Scudetto music

San Gennaro, per chi crede nella generosa protezione di Napoli del santo, immagina che abbia dato una sbirciatina benevola all’andatura con brio del ‘Ciuccio’, pari alle galoppate di purosangue come Ribot e Varenne, abbia indossato la maglia numero dieci, prezioso cimelio di Maradona e si sia rivolto al Grande Capo, gli abbia chiesto di mettere una parola buona per cingere di alloro la testa degli azzurri.

È un giorno speciale questa domenica di maggio, è straripante euforia di Napoli e degli 80 milioni di uomini donne, bambini del mondo che seguono con identica passione la squadra del cuore, degli azzurri.

Mai come oggi si giustifica il prevalere di parole non direttamente coniugate nella lingua del calcio giocato. Oggi, sulla città cantata sommi poeti ed eccelsi musicisti va su il sipario, per lo storico evento del galà ‘Grande Bellezza, di una festa che ha convertito all’elogio di Partenope l’intero sistema mediatico e specialmente chi per ignorante discrimine l’ha ignorata e perfino denigrata. Stregati dalla felicità dei napoletani, i network televisivi hanno profuso mezzi e giornalisti come mai è accaduto, neppure in occasione dell’Italia campione del mondo. Va a un intraprendente musicista, preferibilmente figlio dei Quartieri Spagnoli, l’incoraggiamento per produrre una fantastica compilation celebrativa, da diffondere e proporre accanto a bandiere, festoni, magliette e maschere di Osimhen, dal cuore pulsante dei rioni Sanità a Forcella, alle periferie, al centro antico, dal Vomero a Posillipo. Nel dvd felici troverebbero posto esaltanti successioni: ‘All’alba vincerò…’, ‘Napule è’, ‘Azzurro’, ‘La marcia di Radetzkyi, ‘O sole mio’, ‘La primavera di Vivaldi’, L’eroica di Beethoven’, ‘Abbracciame’, ‘Volare’, L’inno alla gioia’, ‘Meraviglioso’, ‘Sogni di gloria’, ‘Il sognatore’, “Un amore così grande’.

Sorride il motore dell’economia turistica, raggiunge picchi altissimi l’empatia per Napoli e i napoletani. È Tutto oro quel che luce?  Utopia o veroRinascimento napoletano? Nessun  esagitato ottimista, come sarebbe più che lecito, osa rivendicare la restituzione alla città, già regno delle due Sicilie, degli oltre centro primati scippati di Napoli nei comparti della scienza, della cultura, dell’economia. Nuovi obiettivi rivendicano da troppo tempo progettazione e realizzazione dell’intera area dei campi Flegrei, dalla Bagnoli liberata dalla siderurgia, all’incanto di Nisida, stupefacente isolotto interdetto alla fruizione turistica e dei napoletani per non delocalizzare l’istituto di rieducazione giovanile, al fascino del litorale Pozzuoli, Bacoli, Baia, Miseno. Mobilità: frequenze più rapide del Metrò, Linea 1, con più treni. Il restauro totale della Circumvesuviana che collega Napoli e Pompei, la costiera sorrentina, il ripristino dei filobus antismog, eccetera. Fior di intellettuali, il mondo industriale, letterati, cineasti, imprenditori e il sindaco, la regione, il governo, sollecitati dall’impresa sportiva del calcio promettono. Non corrispondere ancora una volta alle attese, farebbe stridere la compatibilità del futuro di Napoli con il Napoli che non è definitivamente appagato dalla conquista dello scudetto e progetta il bis a dimensione europea.  Sia profeta l’Espresso in solito abbinamento domenicale con ‘La Repubblica’. In copertina un suggestivo fotomontaggio e il titolo ‘L’Ora di Napoli’, geniale storpiatura del film di De Sica l’ ‘Oro di Napoli’.

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