressive ed espansionistiche”.

Ed è proprio qui che casca l’asino quirinalizio.

Perché il nostro capo dello Stato dimentica – forse per l’età, forse per quella ‘scarsa memoria’ che caratterizza anche il Padrone, Joe Biden – quello storico accordo raggiunto nella primavera del 1991 – 33 anni fa suonati – tra Michail Gorbacev e i capi delle 4 potente occidentali, ossia Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Germania, in base al quale la NATO non avrebbe MAI e poi MAI messo un piede in direzione est, né oltrepassato di un metro la linea del fiume Oder.

Accordo totalmente calpestato dall’Occidente, visto che da allora una dozzina di paesi dell’ex impero sovietico sono passati sotto l’ombrello NATO e molti altri (come, per fare solo un esempio emblematico, proprio l’Ucraina) da anni e anni (ufficialmente per Kiev dal 2014, con il golpe bianco di piazza Maidan) sono sotto la sua influenza diretta.

Gorbacev

Su quel patto tradito la ‘Voce’ ha scritto un ampio reportage, pubblicato proprio il giorno dell’inizio del conflitto. Eccolo, LO SCOOP DI “DER SPIEGEL” / I PATTI 1991 CON LA RUSSIA TRADITI DAGLI AMERICANI. OGGI PUTIN HA RAGIONE… del 23 febbraio 2022.

Ma finiamo con altre parole pronunciate, per l’anniversario NATO, da robot-Mattarella. “La funzione deterrente dell’Alleanza Atlantica è stata un elemento di garanzia della pace in Europa”. “L’esperienza dell’Alleanza Atlantica ci conferma il valore di una storia che, in 75 anni, non ha mai tradito l’impegno di garanzia a beneficio di 32 paesi che ne fanno parte: tutti uniti nella difesa della libertà e della democrazia”.

Cin cin.

 

Per capirci di più nel complesso scenario geopolitico, meglio affidarsi ad uno storico (è un illustre medievalista) di grande valore, Franco Cardini. Ecco perciò due imperdibili pezzi mesi in rete il 14 aprile dal suo blog, ‘Minima Cardiniana’, “Editoriale – Due pesi e due misure”

e poi Lo dicevamo nel lontano 2010.

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