ANTONELLA VIOLA / IL VINO FA CANCRO. S’E ‘BEVUTA’ IL CERVELLO? 

L’alcol, anche se bevuto in modo moderato, provoca il cancro.

Per tossicità, è paragonabile all’amianto o al benzene.

Non basta: perché chi beve alcol ha poi il cervello più piccolo. In parole povere, ti rincretinisce, oltre che farti morire.

Siamo su ‘Scherzi a parte’ ? Oppure a battute da bar o, meglio, da enoteca? Ancora, terza ipotesi: sta parlando uno per il quale andrebbe riaperto – ma giusto per lui – un manicomio dell’era Basaglia?

Niente di tutto questo.

A parlare, nel corso di una lunga intervista concessa al ‘Corriere del Veneto’, è una delle virostar più ricercate e acclamate del Belpaese, braccata da tutti i salotti tivvù, pronta oggi a parlare anche di conflitto in Ucraina o di dieta mediterranea, visto che la pandemia tira molto di meno.

La scienziata di grido in questione è nientemeno che la fascinosa Antonella Viola, con la sua incantevole e imperdibile ‘erre’ moscia.

Ma vediamo sul serio – realmente ‘scherzi a parte’ – cosa ha raccontato nell’intervista scoop che ha sicuramente fatto impennare le vendite del quotidiano veneto.

E, lei la neo-enoricercatrice, specializzata in Immunologia, insegna da anni Patologia generale all’Università di Padova, uno degli atenei più accreditati d’Italia. Dove, per fare un solo esempio, ha insegnato a lungo il maestro della Virologia, Giorgio Palù, tra i cui allievi figurava anche quello che oggi lo stesso Palù definisce ‘uno zanzarologo’, ossia il neo letto PD alle ultime politiche, Andrea Crisanti, specializzato in ‘malattie tropicali’ con occhio scientifico particolare alle zanzare, soprattutto quelle africane (e partecipa, Crisanti, ad un grosso studio internazionale finanziato dalla ‘Bill & Melinda Gates Foundation’e dall’Imperial  College di Londra, proprio sulle zanzare).

Ma approdiamo finalmente all’intervista del secolo. Ecco le sue testuali parole, fior tra fiore.

“Bisogna sapere che l’alcol è incluso tra le sostanze cancerogene tipo 1, come l’amianto e il benzene. E bisogna dire del legame tra consumo di alcol, e non solo l’abuso, e i tumori al seno, al fegato, all’esofago, alla bocca e alla gola. Le donne che bevono uno o due bicchieri di vino al giorno hanno un rischio aumentato del 27 per cento di sviluppare il cancro alla mammella”.

Si dice d’accordo con la recente decisione presa dall’Irlanda di apporre la sigla ‘HEALTH WARNING’ sulle etichette delle bottiglie, un po’ come succede per le sigarette.

Continua la Scienziata: “E’ proprio come per le sigarette: la dose sicura è Zero”, afferma senza mostrare la minima esitazione. “Noi siamo ormai abituati a sentir dire che a far male è l’abuso di alcol. E invece no: l’effetto cancerogeno si sviluppa anche con un uso modesto”.

Aggiunge per fornire importanti ragguagli scientifici a supporto: “Studi recenti hanno analizzato le componenti della struttura cerebrale, dimostrando che uno o due bicchieri di vino al giorno possono alterarle: insomma, chi beve vino ha il cervello più piccolo”.

Trasecolano e preferiscono minimizzare i colleghi. “Ogni eccesso è dannoso, sia per le bevande che per altre sostanze. Meglio che di queste cose ne occupino i veri esperti”, taglia corto una delle virologhe più preparate, Maria Rita Gismondo, e proprio per questo sparita dalle principali tivvù dopo le prime apparizioni.

La butta sull’ironia Matteo Bassetti, che twitta, con un calice di rosso tra le mani: “Antonella Viola ha detto che il vino rimpicciolisce il cervello ed è paragonabile all’amianto per i suoi danni. Si è dipinta astemia anche se si concede un calice solo nei ristoranti stellati. Ha raggiunto livelli di scienza inarrivabili per chi ama il vino. Cin Cin”. Una volta tanto ci azzecca anche lui.

Senza entrar nel merito di simili affermazioni (una su tutte: faccia vedere, Viola, a tutti i suoi tanti video-fans uno o più studi che dimostrano in modo scientifico il restringimento del cervello dopo due bicchieri di rosso al giorno), vogliamo solo ricordare che in ques’ultimo anno di minor tasso di presenze tivvù perché l’attenzione si è focalizzata sul conflitto in Ucraina, Roberta Viola non è stata per niente con le mani in mano, ma ha firmato ben due volumi che hanno destato grosso interesse nel pubblico.

Il primo, dal titolo non poco ammiccante, “Il sesso è (quasi) tutto buono”, sottotitolo: “Evoluzione, diversità e medicina di genere”, ha in realtà un intento ‘divulgativo’: si occupa, sostanzialmente, di far capire ai lettori che esistono opzioni terapeutiche diverse tra uomo e donna. “Approfondire – scrive l’Autrice – le differenze biologiche tra i generi è determinante nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura delle malattie. Un esempio? Le patologie cardiocircolatorie sono state a lungo ritenute una prerogativa maschile, eppure sono la principale causa di morte anche tra le donne, con il 43 per cento dei decessi totali, contro il 33 per cento tra gli uomini”.

Molto più leggero il tema trattato nel secondo libro, scritto a quattro mani con Daniele Nucci: “Il Cibo Buono – C’è più gusto a nutrirsi bene”, pubblicato da ‘Gribaudo’ a settembre 2022.

Ecco come la casa editrice lo presenta: “C’è più gusto a nutrirsi bene, con cibi che fanno bene al corpo, alla mente e al Pianeta. Grazie a ingredienti facilmente reperibili, che costituiscono tra l’altro i cardini della Dieta Mediterranea, e a moltissimi consigli e informazioni utili, gli Autori propongono un libro a metà strada tra saggio e ricettario, con un unico obiettivo: il benessere della persona e la sostenibilità. Perché, al di là delle tante mode del momento, esiste un ‘cibo buono’ per noi e per chi ci sta accanto.

Scopriamolo insieme”.

Sorge spontanea, anzi ovvia, la domanda. Esisterà mai nel volume una sezione, anche minimale, dedicata ai malefici vini? E comunque, qualche straccio di consiglio per chi va al ristorante e non dover ordinare acqua del rubinetto (figuriamoci cosa c’è nelle acque minerali…)?

A ri-Scherzi a parte: ma nelle ultime settimane l’eccellenza padovana nel campo dell’Immunologia s’è mica ‘bevuta’ il cervello?

Lascia un commento