VON DER LEYEN / SOLO ORA SALTA FUORI – TARDI E MALE – IL PFIZERGATE

Solo adesso trova spazio – tardi e male – il ‘Pfizergate’ che ha visto nel 2021 protagonisti la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, e Albert Bourla, il Ceo della star dei vaccini ‘Pfizer’.

La ‘Voce’ ne ha cominciato a scrivere da oltre due anni, mentre i media sia a livello nazionale (tranne ‘la Verità’ e ‘il Giornale d’Italia’, da noi, e ‘Fuori dal coro’ per le tivvù) che internazionale hanno letteralmente oscurato la maxi corruzione sulla pelle di tutti i cittadini europei.

Partiamo dalle news.

Albert Bourla. Sopra, Ursula von der Leyen

A scoprire l’acqua calda e battere oggi la grancassa è uno dei siti che fanno più tendenza negli Stati Uniti, ‘Politico.eu’, subito ripreso da alcune testate di casa nostra, che fino ad oggi hanno ‘dormito’ sul bollente giallo UE. Praticamente fotocopia gli articoli usciti nelle ultime ore (Milano Finanza, il Sole 24 Ore, il Fatto, il Giornale).

Vediamo come titola il primo: “Ursula Von der Leyen sulla graticola, indagata per l’accordo con Pfizer sui vaccini covid”. E dettaglia: “Politico rivela che la presidente della Commissione UE, Ursula Von der Leyen, è indagata dalla Procura europea per illeciti penali in relazione alle trattative con il Ceo di Pfizer Albert Bourla sui vaccini contro il Covid. Un affare da oltre 20 miliardi di euro”.

Primi due colossali granchi: l’affare è da 71 miliardi e non 20, qualcosina in più.

E poi non si sono in ballo ‘trattative’, ma veri e propri contratti commerciali Due bufale in poche righe, da record. Ma andiamo avanti.

Scrive sempre Milano Finanza, sula scorta delle ‘rivelazioni’ griffate Politico: “Negli ultimi mesi, ha rivelato Politico, gli investigatori della procura europea (EPPO) hanno preso il posto della procura belga che indagava sulle accuse di illecito penale in relazione alle trattative sui vaccini tra Von der Leyen e Bourla. Secondo i documenti legai visionati da Politico e secondo un portavoce della procura di Liegi, Von der Leyen è indagata per ‘interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di sms, corruzione e conflitto di interessi’; ma finora nessuno è stato accusato in relazione al caso”.

Tutti viole mammole, fino ad oggi.

Ancora: “L’indagine è stata originariamente aperta dall’autorità giudiziaria di Liegi all’inizio del 2023, dopo una denuncia penale presentata dal lobbysta locale Frederic Baldon. Successivamente si sono aggiunte le denunce dei governi ungherese e polacco, anche se quest’ultimo è in procinto di ritirare la sua dopo la vittoria del governo filo-UE guidato da Donald Tusk”.

Non è finita qui: “Il New York Times, che per primo aveva rivelato lo scambio tra Von der Leyen e Bourla, ha avviato una causa parallela contro la Commissione UE, dopo che questa si era rifiutata di rivelare il contenuto dei messaggi in seguito a richiesta di accesso ai documenti”.

Ed infine: “Politico ha rivelato a fine 2023 che c’erano almeno 4 miliardi di euro di dosi in vaccini sprecate. EPPO conduce indagini paneuropee sui crimini finanziari e in teoria potrebbe sequestrare telefoni e altro materiale rilevante dagli uffici della Commissione o in altri paesi come la Germania”, visto che lady Ursula è tedesca (ed ex ministro della Difesa). “Tali sviluppi arrivano mentre Von der Leyen cerca di ottenere il secondo mandato alla guida della Commissione UE che finora si è rifiutata di rivelare il contenuto degli sms e addirittura di confermarne (o smentirne) l’esistenza”.

Fake news o notizie errate oppure incomplete – nonchè tardive – a parte, vediamo di mettere ordine tra le tessere del mosaico, ricostruendo per sommi capi la vicenda che abbiamo più volte raccontato ai nostri lettori, così come a livello internazionale – autentiche voci nel deserto – hanno fatto l’autorevole ‘British Medical Journal’ (sempre in prima linea nel denunciare fatti & misfatti sul fronte dei vaccini, soprattutto a mRNA, come quelli di Pfizer e Moderna) e ‘Children’s Health Defence’, l’associazione fondata e animata da Robert Kennedy junior (candidato indipendente per la corsa alla Casa Bianca) per tutelare la salute dei più indifesi, i bambini, proprio sul fronte dei vaccini (quelli tradizionali, e figuriamoci quelli anti covid del tutto ‘sperimentali’, ‘inefficaci’ e soprattutto ‘insicuri’, vista la valanga di effetti avversi che stanno causando e causeranno).

Ecco come sono andati realmente i fatti.

Parliamo di ‘contratti’ veri e propri, e non di trattative o accordi.

Nel 2021 ne sono stati stipulati, tra la UE e Pfizer, ben tre, per un totale da capogiro, ossia 71 miliardi di euro. I primi due hanno seguito le ‘vie’ di prassi: è stato cioè consultato un Comitato tecnico scientifico europeo ad hoc, in grado di valutare i pro e i contro. Sono ‘passati’ anche se in mezzo ad infuocate polemiche, perché prevedevano una serie di folli clausole capestro per i paesi UE, e tutte a vantaggio di Pfizer, soprattutto circa la ‘non responsabilità’ della star farmaceutica per gli eventuali effetti avversi (come poi si è tragicamente visto), e anche per le assurde modalità di acquisto e per gli incredibili quantitativi comprati (con un’enormità di dosi andate al macero). Ma tant’è.

Emily O’Reilly

Il giallo nasce per il terzo contratto, quello più ghiotto, da ben 31 miliardi di euro: un contratto addirittura stipulato – bypassando totalmente il comitato – direttamente tra Von der Leyen e Bourla: via sms. Sì avete capito bene, un messaggino! Poi addirittura sparito, volatilizzato!, come abbiamo tante volte denunciato.

Primo a drizzare le antenne, due anni fa, ad inizio 2022, il ‘Difensore civico europeo’, l’Ombudsman, ossia l’irlandese Emily O’Reilly: che ha chiesto le dovute spiegazioni ai vertici della Commissione UE, la quale se ne è altamente fottuta e ha laconicamente risposto: “Quei messaggi non si trovano più”.

Ai confini della realtà.

E ancor più ‘ai confini della realtà’ l’andamento dei lavori della ‘Commissione parlamentare d’inchiesta sui vaccini’ costituita subito dopo il niet sbattuto in faccia ad O’Reilly.

La Commissione, infatti, ha convocato, per aver lumi, sia Von der Leyen che Bourla, ben due volte: e i due se ne sono altamente fregati di rispondere alla più che autorevole convocazione.

Solo Bourla, al secondo sollecito, ha inviato per riferire sui temi bollenti la responsabile per i mercati esteri di Pfizer, Janine Small, la quale non ha fornito alcuna risposta né sui contratti, né sugli sms, né su sicurezza ed efficacia dei vaccini. Ha solo farfugliato poche e poco comprensibili frasi, del tipo, “non so”, “non ricordo”, “è passato del tempo”, “non era mia competenza”, “tenete presente che eravamo in piena emergenza e qualcosa bisognava pur fare”.

Janine Small

Allucinante: tanto che al termine dell’audizione il componente finlandese della Commissione ha sbottato: “E’ il più grande scandalo in tutta la storia dell’Unione europea!”. Altro che il Qatargateservito solo a depistare e a gettare fumo negli occhi, quando all’opinione pubblica internazionale il ‘Pfizergate’ è stato totalmente nascosto!

Da un anno ad oggi, il silenzio più assoluto. Di tutta evidenza non andava disturbato il manovratore, il Capo, lady Ursula. La quale ha avuto il coraggio, un paio di mesi fa, di riproporre la sua candidatura per il bis al vertice della strategica Commissione UE: invece di essere sbattuta davanti alla Corte internazionale dell’Aja per i crimini contro l’umanità col suo compare Bourla!!

A questo punto, ossia ad un mese dal voto europeo, sarà facile per l’ex ministro tedesco della Difesa urlare al complotto e caso mai cercare di far la martire… tanto ormai la candidatura è blindata e se la giustizia fino ad oggi incredibilmente non ha fatto il suo corso, figurarsi se procede spedita in poche settimane….

Proprio come negli Stati Uniti succede con le presidenziali: tutti a gridare al Lupo Trump, mentre nessuno se ne fotte dei maxi affari internazionali messi a segno da Joe Biden in combutta con figlio Hunter, dall’Ucraina fino alla Cina, a botte da miliardi di dollari.

Heiko Vor der Leyen

Dimenticavamo un dettaglio. Avete letto prima di un capo d’accusa come il ‘conflitto d’interesse’. Ma né il tanto profetico Politico né gli scodinzolanti media nostrani ve lo hanno spiegato.

Perché il marito di Ursula, Heiko Von der Leyen, è a capo di una società statunitense, ‘Orogenesis’, che si occupa di biotecnologie e fa grossi affari con… Pfizer! Un conflitto alto come un grattacielo e fino ad oggi ‘mai visto’…

Ancora una volta, ai confini delle realtà.

 

 

 

Come al solito, per ritrovare articoli scritti dalla Voce e pubblicati negli ultimi due anni e mezzo sui personaggi sopra citati, basta andare alla casella CERCA, in alto a destra della nostra home page, e digitare nome e cognome della persona (URSULA VON DER LEYEN o ALBERT BOURLA, JANINE SMALL oppure EMILY O’REILLY) o delle società (OROGENESIS oppure PFIZER o MODERNA) per rileggerne di tutti i colori.

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