META-FACEBOOK / AL SERVIZIO DEI MILITARI USA PER “DISINFORMARE”

Da ‘vittime’, man mano, si sono trasformate in ‘complici’.

A quanto pare è il percorso toccato (e poi voluto) alle stelle di BIG TECH, le grandi aziende che popolano il mondo sempre più variegato – e sempre più ‘border line’ – dei social media.

Sta emergendo, per fare l’esempio più clamoroso – dalle inchieste federali portate avanti da alcuni coraggiosi procuratori Usa, che dalla Louisiana al Missouri ne stanno scoprendo delle belle.

Dopo mesi e mesi di minuziose indagini, infatti, hanno deciso di far deporre sotto giuramento – che negli Usa non è uno scherzo – il Super Virologo a stelle e strisce Anthony Fauci e una dozzina di alti funzionari della Casa Bianca per il ‘depistaggio’ – secondo le ipotesi accusatorie – organizzato davvero in mondo scientifico per quanto concerne le informazioni sulla pandemia da Covid-19.

In sostanza, Fauci & C. avrebbero esercitato forti pressioni sui pezzi da novanta dei social media per ‘censurare’ e ‘oscurare’ le opinioni di autorevoli ricercatori e scienziati che non collimavano con le linee politiche della Casa Bianca, dove Joe Biden poteva contare su un suggeritore del calibro di Anthony Fauci, già braccio destro di ben 6 presidenti Usa sul fronte medico-scientifico.

Bisognerà vedere, a questo punto, cosa dichiareranno, davanti alle corti federali, Fauci & C.

Ma la strategica ‘disinformativa’ sembra poi aver fatto passi in avanti: non più minacce o intimidazioni, ma progressivamente un rapporto – e un accordo – sempre più organico, tanto da trasformare i social in un vero e proprio braccio destro della Casa Bianca e addirittura del suo apparato militare. Il Pentagono? O lo stesso ‘Dipartimento di Stato’ che è più guerrafondaio degli stessi militari che reggono le sorti del Pentagono, sotto la spinta dei super-falchi Tony Blinken e Victoria Nuland (la vera ‘stratega’ dell’operazione Maidan in Ucraina e dell’ampio dispiegamento di bio-laboratori militari segreti nella stessa Ucraina, una quarantina in tutto).

Ma torniamo al condizionamento-controllo sui social. Con un caso emblematico, quello di META, l’ex colosso Facebook fondato da Marc Zuckerberg.

 

Mark Zuckerberg

Ecco cosa scrive, sul sito specializzato in geopolitica internazionale ‘Global Research’, il reporter Mac Slavo, in un articolo titolato “Facebook (Meta) conferma di avere legami con una campagna di propaganda militare statunitense”.

Così esordisce Slavo: “Nel caso non lo sapessi, le grandi aziende

tecnologiche hanno collaborato con l’esercito degli Stati Uniti per controllare le narrazioni ufficiali usando la propaganda. Una di queste operazioni segrete è stata confermata da ‘META’, la società madre di Facebook, che stava spingendo le narrazioni pro-Usa e anti-Russia”.

Dettaglia il reportage: “Meta ha riconosciuto la scoperta di diversi gruppi di account e pagine falsi ritenuti collegati a individui ‘associati all’esercito statunitense’. (…) La classe dirigente statunitense ha cercato per decenni di controllare e fare il lavaggio del cervello al pubblico. Questa non è una novità: tranne che Meta ora lo sta ammettendo. ‘Sebbene le persone dietro questa operazione abbiano tentato di nascondere la loro identità e il loro coordinamento, la nostra indagine ha trovato collegamenti con personaggi associati alle forze armate statunitensi’, ha affermato la società in un post sul suo blog”.

E così prosegue la ricostruzione degli inquietanti fatti: “La campagna di influenza è stata scoperta all’inizio di quest’anno e in totale Meta ha rimosso 39 account Facebook e 26 account Instagram, oltre a 16 pagine e due gruppi, tutti per aver violato la politica dell’azienda. Il gigante dei social media ha ammesso che l’operazione su larga scala è andata oltre quelle diverse dozzine di account e su molte piattaforme internet, tra cui Twitter, You Tube e Telegram, nonché i principali social network russi VKontakte e Odnoklassniki”.

E ancora. “Il riconoscimento di Meta conferma un’indagine bomba del ‘Washington Post’ che ha rivelato che il Pentagono è stato costretto a lanciare una ‘verifica radicale su come conduce la guerra clandestina dell’informazione’. (…) Meta sta fingendo di essere vittima innocente, ma sapevamo cosa stava succedendo e cosa stava facendo la classe dirigente ai suoi sudditi. Si sono resi colpevoli di ogni tipo di censura e sappiamo che stanno lavorando con i padroni per mantenere gli schiavi distratti, ingannati e divisi”.

George Orwell, a questo punto, diventa un pivellino…

 

Di seguito vi proponiamo la lettura di un’inchiesta molto articolata e ‘intricata’, pubblicata sul battagliero sito ‘contro-informazione’ il 29 novembre e intitolata “Psiphon, lo strumento tecnologico della CIA creato per alimentare e aiutare le proteste in tutto il mondo”.

Il cerchio ‘super-disinfomativo’, così, si chiude. Per la gioia dei guerrafondai a stelle e strisce.

 

 

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Psiphon, lo strumento tecnologico della CIA creato per alimentare e aiutare le proteste in tutto il mondo

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