ALBERT BOURLA-PZIFER / CLAMOROSO! SECONDO NO ALLA COMMISSIONE UE D’INCHIESTA SUI VACCINI

Pensa forse di trovarsi al Carnevale di Viareggio oppure a quello di Rio il Ceo diPfizer, Albert Bourla, di tutta evidenza abituato a frizzi & lazzi, cotillon e burle, quelle autentiche.

Ed invece ha a che fare con la ‘Commissione d’inchiesta sui vaccini’ da in paio di mesi costituita in seno al Parlamento di Bruxelles.

Convocato per la seconda volta al fine di verbalizzare davanti ai Commissari, infatti, il veterinario greco che siede sulla poltrona di amministratore delegato di Pzifer, il colosso farmaceutico che ha    tagliato il traguardo del primo vaccino anti-covi al mondo, ha risposto ancora una volta picche: non mi presento davanti alla Commissione per rendere la mia testimonianza.

La circostanza ha dell’incredibile. I commissari, infatti, sono chiamati a far chiarezza su due punti di fondamentale importanza per tutti i cittadini: primo, l’efficacia e, soprattutto, la sicurezza dei vaccini prodotti e commercializzati da Pfizer; secondo, le modalità di acquisto, ossia le modalità con le quali sono stati sottoscritti i contratti di fornitura dei vaccini Pfizer ai Paesi Ue, per un importo complessivo da ben 71 miliardi di euro, certo non noccioline.

Sulla prima questione, infatti, i dubbi sono tanti, troppi; e si moltiplicano, a livello internazionale, studi, ricerche, statistiche e cifre di fonti ufficiali e autorevoli che documentano la quasi totale inefficacia, ormai, dei vaccini; e ancor più destano grandissimo allarme in tutto il mondo i dati da brividi sugli effetti avversi registrati ovunque. Un solo esempio per tutti, che la Voce ha più volte rammentato in queste ultime settimane (vedi link in basso): i CDC(‘Center for Deseases Control’) americani hanno finalmente resi noti, un paio di mesi fa, i numeri ufficiali (comunque abbondantemente per difetto) sugli EFFETTI AVVERSI causati dai vaccini, da quando sono iniziate negli Stati Uniti le campagne. Cifre raccapriccianti: ben dieci milioni (10, avete letto bene) di effetti avversi, dai più lievi ai più gravi, che colpiscono soprattutto il sistema cardiovascolare (pericarditi, miocarditi, ictus, trombosi, infarti, soprattutto tra i più giovani, nella fascia tra e i 19 e i 39 anni.

Heiko von der Leyen con la moglie Ursula.

Non è finita qui. Perché Bourla deve spiegare ai commissari Ue come ha venduto quelle gigantesche quantità, pari a 71 miliardi di dollari, alla UE: è vero che il contratto più grosso, per 31 miliardi, è stato sottoscritto addirittura via ‘sms’, con la Commissaria UE Ursula von der Leyen, sms di cui si sono perfino perse le tracce? E’ vero che sono state bypassate tutte le regole e le norme comunitarie previste, come ad esempio l’esame dei contratti stessi da parte di apposita commissione di esperti, sia di Bruxelles che dei vari paesi aderenti?

E ancora: quali sono i reali rapporti tra Bourla e il marito della Super Commissaria, Heiko von der Leyen, che è al vertice di una società americana che si occupa di biotecnologie, ‘Orogenesis’, e che lavora a stretto contatto di gomito (e di affari) proprio con Pfizer? Un conflitto di interessi alto come un grattacielo!

Eppure il Ceo non ha tempo per tali quisquilie che mettono in ballo la salute di milioni e milioni di cittadini. Se ne fotte.

In prima battuta ha mandato allo sbaraglio, davanti alla Commissione d’inchiesta, la responsabile dei mercati esteri di Pfizer, Janine Small, la quale non ha saputo quali pesci prendere e ha farfugliato poche e confuse parole: “Non conosco i dati…. Eravamo in una tale emergenza… qualcosa bisognava pur fare…”.

Parole che hanno lasciato sbigottiti i commissari e fatto gridare al membro olandese: “Si stratta del più grande scandalo di tutta la storia della Commissione europea. Una vergogna. Bisogna fare assolutamente chiarezza. E presto”.

Tanto presto che è partita, in tempo reale, una seconda convocazione per Bourla. Il quale ha appena concesso il clamoroso bis, rifiutando di verbalizzare. Ai confini della realtà.

A questo punto sbotta la presidente della Commissione d’inchiesta sul Covid, Kathleen Van Brempt: “Il Parlamento europeo ha il diritto di avere la piena trasparenza sui contratti; il fallimento della Commissione Ue e di Pfizer nel dare risposte mostra un disinteresse per il ruolo del Parlamento europeo e getta un’ombra pesante sul successo della strategia europea sui vaccini”.

Kathleen Van Brempt

E aggiunge: “La trasparenza è essenziale per garantire la fiducia dei nostri cittadini nelle istituzioni europee ed è fondamentale per rafforzare la resilienza dell’Unione europea. La nostra Commissione continuerà a sollevare questa preoccupazione e ad adottare tutte le misure necessarie per garantire la piena trasparenza nei confronti del pubblico”.

Quali mezzi concreti ha a disposizione, a questo punto, la Commissione per obbligare il veterinario greco a verbalizzare?   Può essere, mister Bourla, ‘tradotto’ con la forza? O non sarebbe il caso – visto che si parla di vite umane trattate come carne da cannone, ben più che in Ucraina – di investire della questione la ‘Corte dell’Aja per i crimini contro l’Umanità’? Guarda caso, proprio pochi giorni fa l’‘amica’ di Bourla, lady von der Leyen, ha avuto la faccia di bronzo di invocare proprio la Corte dell’Aja per provvedere a trattare in fretta il caso del ‘macellaio’ Vladimir Puntin? Perché, visto che conosce bene il tema, non investe quella stessa Corte dei crimini commessi in combutta con l’amico veterinario ateniese?

 

Da Bruxelles a Londra il passo è breve. E proprio in Gran Bretagna stanno divampando le polemiche – ovviamente ‘oscurate’ e ‘censurate’ da noi, come quelle della Commissione d’inchiesta sui vaccini, un vero scandalo, da autentico ‘bavaglio informativo – sul ruolo svolto di recente dall’onnipresente (meno che davanti alla Commissione d’inchiesta) Bourla per aver fornito false e fuorvianti informazioni alle autorità britanniche sul fronte delle vaccinazioni dei bambini da 5 agli 11 anni: un fatto – se accertato – di gravità inaudita.

Ne dà notizia ‘The Telegraph’, che riferisce di un’intervista rilasciata il 2 dicembre da Bourla alla BBC nel corso della quale afferma, con piglio deciso: “Non ho dubbi che i benefici, completamente, siano a favore della vaccinazione dei giovani dai 5 agli 11 anni”.

Il Ceo di Pfizer ha avuto il coraggio (leggi, faccia di bronzo due) di affermare che la “disinformazione on line sui vaccini è criminale”.

Diverse associazioni e organizzazioni inglesi, in prima linea ‘UsForThem’ animata da genitori che vogliono difendere a tutti i costi la salute dei loro bimbi, hanno denunciato Bourla davanti all’Autorità di Vigilanza Farmaceutica, ossia la ‘Prescription Medicines Code of Practice Authority’. Secondo la denuncia, le affermazioni del vertice Pfizer sono “vergognosamente fuorvianti” e “di natura estremamente promozionale”, sostenendo che violavano diverse clausole del codice di condotta dell’Associazione dell’industria farmaceutica britannica”.

E hanno controbattuto: “Non ci sono prove che gli scolari sani nel Regno Unito siano a rischio significativo del virus Sars CoV-2 e implicare che lo siano è vergognosamente fuorviante”.

 

 

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