PRETI CONTRO / DALLA SPAGNA UN J’ACCUSE CONTRO L’AGENDA 2030 DELL’ONU

Si moltiplicano, in tutto il mondo, le vibrate e accorate proteste di preti-coraggio che prendono decisa posizione contro gli obiettivi e i programmi dell’ONU, ispirati all’Agenda 2030 e, soprattutto, ispirati dal ‘World Economic Forum’ (WEF) fondato e animato dal banchiere tedesco Klaus Schwab di antiche simpatie nazi, in stretta collaborazione con il miliardario-filantropo Bill Gates, che da dieci anni si sta occupando di vaccini (e relative pandemie), cambiamenti climatici e ‘nuova agricoltura’ (è diventato il più grande latifondista al mondo).

Partiamo dalle fresche esternazioni di monsignor Manuel Sanchez Monge, vescovo di Santander, in Spagna. Ha appena pubblicato su una piccola ma agguerrita testata locale, ‘El diario Montanès’, un editoriale di fuoco, titolato ‘Agenda 2030 y el nuevo orden mondial’ di cui val certo la pena leggere i passaggi salienti.

Ecco l’incipit che lascia poco spazio ai dubbi: “Dietro l’Agenda 2030 c’è un tentativo di cambiare la civiltà, un nuovo ordine mondiale che modificherà le convinzioni degli individui. E’ un sistema globalista – che non ha nulla a che fare con la globalizzazione – volto a stabilire un governo mondiale non eletto e non democratico”. Come inizio non c’è proprio male.

E’ lo Stato che determinerà il mondo di vivere”, denuncia monsignor Monge. Proprio come prevede ‘The Great Reset’ elaborato nelle ovattate stanze del WEF, e che trova una prima, plastica attuazione nelle linee guida dell’Agenza 2030 griffata ONU.

L’Agenda 2030 è una vera trappola”, lancia il suo forte j’accuse monsignor Monge.

Che nel suo editoriale incalza: “Nell’Agenda 2030 la famiglia e la religione sono presentate come elementi di conflitto. Religione e famiglia sono problemi, non soluzioni. Ad esempio, avere figli, la responsabilità coniugale o la generosità nel matrimonio non fanno parte di questo nuovo buon senso. Poi ci sono questioni chiaramente inaccettabili dal punto di vista della dottrina cattolica. Prendiamo l’esempio della salute sessuale e riproduttiva. L’aborto e l’uso massiccio di contraccettivi sono incoraggiati”.

Il logo dell’agenda 2030. Sopra, monsignor Manuel Sanchez Monge

“C’è un altro aspetto molto grave: la cosiddetta parità di genere. L’Agenda 2030 utilizza la terminologia dell’ideologia di genere e la correttezza politica laica e statalista contemporanea. La vera intenzione è quella di stabilire un nuovo ordine mondiale che escluda molte istituzioni, soprattutto quelle a fondamento cristiano. E’ lo Stato che determina il mondo di vivere, generando così un relativismo che fa della tolleranza il valore morale per eccellenza. Dovremmo anche essere tolleranti verso il male? Loro (i promotori dell’Agenda 2030, ndr) sono assassini di libertà e generano relativismo”.

Non è certo finita qui. L’arringa del vescovo di Santander continua: “Le nostre società oggi sono polarizzate oltre il punto di non ritorno. Ci sono due versioni dell’Occidente sempre più antagoniste. Stiamo raggiungendo un punto in cui le diverse visioni del mondo hanno così poco in comune che riusciamo a malapena a parlare lingue comuni”.

Le speranze di un cambiamento, che gli uomini aprano finalmente gli occhi e che l’attuale universo distopico nel quale stiamo vivendo inizi a sciogliersi come neve al sole, non sono però tramontate.

Così analizza e in qualche modo preconizza monsignor Monge: “Se però alziamo un po’ gli occhi, possiamo vedere che stiamo vivendo un risveglio. C’è una rinascita delle famiglie cristiane, come possiamo vedere in alcune località della Francia e della Spagna. L’immagine di una coppia sposata con tre o più figli offre una visione gioiosa e amorevole della vita. La gioia è il segno sociale del possesso di qualcosa di buono. E quei genitori che escono in strada con più figli di quanto il buon senso moderno imporrebbe, hanno un immenso potere di trasformazione”.

Sempre in Spagna, in precedenza, un alto prelato-contro, aveva rifiutato di genuflettersi davanti al vaccino ottenuto con cellule da aborto: si tratta dell’arcivescovo metropolita di Valencia,  Antonio Canizares Llovera. Che così aveva tuonato: “Troviamo la dolorosa notizia che uno dei vaccini è stato prodotto da cellule di feti abortiti. Questo è disumano, è crudele, non possiamo certo lodarlo o benedirlo, al contrario. Siamo per l’uomo, e non contro l’uomo. Prima viene ucciso con un aborto e poi viene manipolato!”.


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