L’ITALIA CHE FRANA / MA SALVINI & C. VOGLIONO IL PONTE SULLO STRETTO…

Abbiamo tutti sotto gli occhi i drammi, le tragedie dei nostri sfaceli quotidiani.

Un’Italia che frana pezzo a pezzo, una penisola che si sgretola ogni giorno di più, popolazioni sommerse dal fango che in pochi minuti perdono quanto hanno costruito, sognato, voluto per una vita.

Tutti ricorderete quel fango killer (così titolò all’epoca la ‘Voce’) che a fine anni ’90 travolse come un orrendo, gigantesco fiume in piena, creature e cose a Sarno. Immagini che restano scolpite per sempre nella memoria, come quelle dello ‘storico’ alluvione di Firenze.

E poi quelle di Casamicciola – per restare in Campania – un’altra fiumana da horror movie che scende velocissima dall’alta collina fino al ventre del mare, trascinando tutto e tutti.

Nel mezzo, quell’Appennino periodicamente devastato, Emilia e Marche vero epicentro, che ormai celebrano un funerale ogni volta già visto, immagini da incubo ad un ritmo continuo.

E la rituale litania dei messaggi di cordoglio, le istituzioni che vogliono far sentire la vicinanza alle vittime scomparse e ai loro cari. Le solite, ormai stucchevoli, anzi vomitevoli promesse di provvedere, intervenire, stanziar fondi.

Un fango politico che fa perfettamente il paio con quel fango che scende dalle colline e travolge ogni cosa.

E l’escamotage odierno? E’ tutta colpa dei cambiamenti climatici, quindi bisogna intervenire a livello globale, perché è un castigo che viene da lontano, dal non esserci presi cura della mostra amata Terra, di quella Natura che ora diventa matrigna. Me se lo dicevano anche i poeti dell’Ottocento???

Bufale, bufale e ancora bufale a pascolare come tanti Gretini nel mare dell’ambientalismo più becero, del green ormai tanto al chilo, e attraverso il quale oggi tanti costruiscono le loro fortune politiche, scientifiche, accademiche e come al solito, soprattutto, economiche.

L’alluvione che devastò Sarno. Sopra, l’Emilia Romagna travolta dal fango in queste ore

Abbiamo più volte rammentato quel mitico ducu-film del regista-contro a stelle e strisce Michael Moore, ‘The Planet of Human’ di alcuni anni fa. Fa capire in modo semplice e chiaro in che modo  l’ecologismo taroccato sia nel corso degli anni diventato la chiave per fare affari con la copertura green, affari che rendono ricchi, sempre più ricchi i soliti noti (oggi a livello globale sono capeggiati da Bill Gates) e a livello locale, ad esempio da noi, facciano la cuccagna di cosche & clan, di tutte le nuove mafie che non usano certo pizzini e non mangiano più cicoria, ma viaggiano di Borsa in Borsa, riciclando miliardi di dollari o euro con la pala, semplicemente con un clic al computer.

E allora, torniamo a bomba. Da noi, lo vogliamo capire una volta per tutte che la prima, grande priorità è quella che tra poco ci franerà la terra sotto i piedie che non avremo più neanche la possibilità di ragionare su questo o quel progetto, perché il soggetto-Italia sarà letteralmente sparito dalla carta geografica? Altro che pericolo immigrazione, altro che etnia (nostra) da salvare come straparla il ministro (sic) dell’Agricoltura e cognato della premier, Francesco Lollobrigida! Il vero pericolo, ormai prossimo, è che la nostra amata Patria (vero Giorgia?) un bel giorno non esita più: sgarrupata, franata, sgretolata, venuta letteralmente giù.

Ma ci vogliamo rendere conto che una bella fetta dei fondi di quel PNRR ormai strattonato da una parte e dell’altra, si devono investire per salvar la barca, prima del certo affondamento?

Che fanno invece Lorsignori, in pole position il capo Carroccio Matteo Salvini? Per lui la priorità è il Ponte sullo Stretto: come stappare 10 bottiglie di champagne mentre il Titanic affonda!

Ma con quale coraggio, con quale faccia di bronzo il ministro (sic) delle Infrastrutture può ancora proporre un vecchio progetto mangiasoldi (almeno 15 miliardi di euro) che non serve ad un cavolo (viste le risibili proiezioni sul traffico) e fa solo gola alle mafie, quando ci sono delle priorità impellenti e gigantesche come, appunto, il dissesto totale del nostro territorio e – diciamone ancora qualcuna – pensioni e salari da fame?

Matteo Salvini

Con quale faccia può ancora parlare di Alta velocità, del TAV da completare, quando le ferrovie secondarie, i collegamenti interni, quelli regionali, sono ridotti allo stremo e praticamente azzerati?

Basta vedere cosa succede in queste ore: con le alluvioni di Emilia e Marche le ferrovie ordinarie sono andate in tilt. Proprio oggi, chi deve anche solo prendere un Roma-Napoli ha ritardi di ore ed ore ed è costretto come un’anima in pena a vagolare per la stazione. E’ roba da paese minimamente civile?

Ma il capo Lega pensa in grande: o il Ponte o morte! O si finisce il TAV o si dichiara guerra alla Francia, tanto per seguire il verbo meloniano.

Insomma, Lorsignori sono letteralmente ‘usciti pazzi’, come si suol dire a Napoli e non solo. E stanno mostrando in pieno il loro volto: arrogante e, soprattutto, ignorante, come plasticamente emblematizza il Ministro della Sub-Cultura, quel Genny Sangiuliano catapultato come un marziano sulla poltrona che un tempo, per far un sol nome, venne occupata da uno Spadolini.

I risultati amministrativi del primo turno hanno per ora premiato la destra (inutile parlare di centrodestra, questa è destra-destra).

Bisogna comunque attendere i ballottaggi. Ma il risultato è già acquisito: l’Opposizione non esiste, e sta franando, si sta man mano sgretolando proprio come il Belpaese. O, se preferite, si sta sciogliendo come neve al sole.

Facile, quindi, governare senza nessuno che sia capace, in concreto, di controbattere, di lottare, di scendere in campo per ‘smascherarti’ e fare in modo che i cittadini, finalmente, aprano gli occhi e lottino per una vera alternativa, per un reale cambiamento, perché si volti finalmente pagina.

Il vero problema, oggi, è di organizzare la voglia di cambiare che pure c’è (e non potrebbe essere altrimenti, come succede nella vicina Francia), ma non trova il modo di incanalarsi e di avere una sua rappresentanza.

Se non viene issata la bandiera della lotta per cambiare il Paese da cima a fondo (a partire proprio da quel territorio che sta sparendo), in nome di una vera, reale giustizia sociale, c’è poco da fare. Il Paese andrà sempre più nel baratro.

Invece degli ignoranti e arroganti al potere, occorrono quelli che vogliono cambiare sul serio: nel segno dell’eguaglianza sociale di tutti, con gli stessi diritti e quanto basta per un’esistenza dignitosa. E un vaffa a tutti i ‘predatori’ di danari pubblici per costruirsi fortune private: in galera, loro e i loro protettori. In questo caso il garantismo di convenienza (permette Sansonetti?) va per un momento sotto naftalina.

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