Mala tempora currunt

È puro azzardo. Un pronostico irragionevolmente ottimista limita a una nuova, transitoria stagione di economia recessiva le conseguenze della folle megalomania di Putin: morti, atrocità subite dal Paese geograficamente più esteso d’Europa dopo la Russia, città ridotte in macerie, episodi di disumanità, di bestiale nazismo: Non è così. Il pianeta Terra teme, a ragione, il pericolo che il braccio di ferro Russia-Cina-India, più aggregati con l’Occidente a regia dominante degli Stati Uniti, possa deragliare in un terzo conflitto mondiale, nel criminale ricorso al nucleare. Di fronte alla tragica prospettiva di autodistruzione del pianeta come giustificare il racconto di effetti collaterali quasi microscopici della guerra? Forse perché sono spie poco luminose, ma probanti di quanto ci aspetta, autorevolmente certificato dal pessimismo di Draghi sul futuro della nostra economia. Dunque: il pieno di metano per una Panda ibrida, costo medio 13-14 euro è stato pagato 48 euro, per effetto del caro gas e della speculazione a catena, dal produttore al distributore. I costi aggiuntivi di acquisto in un megastore: la cassa ha riscosso oltre al prezzo dell’oggetto gli euro in più dell’Iva e il costo della busta, due ‘extra’ mai calcolati in passato.

Alla preoccupata domanda del premier “Meglio l’aria condizionata o la pace?”, una risposta istituzionale è del leader di ‘Azione’, di Calenda, che intervistato questa mattina ha demolito il progetto green di autonomia (perché a suo dire “utopico, irrealizzabile”) e ha suggerito di installare in Italia quattro centrali nucleari, fingendo di ignorare il ‘no’ vincente del referendum. Il metano a 18 carati, come oro, il sovrapprezzo imposto da una multinazionale al costo di un indumento (Iva, busta), tutti i piccoli, medi o grandi aumenti dei generi di prima necessità, la minaccia di picchi in salita dell’inflazione e in discesa del Pil, prolungano lo stato di sofferenza dei due anni inflitti dalla pandemia.

Non stupisce che soggetti privati dell’abituale libido per la visibilità oscurata, soprattutto televisiva, pur di apparire si dichiarino No Vax e ora pro Putin (ma poi, a Salvini il presenzialismo certo non manca, e allora quali interessi nasconde dietro l’ambigua equidistanza da Putin e Zelenski, dietro il silenzio sulla strage di Bucha?). Incomprensibile è il caso di una ‘vecchia pacifista’, così si definisce, che dialoga con la rubrica lettere al direttore e afferma che ucraini e russi per lei pari sono. Incredibile è la richiesta del presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Afferma che occorre una commissione d’inchiesta per accertare se sono veri gli episodi della barbarie compiuta dai russi, documentata da immagini inconfutabili. È normale che l’ex leghista e comunque destrofila Francesca Donato, europarlamentare filo russa contestata dalla vicepresidente Picierno del Pd, abbia chiesto che si indaghi, di non dare per scontate torture, uccisioni e altre barbarie commesse dei russi in Ucraina. In due parole: dubbi e negazionismo delle responsabilità di Putin, fanno lo sporco gioco dell’aggressione, non troppo distante dalla iattura di una terza guerra mondiale. Da decodificare, per capire se dettata dal militarismo del massimo rappresentante della Nato, la terrificante prospettiva della guerra in corso che potrebbe durare mesi, anni.

Completamente estraneo a questo devastante capitolo del terzo millennio, appare ogni bazzecola delle quotidianità. Trascorso un quinto del secolo in corso la Napoli di ex Borboni e Angioini, della nobiltà tutt’altro che aperta al sociale, spreca energie per dirimere il caso di due storici circoli nautici partenopei, che per regolamento accettano solo soci di sesso maschile.

Per fortuna, a distanza di poche centinaia di metri, la Napoli della solidarietà accoglie a braccia aperte bambini e donne in fuga dall’Ucraina. 


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