BILL GATES / PARTE IN WYOMING IL “NUCLEARE” DEL FUTURO

Ai nastri di partenza il maxi progetto ideato da Bill Gates per realizzare una centrale nucleare di nuova generazione nel Wyoming, il principale stato minerario negli Usa.

A portalo avanti, in particolare, è una delle tante società che popolano l’arcipelago del miliardario filantropo, da anni impegnato sia sul fronte dei vaccini che su quello dei cambiamenti climatici. E per fronteggiare questi ultimi, ecco l’ultimo coniglio saltato fuori dal suo magico cilindro.

Si tratta di ‘TerraPower’, nata una quindicina d’anni fa, nel corso dei quali ha perfezionato il suo progetto sperimentale di energia nucleare. Dopo una lunga selezione, per la localizzazione è stata prescelta la città di Kemmerer (a 200 chilometri da Salt Lake City) che dunque ospiterà ‘Natrium’: questo il nome della ‘creatura’ atomica.

Annuncia, gonfiando il petto, il Ceo di TerraPower, Chris Leveque: “La nostra tecnologia innovativa contribuirà a garantire la produzione continua di elettricità affidabile e allo stesso tempo a trasformare il nostro sistema energetico e a creare nuovi posti di lavoro ben retribuiti nel Wyoming”. A quanto pare, infatti, verranno impegnati fino a 2 mila addetti durante i lavori di costruzione, mentre a regime, per gestire l’impianto, ne serviranno 250.

L’annuncio dello start per i lavori è stato dato lo scorso giugno dal fondatore di ‘Microsoft’, accompagnato da un pomposo codazzo di rappresentanti di ‘Rocky Mountain Power’, dell’esecutivo guidato da Joe Biden e dello Stato del Wyoming. In quell’occasione Super Bill ha preconizzato: “Natrium cambierà le regole del gioco per il futuro dell’industria energetica”, garantendo giuste dosi di sicurezza, come hanno puntualizzato i suoi esperti: “E’ importante sottolineare che Natrium non farà affidamento su fonti esterne di energia, pompe e attrezzature extra per aiutare l’impianto a riprendersi in caso di emergenze”, tanto per allontanare il tragico ricordo del disastro nucleare di Fukushima, esattamente undici anni fa.

Precisa Levesque: “Le elevate proprietà di trasferimento del calore del sodio consentiranno il raffreddamento ad aria di Natrium. Ciò consentirà di spegnere rapidamente l’impianto in caso di emergenza e l’assenza di generatori o pompe di emergenza farà risparmiare sui costi”.

Non pochi, però, storcono il naso e sono scettici.

Sostiene ad esempio Edwin Lyman, esperto di sicurezza per gli impianti ad energia nucleare: “L’uso del sodio liquido presenta molti problemi. E’ un materiale molto volatile che può facilmente prendere fuoco se esposto all’aria o all’acqua. Diverse nazioni, compresi gli Stati Uniti, hanno già sperimentato per decenni reattori veloci raffreddati al sodio. Ma solo la Russia ha messo in campo un simile reattore su larga scala per la produzione di energia. Onestamente – aggiunge – non capisco il motivo. Ci sono alcune persone che sono solo forti sostenitori e hanno in qualche modo vinto qui, convincendo Bill Gates che questa è una buona tecnologia da perseguire. Ma io e altri siamo di parere opposto”.

Quale sarà mai l’arcano?

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