Camionista pistolero, due giovani vittime

Sono agli antipodi chi difende gli eccessi mortali del giustizialismo e chi condanna gli omicidi giustificati con l’alibi della difesa personale. Brutta faccenda, purtroppo senza vincitori e vinti. Lo scontro racconta il tragico ‘invito’ della destra a usare pistole e fucili per difendere la proprietà privata. E la solidarietà per chi uccide ladri e rapinatori in fuga, colpiti alle spalle, fa leva sull’illecita, assurda legittimità concessa ai giustizieri di vincere paura e rabbia uccidendo chi ne è responsabile. L’assoluzione ha un solo elemento possibile di condivisione. Se la vittima di furti e rapine è in pericolo di vita, sotto tiro di un’arma pronta a sparare, può, deve impedirlo con ogni mezzo. Altro è colpire alle spalle e uccidere i malviventi mentre scappano ed è successo più volte, con il placet della Lega e della destra, ma anche per la ‘clemenza’ di inquirenti e magistrati che derubricano il reato di omicidio volontario e guadagnano il consenso di familiari, amici, semplicemente di concittadini solidali con l’omicida.

Non è il peggio: due cugini, due bravi giovani incensurati (26/27 anni), disarmati, si trattengono in auto pacificamente, per fare una telefonata, dopo una serata trascorsa serenamente. Vincenzo Palumbo, 53 anni, camionista, proprietario di una villetta, dice di aver scambiato i due giovani per ladri e li uccide con colpi di pistola alla testa. L’incredibile resoconto di un noto quotidiano: “All’origine della tragedia ci sarebbe stato un fatale malinteso e l’inverosimile attenuante: “L’omicida aveva subito il furto di un’auto a settembre”. Al camionista, per ora, è contestato il reato di omicidio volontario. Le vittime? Ragazzi per bene, appassionati di musica e sport. Tullio Pagliaro aiutava il padre al mercato dei fiori, Giuseppe Fusella studiava scienze motorie. Quando il camionista ha chiamato i carabinieri ha dichiarato di aver sparato a due malviventi. Un terribile precedente: Luigi Sequino e Paolo Castaldi, assassinati nel quartiere napoletano di Pianura la sera del 10 agosto 2010. Come Tullio e Giuseppe, i due amici stavano chiacchierando in auto quando furono massacrati a colpi di arma da fuoco, scambiati per i guardaspalle di un camorrista che abitava nelle vicinanze. Sul caso di Ercolano, dove risiedevano i due giovani uccisi da camionista,  il giudizio del sindaco, da condividere: “Sento soprattutto rabbia. Adesso ci sono tre vite spezzate. Mi chiedo perché difendersi con le armi. Certo, così non si ottiene né giustizia, né più sicurezza, Mettiamo anche si fosse trattato di un furto, quel tipo di reazione avrebbe solo distrutto vite e seminato sofferenza”. In soccorso dell’omicida (nessuna sorpresa) il Tgcom24, testata vicina alla destra che si esprime così: “L’uomo, ascoltato in Procura, ha raccontato di essere rimasto traumatizzato da un’aggressione subita settimane fa in auto (era in compagnia della moglie e della figlia) e dal furto della stessa (che sarebbe però avvenuto in una zona diversa dalla villetta di residenza). Palumbo avrebbe riferito che nelle abitazioni della zona si sarebbero registrati diversi furti. L’ allarme criminalità lo avrebbe spinto ad armarsi e a sparare contro i due ragazzi”. Sta di fatto che nella zona dove abita il camionista non si sono verificati furti in abitazioni come ha raccontato.

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