Sciabolate istituzionali

La rubrica televisiva “Forum”, che inscena battibecchi tra figli e madri, figlie e padri, mariti e mogli, potrebbe riscattarsi e tentare di spegnere l’aggressiva querelle che vede incrociare le spade tra  Meloni e Bonaccini, presidente del consiglio e presidente dell’Emilia-Romagna. Potrebbe invitarli a duellare su Rete4. Chissà che l’arbitro, cioè il giudice prestato al programma, non riesca a impedire i colpi bassi e a proclamare la vittoria dell’uno o dell’altra, ma specialmente di emiliani e romagnoli, vittime dell’alluvione di 80 giorni fa, che meritano attenzione, ma soprattutto urgente operatività, che vivono con rabbia gli effetti del disastro: case distrutte, attività produttive in ginocchio, strade dissestate. E denunciano che gli unici euro ricevuti, poca cosa di fronte all’entità dei danni, sono quelli delle istituzioni locali e della protezione civile.

L’incredibile “Yo soy Giorgia”, nel pieno del relax in una confortevole masseria pugliese, sottrae qualche minuto della vacanza per tranquillizzare il socio e concorrente da destra Salvini. Giura solennemente “Nessun veto sulla fascista francese Le Pen e il Matteo gongola. Meno, anzi per niente l’Europa. Per le sue e le ferie agostane di parenti e amici più o meno aggregati al carrozzone dell’esecutivo, la premier ha progettato un soggiorno blindatissimo in una villa con piscina a forma di cuore e per assicurarsi la massima privacy possibile, non ha badato a spese. Lei e il compagno Giambruno hanno prenotato per due settimane l’intera struttura, inserita in un grande parco ricco di palme e piante di fico. I Meloni, a quanto pare, alloggiano nelle sei suite in pietra leccese dallo stile rural chic. Nella quiete della sontuosa villa la stressata premier si è ritagliata una breve sosta per indirizzare una lettera durissima (5 pagine) a Bonaccini. “Falso dire che non abbiamo dato un euro, critiche infondate”. Assicura di aver stanziato fondi (4,5 miliardi)  per la messa in sicurezza, il rifacimento delle infrastrutture, i risarcimenti a tutti i privati che hanno subito danni a causa dell’alluvione in Emilia-Romagna. Ma l’entità dei danni è di 10 miliardi e sarà anche vero che il governo li ha stanziati (ma non li ha ancora versati alla Regione, ndr). La Meloni bacchetta gli emiliani perché non avrebbero la pazienza (sic) di aspettare i tempi di consegna (ma sono passati 80 giorni dal disastro climatico, ndr) e accusa Bonaccini di cercare visibilità sull’alluvione.  Il presidente di Emilia e Romagna replica le accuse documentate: “Confermo che, al di là di quanto attivato da me, insieme al Dipartimento nazionale di Protezione civile, nulla è arrivato in termini di indennizzi a famiglie e imprese colpite. I due decreti adottati dal governo non risultano funzionare, né per il ritorno alla normalità delle famiglie, né per la ripartenza positiva delle imprese. Gli unici contributi arrivati ai cittadini sono quelli decisi da Regione e Protezione civile. Le famiglie, le imprese attendono gli indennizzi”.


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