Aspettando i ‘miracoli’ di Ratzinger

Nel torbido pantano dove sguazzano allegramente sovranisti, pseudo patrioti e conclamati militanti nel neofascismo, si muove anche la quinta colonna di picconatori, emersi dal fango di cattolici in evidente ostilità per il coraggioso revisionismo di papa Francesco, successore del pontefice tedesco rinchiuso nella torre eburnea della teologia, complice perché inerte di corrotti e corruttori, che nei secoli dei secoli hanno tradito gli ideali della cristianità. Incentivato dal diffondersi nei cinque continenti di regimi conservatori o peggio, della destra retriva, il crescente sodalizio di trasgressori della moralità, che dovrebbe sostenere l’umanità dei fedeli e di chi li rappresenta, si coalizza per sottrarre a Bergoglio il ruolo di Pm accusatore, di quotidiano promulgatore dei principi negati: pace, giustizia sociale, fratellanza. Le requisitorie di papa Francesco (nessuno prima di lui), hanno firmato condanna e pene del clero affarista, del turpe dilagare della pedofilia ignorato per evidente omertà dei predecessori, hanno virtualmente scomunicato guerre e sopraffazioni, egoismi dei Paesi ricchi e responsabili di tragedie umanitarie.

Soggetti a più riprese osannanti la famiglia “padre, madre regolarmente uniti in matrimonio e figli legittimi”, hanno inseguito sprazzi di visibilità auto premiante esibendo fedeltà cristiana con il rosario ben in vista nelle foto selfie (Salvini) e, cosa di questi giorni,  guadagnando la pole position tra i fedeli in piazza San Pietro (funerali di Ratzinger) per mostrarsi alla telecamera nel momento di ricevere l’ostia della comunione: Meloni e Salvini bravi cristiani (?) e supporter ufficiali  della famiglia cristiana:  l’uno divorziato, l’altra convivente. Dietro di loro molte migliaia di fedeli rassicurati dall’ermetismo della solitudine ascetica di Benedetto XVI, e il clero impedito da Bergoglio a commettere abusi d’ogni genere.

Il coacervo di scontenti del ‘papa di sinistra’ ha partecipato al coro “Santo subito” (denunciato a caldo in queste note) per il papa tedesco, protagonista dell’unico ‘miracolo’ di farsi da parte per incapacità ad affrontare i mali della Chiesa. A loro ha fatto tempestivamente compagnia l’esplicita richiesta della parte malata del clero di dimissioni di papa Francesco, per motivi di salute.

Sono spuntate le lagnanze (confidate scorrettamente alla stampa) di Ganswein, segretario particolare di Ratzinger, che accusa Papa Francesco di aver spezzato il cuore di Benedeto XVI e di aver limitato il suo ruolo. Evidente l’obiettivo di intralciare l’azione rinnovatrice di Bergoglio o di coprire ammanchi e abusi nella gestione delle finanze del Vaticano a cui Francesco intende rimediare con nuovi strumenti di vigilanza.

Il peggio da oltre oceano, dall’arcivescovo americano Broglio, noto conservatore che usa strumentalmente la ridotta mobilità di Papa Francesco per avanzare l’ipotesi di un suo ritiro e che a proposito di Ratzinger ‘santo subito’ dichiara: “In futuro il processo certamente inizierà. La possibilità di un ritiro sarebbe fattibile dopo la morte del Papa emerito” (perché? ndr)”. Insomma, si vedrà se ci sono miracoli avvenuti per sua intercessione. Nessun dubbio, spunterà chissà dove una pia vecchina e dichiarerà di essere una miracolata di Benedetto XVI. Conclusione: la guerra in famiglia progressisti-conservatori non conosce tregua e anzi crescono le tensioni che papa Francesco governa con riconosciuta decisione.   

 


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