Distrazione di massa, complice involontario ‘Pecco’

“Iubentium habemus heros”, nella lingua di Cicerone annuncia il giubilo dell’Italia motociclistica o comunque patriottica per il completamento di un ciclo multi decennale di piloti italiani campioni del mondo nella categoria più prestigiosa delle corse su due ruote. Traduco: “Evviva, abbiamo un eroe” Francesco Bagnaia, in arte ‘Pecco’, rinnova il mito di Agostini, di Valentino Rossi e sommo gaudio mentre inforca la moto italiana della Ducati. L’evento, di sicuro impatto con il campanilismo dell’italiano medio, che com’è giusto fare esulta ad ogni medaglia d’oro degli azzurri, ha un risvolto politico. Politico? Eh già. Provate a condividere questa preoccupata riflessione. Il trionfo di Pecco agevola l’auto assoluzione di Malagò, presidente del Coni, che si dice solidale con le ‘farfalle’ della ginnastica artistica, bullizzate da allenatori e federazioni e nasconde la responsabilità di non aver vigilato su quanto accadeva nelle palestre. Distrazione di massa! C’ è però di molto peggio. Se pensate che sia una malignità, ritrovate su Rai Play la registrazione del Tg1 delle 20 di ieri sera. In apertura in apertura, saltata a piè pari la priorità di quanto accade di grave in conseguenza della guerra in Ucraina (crisi economica, famiglie e imprese in default), ha esordito con il titolo su Bagnaia, che pur arrivando nono nella gara di Valencia, è diventato campione del mondo. Chi ha anche un’approssimativa confidenza con il giornalismo ha giudicato anti professionale la scelta editoriale di collocare in primissima pagina il ‘caso’ di Pecco. Se devoto di “Yo soy Giorgia” avrebbe intuito il perché. La brava conduttrice ha infatti condito la ‘fondamentale’ notizia con la ‘rispettosa’ citazione del messaggio di congratulazioni inviato al pilota dalla presidente del consiglio. Tutto più chiaro?

“Se le cose stanno così” recitava una canzone di successo…  Stanno così: prima ancora di conoscere l’esito del voto che il 25 settembre ha confermato la vittoria della destra, in Rai era al massimo la fibrillazione di Tg, giornali radio talk show. Al facile pronostico sull’occupazione bulgara della televisione pubblica annunciata dai vincitori ha corrisposto la precoce sterzata delle redazioni per acquisire ‘meriti’ di fedeltà ai nuovi padroni. In particolare del più appetito tg1, su cui punta la destra come suo portavoce. Alle spalle dei conduttori / conduttrici si può ammirare, in fatale permanenza, l’immagine della ‘borgatara’ e il tempo dedicato alla maggioranza è palesemente abnorme. Allora, chi pensate che abbia organizzato la scaletta del tg1 di ieri sera, se non la direttrice, seriamente preoccupata di sloggiare per far posto a un fedelissimo della premier…

Rassegnamoci, è solo l’alba di quel che accadrà.


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