STATI UNITI / LA STRAGE DEI BOVINI

Apparentemente a causa della siccità, ma sostanzialmente per motivi economico-finanziari, in molti Stati degli Usa si sta verificando un autentico massacro di bovini, una strage in piena regola.

Ma tanto gli yankee, così avvezzi a distruggere vite umane sotto tutte le latitudini, figuriamoci se hanno problemi con le loro mandrie…

Stando agli ultimi dati forniti il 14 agosto dall’American Farm Bureau Federation (AFBF), e dal ‘Rapporto sullo stato dell’Agricoltura’ elaborato sulla scorta di quelle notizie, la situazione viene definita ‘grave’ per il 60 per cento delle pianure occidentali, centrali e sud occidentali degli Usa.

Circa i due terzi delle produzioni di carni bovine a stelle e strisce, per un totale di circa 365 miliardi di dollari, viene realizzata dai 17 Stati che corrono lungo le pianure centrali.

Ecco, più in dettaglio, le cifre. Questi Stati (tra cui in pole position il North Dakota, il Texas e la California), allevano il 74 per cento dei bovini, il che – tradotto in soldoni – vuol dire il 18 per cento della produzione agricola americana, come valore economico; e il 50 per cento della produzione lattiero-casearia (pari all’11 per cento della produzione Usa). Non solo carni, comunque: perché arriviamo addirittura all’80 per cento della produzione di grano e al 70 per cento della frutta e degli ortaggi. Numeri da capogiro: la vera spina dorsale americana sul fronte alimentare.

Documenta un ricercatore dell’Università di Bologna, Leo Essen: “Il censimento nazionale dei bovini al 1° luglio registrava un calo del 2 per cento rispetto all’anno precedente, con 98.8 milioni di capi. Di questi, ben 2 milioni sono stati inviati al macello. Il 16 agosto il 54 per cento di tutta la popolazione di bovini made in Usa soffriva per la siccità. La situazione era particolarmente critica in Texas, con il 93 per cento delle aree colpite e con una perdita secca del 26 per cento di pascoli e raccolti”.

A causa della siccità e dei costi elevati dei mangimi – scrive l’agenzia ‘Reuters’ – gli allevatori hanno deciso di ridurre le mandrie, mandando al macello vacche e vitelli.

Continua Essen: “Non ci sono eserciti di riserva nell’industria zootecnica. Il capitale vivente in eccesso viene indirizzato direttamente al macello, senza troppe ciance. Due terzi degli intervistati nel rapporto dell’AFBF prevedono di ridurre le mandrie. Il calo più vistoso è previsto in Texas (50 per cento), New Mexico (43 per cento), Oregon (41 per cento)”.

Un allevatore del Texas ha dichiarato: “Abbiamo venduto metà della nostra mandria e potremmo non essere in grado di nutrire il resto. Dai capi venduti abbiamo realizzato allena il 60-70 per cento del prezzo di acquisto”.

Secondo un altro, del Michigan, “i costi continuano a salire – benzina, mangimi, medicine, fisco – rendendo ancor più difficile per gli allevatori più anziani lasciare le redini alle giovani coppie che iniziano”.

Racconta Wesley Ratcliff, fondatore del ‘Ranch Caney Creek’ in Oakwoood: “Ho iniziato con 50 mucche, erano mucche anziane (‘older mama’), potevano avere ancora un vitello, ma le ho spedite alla Fabbrica di carne in Scatola (‘meat factory’)”.

Il 16 agosto l’U.S. Department of the Interior ha dichiarato la prima carenza d’acqua in assoluto nel bacino del fiume Colorado che copre oltre 264.000 miglia quadrate e fornisce risorse idriche vitali in Arizona, California, Colorado, Nevada, New Mexico, Wyoming e Messico settentrionale. Sono a rischio le forniture vitali per migliaia di aziende agricole e allevamenti.

Sostiene ancora Leo Essen: “L’impronta idrica dell’agricoltura e della zootecnia industrializzate è molto elevata. Il problema non è la scarsità di precipitazioni, ma l’uso intensivo dell’acqua. Il problema non è l’ecologia. Il problema è il capitalismo, la composizione organica del capitale. I bilanci con costi tirati all’osso, dove anche una piccola variazione dei prezzi – farmaci, benzina, concimi, mangimi etc. – abbatte i margini di profitto, dunque rende infruttiferi gli investimenti in capitale fisso. Ma nel caso della zootecnia il capitale fisso è costituito da esseri viventi. Il capitalismo è questa cosa qua: oggi ti vede come una cara Old Mama, domani ti vende come Carne in scatola, pur di recuperare un 60-70 per cento del capitale investito”.


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