Gradi 25 “va tutto bene”

“Questo è il paese del sole, questo è il paese del mare”: fosse nostro contemporaneo, il geniale musicista Libero Bovio non avrebbe composto questo mitico inno a Partenope. La celebrata primavera napoletana, colpevoli le mutazioni climatiche, arriva con molto ritardo a illuminare il più bel golfo del mondo solo a pochi giorni dall’ingresso nell’annunciato, anomalo, caldo estivo. La Vetta del Vesuvio, cosa storicamente insolita, si è incappucciata più volte di bianco-neve fuori tempo. E il mare? Bello a vedersi, alternativamente blu, azzurro, spesso in tumulto, da stop a traghetti e aliscafi, nella sua rara quiete è bene comune negato alla balneazione dei napoletani, per acque avvelenate da traffico di superficie e scarico di inquinanti. Ma è primavera e non solo per i 25 gradi che racconta il termometro. Nel mare del Molosiglio i giganti delle crociere faticano ad attraccare per affollamento, la città si rigenera con operosità da ‘rinascimento napoletano’ e i nostri balconi, le terrazze, si colorano di rosso, azzurro, giallo, di fiori emessi da piante grasse, rose, gerani, perfino di fragoline. L’umore ne trae vantaggio. Saluti un amico con il calore dei giorni migliori e un largo sorriso, fotografi i nuovi nati delle piante finora inespresse, attivi il pedometro a passo lento in via Caracciolo, t’incanta l’immagine dei pescatori che svolgono le reti alla rotonda Diaz, rito ben visto dall’ente turismo, perché  “folclore” da foto ricordo. Ti concedi un maxi cono di gelato artigianale, progetti il futuro prossimo dell’estate 2023, obbedisci alla reiterata sollecitazione di tua moglie di operare il ‘cambio di stagione’. L’aggeggio misura-pressione sconsiglia finalmente di assumere l’abituale antidoto, il caldo è salute per la circolazione. Al fratello senior autoesiliato a Bolzano, che ti chiede “come va?”, rispondi con voce squillante “tutto bene”. È primavera.

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