Ahi, mezzo mappamondo gira a destra

In politica è puro azzardo proporre parallelismi tra le molteplici interpretazioni della democrazia progressista e il sovranismo più o meno esasperato di Paesi che distano tra loro poco o molto, geograficamente e per storica personalizzazione, che sono condizionati da situazioni per nulla omogenee. Incombe pericolosamente sull’umanità l’onda lunga della destra, quasi senza opposizione. Il fallimento della ‘Rivoluzione d’Ottobre, cancellata dalla violenza imperialista di Stalin, dalla proliferazione di oligarghi,  generati dalla casta della burocrazia sovietica, ha demotivato l’ideologia della sinistra e di chi l’ha progressivamente inquinata compartecipando ai processi della globalizzazione liberal-conservatrice. L’Italia finisce nella spirale antidemocratica della destra, strumentalmente affannata a mostrarsi moderata per catapultarsi sulla pelle degli italiani come normale avvicendamento. Quando esisteva la sinistra, all’insuccesso elettorale di un Comune di modesta dimensione, la risposta a ‘tambur battente’ era un processo severo ai responsabili, un’indagine accurata sul perché e l’immediata correzione di rotta.

Al default del 25 settembre, il Pd reagisce affidando al futuro non proprio prossimo analisi e terapia per uscire dalle secche del 15 per cento, o poco più di consensi e con la lotteria dei possibili successori di Letta.

Non è azzardato il discrimine antifascista sollecitato dalla drammatica svolta a destra che consegna il Paese al parafascismo di Fratelli d’Italia, o peggio a pericolose diramazioni, semi ufficiali (la destra estrema di Casa Pound, Forza Nuova).

Non è solo una deriva di casa nostra e la ‘scoperta’ è tutt’altro che rassicurante.  Un’occhiata al mappamondo racconta la degenerazione in corso, il preoccupante sommarsi di regimi totalitari, a guida di conservatori, euroscettici, nazionalisti, di monarchie antidemocratiche: Arabia Saudita, Brunei, Emirati Arabi Uniti, Oman, Qatar, Swatini, Burundi, Eritrea, Libia, Congo, Sudan, Ciad, Arabia Saudita, Repubblica Centroafricana, Yemen, Iran, Laos, Tajikistan, Turkmenistan, Barhein, Israele di Netanyau, di Russia, Cina, Corea del Nord, India, Brasile, Turchia, Ungheria, Polonia, Austria, Svezia Bielorussia. In agguato fibrillano gli Usa trumpiani, gli inglesi dei tories di Johnson, i fascisti spagnoli di Vox, i francesi di Le Pen, i tedeschi di Alternative fur Deutshland.

Il paradosso: la perversa ideologia della destra alligna dove è più consistente il malessere sociale, la povertà, la repressione delle libertà, il mancato rispetto dei diritti, le diseguaglianze, lo sfruttamento del lavoro. Può darsi che emerga la faccia non camuffata del parafascismo di Fratelli d’Italia, che esca dall’ombra, come il razzismo strisciante di Salvini, che esploda la mina vagante di Berlusconi e protesti l’inconsistenza mortificata dei pianetini pro Meloni esclusi dalla torta: può darsi, ma non basterebbe a far sventolare a sinistra la bandiera del contrappasso.


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