Grande italiano

Credo di aver provato, non di essere riuscito, a condurre il telegiornale della mia regione come l’avrebbe costruito e raccontato David Sassoli, con il suo garbo, il rispetto per la chiarezza e la priorità nella scelta delle notizie, l’accuratezza nel costruire i ‘lanci’ dei servizi e sollecitare l’attenzione degli ascoltatori, con la  costante percezione che di là dall’obiettivo delle telecamere non c’era la parete insonorizzata dello studio, ma occhi e anima, sentimenti, di donne e uomini con il loro  carico di emozioni, problemi, storie personali, convinzioni, disposizioni d’animo.  Derogo e me ne scuso, dall’impegno costantemente condiviso di evitare l’autocitazione e chiarisco subito di aver vissuto la notizia della morte di Sassoli con dolore pari alla perdita di un fratello, del riferimento non solo professionale che ha illuminato il ruolo istituzionale di presidente del Parlamento europeo, stimato, benvoluto, perfino amato. Il cordoglio universale per la sua morte, avvenuta nel pieno della maturità di politico europeista, ha esaurito completamente e presto la possibilità di trovare altre parole e frasi, idee inedite, nello scrigno del linguaggio internazionale e soprattutto italiano. La constatazione mi ha suggerito di non emulare con altre considerazioni quanti hanno onorato la memoria di Sassoli ‘grande italiano’, perfetto esempio di sintesi esaustiva. La sollecitazione a riflettere comunque sul drammatico evento, che priva l’Europa di un leader senza uguali, è nata mentre seguivo con la doverosa attenzione il percorso del Tg1, testata che ha usufruito per molti anni della straordinaria professionalità di Sassoli. Alla neo direttrice Maggioni va dato atto di aver messo in campo il meglio della redazione per raccontare il giornalista, il politico e il ruolo di vertice della Comunità. Niente da dire, o meglio, solo un cenno moderatamente critico per la dimensione del tempo dedicato al drammatico, inaspettato evento: esattamente ventisei minuti dei trenta disponibili per l’intero telegiornale delle 20. L’idea del ‘troppo’ prova a farsi assolvere con la citazione di interventi eccessivamente parcellizzati per ingiustificato rispetto della par condicio, dichiarazioni di circostanza o davvero sentite di ciascun partito presente in Parlamento, in aggiunta all’elevato pensiero delle alte cariche istituzionali, di corrispondenti Rai, eccetera, eccetera. Ventisei minuti. In doloroso riserbo, come avrebbe voluto Sassoli, i suoi familiari, chiusi nel dolore, ma sicuramente grati a quanti hanno ricordato la nobile figura di marito e di padre.


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