FABRIZIO PREGLIASCO / IL CLAMOROSO AUTOGOL DEL PD IN LOMBARDIA

L’ennesima ‘virostar’ alla corte di Enrico Letta, il segretario dimissionario del PD dopo la storica batosta elettorale che però continua a dettar legge e regole, invece di tornarsene come usciere alla ‘Sorbona’ di Parigi, dove ha insegnato (sic) per alcuni anni, per poi far rientro in patria e massacrare quel po’ di partito che restava sul campo e ridurlo in macerie.

 

UN ASSO NELLA MANICA DEL PD

Si tratta di Fabrizio Pregliasco, uno dei più gettonati da tutte le tivvù durante la pandemia e ora primo candidato nella lista civica pro PD messa in piedi da Pierfrancesco Majorino per dare la scalata alla Regione Lombardia e contrastare il rivale di destra, l’uscente Luciano Fontana, e del centro griffato Calenda-Renzi che lancia in pista la sempre berlusconiana Letizia Moratti, un tempo addirittura presidente RAI per volontà del Cavaliere.

Una vera battaglia fra Titani nella regione economicamente strategica del nostro ormai disastrato Paese.

Nel corso di un dibattito tivvù condotto su ‘Otto e mezzo’ da Lilli Gruber, Majorino ha ribadito la scelta di candidare Pregliasco, motivandola in modo particolare con l’intenzione di rivitalizzare una sanità pubblica un tempo vanto della Lombardia e oggi allo sfascio.

Pierfrancesco Majorino. Sopra, Fabrizio Pregliasco

Proprio sicuro, il pacioso Majorino, che Pregliasco sia l’uomo giusto al posto giusto, dal momento che, in caso di vittoria, andrà di certo ad occupare la poltrona di assessore alla Sanità?

Così, dopo averci ragionato un po’ su, il camice bianco ha sciolto la riserva: “Ci ho pensato su un po’di tempo e alla fine ho deciso: mi candido a consigliere regionale della Lombardia nella lista civica con il candidato presidente del centrosinistra”.

Anzi, a lui spetterà il posto d’onore, la pole position, in veste di capolista.

Annuncia – commenta ‘Byoblu’ – “la sua fedeltà alla sinistra, che confessa di aver sempre votato. Anzi l’ex virostar ci tiene a sottolineare di non aver mai votato né 5 Stelle né la destra. Il ruolo in Regione sarebbe ovviamente quello di assessore alla Sanità, con un progettino su disabili e poveri che Pregliasco annuncia essere le sue priorità”.

E viene aggiunto: “Il sessantatreenne seguirà la bandiera che ha sempre sventolato: quella della vaccinazione come panacea di ogni male e delle mascherine alla cena di Natale. Lo si nota subito dal suo commento all’operato governativo: ‘Meloni ha preso provvedimenti improntati a un tutti liberi forse eccessivo, che sembrano dettati da una certa attenzione al mondo no-vax. Ha potuto prenderli, e questa finora è stata la fortuna sua e di tutti, grazie ai progressi che sono stati fatti soprattutto grazie alla vaccinazione”.

Continua la disamina di ‘Byoblu’: “Di nuovo, non vi è alcun riferimento alla realtà scientifica, che parla di vaccinati più volte ammalati e di non vaccinati mai ospedalizzati. Senza contare come cure domiciliari e immunità naturale non siano assolutamente contemplate”.

E poi viene rammentata una vicenda che fa rabbrividire. “Ricordiamo come a gennaio di quest’anno Pregliasco sia stato sentito dalla Procura. Secondo diverse testimonianze nell’Ospedale Galeazzi di Milano, dove è direttore sanitario, veniva chiesto il super green pass per essere operati. Ai non vaccinati, invece, gli interventi venivano rimandati. L’inchiesta è stata archiviata”.


Contro la candidatura di Pregliasco sono già arrivate le proteste di cittadini e associazioni, come l’un tempo gloriosa ‘Medicina Democratica’. In un fresco comunicato, ‘Medicina Democratica’ fa sapere di ritenere incompatibile la sua nomina con la difesa della sanità pubblica.

Ecco cosa mette nero su bianco la storica sigla sempre scesa in campo per la tutela della salute di tutti, e soprattutto di chi non ha i mezzi per ricorrere al ricco settore ‘privato’, che continua a fare i soldi con la pala: “Il dott. Fabrizio Pregliasco, eminente virologo, nel presentare la sua candidatura ha oggi dichiarato che la risposta della sanità lombarda alla pandemia è stata buona: un giudizio in totale contrasto con le tragedie che i cittadini lombardi hanno sperimentato. Tragedie favorite dalla desertificazione della sanità territoriale, dalla quasi totale cancellazione della prevenzione primaria, da una sanità privata foraggiata da rimborsi pubblici e attenta unicamente ai propri profitti”.

Più chiari di così…

 

POTRANNO MAI I 5 STELLE ‘DIGERIRE’ IL ROSPO ?

A questo punto, visto che il ‘dialogo’ tra Majorino e i 5 Stelle – secondo le parole che il candidato-presidente ha pronunciato davanti ai microfoni di Lilli Gruber – sta andando avanti per individuare i punti per un possibile programma comune, sorge spontaneo l’interrogativo: ma Giuseppe Conte può digerire un capolista e, in caso di vittoria, un assessore alla Sanità come Pregliasco? Non mette in conto che in questo modo pone a serio repentaglio quella credibilità che in questi mesi, con grande impegno, i 5 Stelle stanno riacquistando, sorpassando addirittura il cadaverico Pd nei sondaggi?

Sorgono poi spontanee altre domande.

S’è mai posto seri quesiti, il candidato Pregliasco, sulla efficacia e, soprattutto, sulla sicurezza di quei vaccini che tanto decanta?

Ha letto le ultime, drammatiche cifre rese note finalmente dai CDC (‘Centers for Deseases Control’) americani che mettono nero su bianco una cifra (e pure per difetto) sugli ‘effetti avversi’ (ai quali il super virologo del Galeazzi non fa mai alcun riferimento), ossia ben 10 milioni di ‘effetti avversi’ registrati da quando sono cominciate le campagne vaccinali? Effetti avversi che vanno dai più lievi (come raffreddori, febbri, dolori articolari) a quelli più gravi, soprattutto a danno del sistema cardiocircolatorio, come miocarditi, pericarditi, fino a ictus, trombosi e infarti. E le vittime sono sempre più giovani (molti gli sportivi, gli atleti), compresi in una fascia d’età che va da 19 ai 39 anni.

Ha mai letto, la virostar pronta a tuffarsi nell’agone politico, qualche inchiesta del ‘British Medical Journal’ che documenta l’inefficacia e la non sicurezza dei vaccini a RNA messaggero, quindi Pfizer e Moderna?

Ha mai sentito parlare di una ‘Commissione d’inchiesta sui vaccini’ costituita dal parlamento europeo dove ne stanno uscendo di tutti i colori e soprattutto stanno emergendo colossali responsabilità penali a carica della Commissaria UE Ursula von der Leyen e del Ceo di Pfizer, il veterinario greco Albert Burla, a partire dai contratti-fantasma di fornitura per 71 miliardi di euro siglati via ‘sms’ poi addirittura spariti, fino appunto alla ‘non efficacia’ e ‘non sicurezza’ dei vaccini stessi?

“Lo scandalo più grande nella storia dell’Unione Europea”, commenta il componente olandese della Commissione. Di fronte al quale lo stesso ‘Qatargate’ è un bruscolino, così come il fiorente ‘Maroccogate’, che vede tanta sinistra-sinistra (la prima, per intendersi, nel senso di ‘losca’) in pole position.

Francesco Rocca

“Ma noi siamo parte lesa”, osa dire il becchino del Pd, Enrico Letta, che continua ancora a parlare e a dettare la rotta, rincuorando il suo popolo: “alle prossime elezioni vinciamo noi”.   Ma a nome di chi blatera, l’ameba-ectoplasma Letta?

Una volta tanto ha ragione il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ha appena sparato bordate di fuoco su chi ha guidato allo sfacelo il PD negli ultimi 15 anni: “Una banda di corrotti, disonesti, e anche ignoranti e incapaci”.

Un’istantanea che più riuscita non si può. Soprattutto se teniamo presente che lorsignori osano ancora parlare di ‘giustizia sociale’ e di battaglie al fianco dei più deboli.

Vergogna.

 

NON SOLO PREGLIASCO, COMUNQUE

PD acchiappa virostar ovunque e comunque.

Alle ultime politiche ha fatto eleggere a palazzo Madama lo ‘zanzarologo’ Andrea Crisanti.

Un Crisanti – va rammentato – in palese conflitto d’interessi: visto che ha svolto il delicato ruolo di perito incaricato dalla Procura di Bergamo per valutare l’efficacia dell’azione di contrasto al primo assalto del Covid in Lombardia.

In Puglia come consigliere regionale fa bella mostra Pier Luigi Lo  Palco, oggi alla corte del Governatore Michele Emiliano.

In passato, ancor prima della pandemia, brillava la stella del super ospite domenicale di Fabio Fazio, l’allergologo-massone (è iscritto al Grande Oriente d’Italia ‘a sua insaputa’) Roberto Burioni, che all’epoca Matteo Renzi voleva addirittura come ministro della Salute.

Alessio D’Amato

Ma se la sinistra (sic) inanella queste figure che definire barbine (o da Circo Barnum) è un eufemismo, la destra non scherza, a cominciare dalla tragica sceneggiata della legge di bilancio che sta facendo sbellicare dalle risate l’Europa intera: ma farà piangere lacrime amare a tutti gli italiani, a cominciare dai più deboli, come i pensionati e i senzalavoro, a tutto vantaggio dei Padroni del Vapore.

E la destra-sfascista candida, per il vertice della Regione Lazio, il numero uno della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. Dovrà vedersela con lo scolorito e anonimo assessore regionale PD alla Sanità, Alessio D’Amato.

Altra battaglia fra Titani e davvero una singolar tenzone giocata sempre sul terreno della sanità: ma dove la salute dei cittadini è davvero l’ultimo dei problemi.

Come in Lombardia.

Come dappertutto.


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