Ahinoi, ha Putin gli assi in mano

Il mondo assiste con frustrazione da impotenza all’aggressione fratricida che lo zar compie con cinismo tipico da despota. Desta stupore, ma di più, indignazione, il bluff che Biden e i suoi alleati europei mettono in scena per rispondere alla tracotante violenza che subisce l’Ucraina: gli analisti spiegano con argomenti ineccepibili che l’impianto delle sanzioni minacciate dall’Occidente per punire Putin, a conti fatti danneggiano gravemente la nostra economia. Sospettano che la Russia abbia previsto per tempo come rispondere con efficaci contromisure. Le certezze sono purtroppo raccontate dai venti di guerra, che soffiano con raffiche di tremenda intensità sul Paese per estensione territoriale secondo solo alla Russia. La Nato vorrebbe inglobarlo, con l’evidente obiettivo di acquisire un avamposto nel cuore dell’ex impero sovietico. Putin sta per annetterlo come baluardo difensivo della propria area di influenza. In verità, ‘chiudere la stalla quando sono già scappati i buoi’ è quanto fanno Biden e la sua  alleanza europea. Il caso Ucraina coniuga il verbo allarmare al passato remoto, si è rivelato da anni come una pericolosa polveriera pronta ad esplodere con le sue contraddizioni interne, la coabitazione di anime in conflitto pro e contro la Russia e non ultimo il controproducente tentennare della Ue nel concludere l’annessione di Kiev. Il cinico determinismo di Putin, che ha provocato morte e distruzione in terrificante e purtroppo imminente progressione, insegna che gli orrori della guerra non sono il deterrente immaginato con avventato ottimismo per tenere in vita il tremendo, quanto lontano ricordo dei conflitti mondiali del secolo scorso. Quanto accade, a non grande distanza dal nostro Paese, provoca morti, profughi, odio e conferma, se ve ne fosse bisogno, la colpevole incapacità delle Nazioni Unite di ottenere il rispetto dei diritti umani, l’anomalia della risposta all’aggressione della Russia affidata ai Paesi della Nato, struttura militare dell’occidente a sovranità americana e non all’Onu. La solidarietà formale agli ucraini, come giudicarla, non costa niente e vi partecipa perfino chi, come la Lega e la destra della Meloni hanno mostrato affinità elettive e non solo con il Cremlino. La tragedia vissuta con paura e dolore dagli ucraini, anche da tanti emigrati (in Italia una consistente comunità) oltre al terribile bilancio di morte, duplica in peggio le conseguenze della pandemia sulla salute dell’economia mondiale. Anche di più di Paesi, come l’Italia, che importano dalla Russia gran parte delle fonti di energia, arma di ricatto che Putin non esita a impugnare. Si legittima, purtroppo, il ricorso all’aggettivo ‘allucinante’ per definire lo sconsiderato appello del presidente Volodymyr Zelens’kyj agli ucraini: “Non andate via, armatevi, combattete”. Suggerisce, dal luogo segreto dove si è rifugiato, di opporsi a missili, carri armati, alla potenza militare della Russia con le bottiglie molotov (!!!). Si spera che l’incitamento cada nel vuoto

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