AFRICA / LE MANI DEGLI STATI UNITI SUI SUOI  ‘MINERALI RARI’

Nel quasi totale silenzio dei media, nel mese di dicembre 2022 si è svolto a Washington un summit tra i vertici del governo Usa e alcuni capi di Stato africani dal quale è scaturito un ‘memorandum d’intesa’ che permette alla più grosse imprese estrattive a stelle e strisce di aver in pratica carta bianca per lo sfruttamento di enormi giacimenti che contengono ‘minerali rari’, sempre più strategici per le aziende tecnologiche occidentali, ad esempio sul fronte delle batterie elettriche.

Il summit è stato coordinato dal capo del Dipartimento di Stato Tony Blinken, il ‘falco’ che fomenta ogni giorno il conflitto ucraino e sollecita di continuo l’invio di armi sempre più potenti e sofisticate a Kiev, mentre il Pentagono (che è composto da militari!) è molto più moderato e cerca in tutti i modi di fermare l’escalation che può portare alla catastrofe.

Anthony Blinken

E’ significativo quindi – secondo non pochi osservatori – che sia stato proprio il numero uno del Dipartimento di Stato a coordinare i lavori, ai quali hanno preso parte, con un ruolo di protagonisti, i ministri degli Esteri della Repubblica Democratica del Congo (RDC), Chistophe Lutundula, e dello Zambia, Stanley Kakubo, che rappresentano le nazioni più ricche di quelle preziose risorse.

Infatti, la RDC produce più del 70 per cento del cobalto a livello internazionale, mentre lo Zambia è il sesto produttore mondiale di rame, e il secondo di cobalto in Africa.

Ai lavori ha preso parte, per quanto concerne le aziende Usa più interessate al business, il rappresentante della ‘KoBold Metals’, Josh Goldman. Una sigla non da poco, ‘KoBold Metals’, visto che è una società di ‘mining tecnologico’ praticamente nuova zecca, fondata dall’onnipresente Bill Gates, sostenuta dall’uomo più ricco del mondo ossia il padrone di ‘Amazon’ Jeff Bezos, e dal numero uno di un altro colosso, ‘Virgin Group’ (che controlla 400 società), ossia il plurimiliardario britannico Richard Branson.

Nomi del genere fanno capire, meglio di ogni altra cosa, qual è la posta in palio.

Chistophe Lutundula

Secondo le stime elaborate dall’altrettanto onnipresente ‘World Economic Forum’, entro il 2030 le multinazionali a stelle e strisce come Microsoft (di Gates), Amazon (di Bezos), Tesla (di Elon Musk) e Google (di Larry Page), richiederanno 17 volte più minerali delle terre rare di quanto abbiano fatto fino ad oggi per alimentare i dispositivi ‘intelligenti’ e le auto elettriche dei consumatori occidentali per la prossima ‘rivoluzione verde’. Che – molti già cominciano a prevederlo – si rivelerà un autentico flop.

Dal canto suo, il ‘Dipartimento della Difesa’ degli Usa ha chiarito che l’Africa “ha una pletora di materiali strategici”, definendo queste risorse come assolutamente “basilari per il progresso del 21° secolo”.

Ma non è detto che tutto fili come l’olio, per i crescenti appetiti Usa, in pretto stile colonialista. Molti leader ed esperti africani,  infatti, non sono d’accordo con tale approccio.

In prima linea Siddhartha Kara, accademico, autore di quattro libri che puntano i riflettori sul business della tratta di esseri umani e proprio sullo sfruttamento del settore minerario. Oggi denuncia, a proposito degli accordi appena stipulati al ‘Summit Africa’ di Washington: “Significheranno una maggiore domanda di minerali utilizzati nei veicoli elettrici, portando a più sfruttamento, abusi e miseria per le donne, i bambini e gli uomini”. E aggiunge: “La crescente domanda di ‘batterie verdi’ sta guidando una corsa per estrarre metalli vitali dal terreno il più rapidamente possibile”.

Insomma, si profila all’orizzonte una battaglia senza esclusione di colpi, con gli Usa impegnati a ‘convincere’ (e sappiamo con quali mezzi) altri governi africani ad aderire all’intesa mineraria, puntando anche sulle facili carte ‘green’, come la ‘sostenibilità ambientale’ e gli ormai soliti ‘cambiamenti climatici, di cui proprio Bill Gates è il sommo Vate.

 

Di seguito potete leggere un ampio e documentato reportage, pubblicato dall’interessante sito di contro-informazione ‘The Greyzone’, già significativo dal titolo “L’Africa Leader Summit degli Usa promette sfruttamento per l’Africa e profitti record per le società minerarie americane”.

 

 

 

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US Africa Leaders Summit promises more exploitation for Africa, record profits for US mining firms

 

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