Calo di concentrazione

Alla vispa Giorgia per mantenere la concentrazione servirebbe un corso accelerato tenuto da Serena William, regina insuperata del tennis. Assediata da gruppi e gruppuscoli di assatanati fascisti la “Yo soy Giorgia” su sponda opposta finge europeismo, rigore democratico, moderazione. A volte lo split brain, il cervello diviso le gioca brutti scherzi e dimentica di aver finto una presa di distanza dal passato remoto e prossimo di fascista, si ritrova a pensare e agire in sintonia con Casa Pound e camerati associati. Fosse Ardeatine, anniversario dell’eccidio del 1944.  La premier e l’intera destra parlano di strage di italiani e non di antifascisti.   I familiari delle vittime: “I fascisti stilarono una lista di oppositori del regime”. Malan, Fratelli d’Italia:La sinistra vuole che si dica sempre la parolina (‘antifascisti’, ndr) che decidono loro”. FdI non riesce a pronunciarla, perfino nel giorno dell’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.  La nota sulla commemorazione, firmata Giorgia Meloni e spedita da Bruxelles riscrive la strage del 24 marzo del ’44. Incidente di percorso? Eh no, è il suo pensiero incontrollato, uscito dalla sordina dell’opportunismo tattico dei neofascisti, appunto, come errore di deconcentrazione. Iole Mancini, partigiana, staffetta di via Rasella, 103 anni: “Meloni non conosce la storia, o finge di ignorarla. La premier non è all’altezza. Vorrei far tornare i nostalgici per un mesetto nel Ventennio”

A proposito di fascismo: lo Stato di Israele assiste con rabbia popolare e violente contestazioni di piazza alla tirannia della destra religiosa, che ha un truce emulo dei dittatori nazifascisti in Netanyahu, il  premier della rapina di territori palestinesi, che si è rivolto in diretta tv alla nazione e, con tono perentorio, ha dichiarato che il suo governo non fermerà il blitz legislativo, che sarà direttamente coinvolto nella attuazione della contestata riforma giudiziaria, nonostante la sentenza del procuratore generale dello stato che glielo vieterebbe per conflitto di interessi. La legge in questione impedisce alla Corte suprema di dichiarare non idoneo alla carica il primo ministro:  legge ad hoc, impedirebbe la conclusione del processo a suo carico per corruzione. Un vero golpe. Con la riforma voluta dalla destra, il primo ministro in Israele potrà essere rimosso solo per impedimento fisico o mentale dal 75% dei ministri dell’esecutivo e, in caso di un suo rifiuto dal 75% della Knesset. Le dichiarazioni di Netanyahu hanno accresciuto la rabbia degli israeliani che protestano contro la riforma giudiziaria. Sit-in sotto le abitazioni di ministri, cortei, blocchi stradali a Tel Aviv, Ashdod, Gerusalemme, Ranaana, Petah Tikva, scontri con la polizia che ha caricato e picchiato i manifestanti, un centinaio di arresti: “Siamo venuti a tracciare una linea rossa davanti a quelli che sono complici di chi vuole schiacciare la democrazia”. Bersagliato dalle critiche è Aryeh Deri, leader del partito ultraortodosso Shas ed ex ministro della sanità, dell’interno, condannato più volte per reati fiscali. Deri è stato costretto a dimettersi  dalla Corte suprema, ma una legge proposta dal governo in corso di approvazione in Parlamento dovrebbe reinsediarlo presto nell’esecutivo. Bersaglio di accuse anche il deputato Simha Rothman, a capo della commissione parlamentare costituzionale e il ministro della giustizia Yariv Levin. Intanto all’interno della maggioranza cresce il numero di deputati e dirigenti di partito che chiedono le dimissioni del ministro della difesa Gallant che accusano di tradimento.


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