NOAM CHOMSKY / IL TOTALITARISMO DEGLI STATI UNITI 

Negli Stati Uniti, oggi, la democrazia sta boccheggiando. La libertà d’informazione è praticamente azzerata e gli americani sono costretti a vivere sotto una cappa di “totalitarismo democratico”.

Sì, perché le leve del comando, da un ventennio, sono saldamente nelle mani dei (sic) ‘democratici’, dopo la parentesi trumpiana oggi sotto la lente d’ingrandimento di Cia ed Fbi (con ogni probabilità per stoppare una possibile ricandidatura presidenziale del tycoon).

Le pesantissime affermazioni sulla salute di ‘libertà e democrazia’ negli Usa sono di uno dei massimi intellettuali viventi, che ha ancora fosforo e coraggio da vendere e non teme conseguenze per la sua ‘carriera’: si tratta di Noam Chomsky, che è stato intervistato da un attento blogger americano, Russell Brand, autore del podcastUnder the Skin’.

Ecco i passaggi salienti dell’intervento griffato Chomsky.

“Gli Stati Uniti oggi vivono in una sorta di cultura totalitaria, che non è mai esistita in vita mia ed è molto peggiore rispetto a quanto succedeva nell’Unione Sovietica prima di Gorbaciov”.

Parole pesanti come macigni e su cui tutti dovrebbero riflettere con molta attenzione.

Russel Brand. Sopra, Noam Chomsky

Negli anni ’70, i cittadini dell’Unione Sovietica potevano accedere alla BBC, a ‘Voice of America’, la televisione tedesca, se volevano scoprire le notizie”.

“Se oggi negli Stati Uniti vuoi scoprire cosa il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov sta dicendo, è cosa che non puoi fare. E’ sbarrato, è censurato. Agli americani non è permesso di ascoltare quello che dicono i russi”.

“Non posso accedere alla televisione russa, non posso accedere a fonti russe. Ciò significa che i bravi giornalisti come Chris Hedges, uno dei migliori, sono tagliati fuori – e sono esclusi dalle informazioni anche tutti gli americani – perché gli è proibito di accedere a programmi su RT, così come alle altre televisioni russe”.

“Vuoi scoprire cosa dicono gli avversari, il che è della massima importanza… Ma gli Stati Uniti hanno imposto vincoli alle più elementari libertà di accesso alle informazioni, una cosa al di fuori della realtà e che addirittura va oltre rispetto a quanto avveniva dopo Stalin e la Russia sovietica”.

“Chiunque osi rompere, negli Usa, la linea del partito democratico sulla questione dominante di oggi, l’Ucraina, è semplicemente demonizzato. Non può essere mandato in un Gulag, è ancora un paese ‘libero’, ma riesci a malapena a parlare. E tutto ciò ha implicazioni molto, molto pericolose”.

Capito, super atlantisti di casa nostra, dal patetico Enrico Letta di questi giorni al bibitaro-steward del San Paolo Giggino Di Maio?

Ma sorge un forte dubbio, soprattutto sull’ex titolare del Viminale: avrà mai letto qualcosa di Chomsky?


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