STADIO A ROMA / PARNASI E VITEK ALL’ASSALTO DEL CAMPIDOGLIO

Ad un’ennesimo capitolo la sceneggiata del secolo, quella che vede al centro lo stadio della Roma a Tor di Valle.

Adesso la Eurnova del mattonaro Luca Parnasi e la CPI del palazzinaro   ceco Radovan Vitek hanno appena depositato due ricorsi al Tar del Lazio per chiedere l’annullamento della delibera con cui l’amministrazione capitolina guidata dalla sindaca Virginia Raggi, lo scorso 21 luglio, aveva in pratica bocciato il progetto per lo stadio della Roma a Tor di Valle, eliminando quella ‘utilità pubblica’ che era stata sempre sbandierata per portare avanti il progetto stesso.

Di ben differente importo il risarcimento che le due società chiedono. Appena 31 milioni di euro la prima, la bellezza di 234 milioni di euro la seconda, che fa capo al re praghese del mattone che aveva fatto irruzione sulla scena (o meglio nella sceneggiata) due anni fa, quando decise di rilevare i terreni della discordia. Perché quei terrenti passati allaEurnova, in realtà, erano stati pagati al proprietario, Gaetano Papalia, solo per una tranche. Motivo per cui, nei mesi seguenti, sono fioccati ricorsi su ricorsi, che hanno reso ancora più intricata la già intricatissima vicenda.

Luca Parnasi

Sulla quale, poi, aleggia un maxi processo davanti al tribunale di Roma ancora alle battute iniziali e che vede sul banco degli imputati – in diversi filoni – non solo il protagonista principale di tutta la story, ossia Parnasi, ma anche il milieu politico romano, uno tra tutti il presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito, ex 5 Stelle.

In tutto questo bailamme, la Roma Calcio non quali pesci ormai prendere. Ricevuto il testimone dallo statunitense James Pallotta, che non vedeva l’ora di liberarsi della patata sempre più bollente, i nuovi padroni, i connazionali Friedkin, dopo le prime fasi di tentennamento, hanno deciso di bocciare senza mezzi termini il progetto Tor di Valle, viste le troppe rogne giudiziarie in campo.

E lo stesso ha finito per fare il Campidoglio, dopo una serie di zig zag, colossali perdite di tempo e di denaro per allestire decine e decine di tavoli di consultazione, poi regolarmente finiti in flop. Alla fine, prima di togliere il disturbo, la Raggi ha affondato il colpo… di spugna sul progetto Tor di Valle.

Cosa che ha suscitato le prevedibili ire di Eurnova e CPI, che ora sommergono il Campidoglio di carte bollate e ricorsi.

Sorge spontaneo, a questo punto, l’interrogativo: cosa farà, adesso, il neo sindaco Roberto Gualtieri, che si ritrova a sua volta con la patata bollente tra le mani?

 

P.S. Nella bolgia di attori e interpreti degni d’un cinepanettone alla romana (perché non ci fa un pensierino Aurelio De Laurentiis?), c’è il rischio di dimenticarsi di un convitato di pietra, che prima o poi dirà la sua e verrà allo scoperto: si tratta di Unicredit, la banca che generosamente ha finanziato per anni l’Eurnova di Parnasi, un ammontare da oltre 600 milioni di euro.  Dopo tutto questo volteggiar di contenziosi legali, milioni che entrano e che escono, società che passano da uno all’altro, alla fine per Unicredit le cifre tornano o no? Perché tutti, come si suol dire, rischiano di fare i conti senza l’oste…

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