Occhio, per occhio…

Leggenda e verità storiche comprovate raccontano le irragionevoli débacle subìte da grandi potenze e riconosciuti potenti del mondo. La fionda di Davide, letale per il gigante Gola è la più nota e fantasiosa metafora dei deboli che prevalgono sui forti. In natura è nota l’aggressività a volte letale di microrganismi che siano batteri o virus ai dispositivi di difesa degli esseri viventi. Senza allontanarsi troppo da eventi in parallelo con gli esempi citati a confermare l’apparente contraddizione, è utile ricordare il monumentale fallimento del gigante Usa, messo in fuga dai vietcong e di stretta attualità il precipitoso fuggi, fuggi da Kabul di militari e civili americani, di quanti con loro hanno collaborato per vent’anni. Il drammatico exodus di bambini separati dai genitori è stato purtroppo necessario, come il buio destino di quasi trecentomila afghani che con i ponti aerei consentiti è stato impossibile sottrarre alla vendetta deli integralisti. Dal tempo balordo dei trogloditi esiste purtroppo l’assurda soluzione del “…dente per dente” e la cronaca di questo si occupa. Compara l’indignazione per la strage dell’Isis con gli attentati all’aeroporto di KabuL, costata la vita anche a tredici marines alla rappresaglia dell’uccisione con un drone di un influente teorico del fondamentalismo islamico. Cosa c’è di terribilmente pericoloso in questo cruento dualismo? Una considerazione inconfutabile. A detta delle intelligence occidentali i fanatici dell’Isis non dovrebbero essere più di duemila, ma nonostante l’evidente sperequazione, lo strapotere militare dell’Occidente non è in grado di impedire attentati e stragi. La rabbiosa risposta degli Stati Uniti agli aerei kamikaze delle Torri Gemelle si è esaurita con la caccia a bin Laden, culminata con la sua uccisione. Ora che il gioco si fa sempre più duro, Biden promette di non dare tregua ai colpevoli della strage di Kabul, “non vuole che i responsabili vivano più sulla Terra”

ed è plausibile l’ipotesi di un nuovo micidiale ciclo di aggressioni terroristiche dell’Isis. Questo c’è nel futuro dello scontro teoricamente impari tra potenti del mondo e il ridotto, ma esplosivo manipolo di jiadisti. Di sicuro è da bandire il muro contro muro. Farebbe ripiombare i Paesi occidentali nell’orrore degli attentati. Consapevoli del pericolo, politici e osservatori occidentali con specifica competenza sul tema suggeriscono l’opportunità strategica di trattare con i Talebani, nella convinzione che solo loro possano decapitare definitivamente il bubbone dell’Isis. Quanti si oppongono e ritengono di rafforzare il piglio sovranista del ‘prima l’Italia’, sono per il rifiuto ‘patriottico’ dell’interlocuzione con i ‘perfidi talebani. Poco manca che promuovano l’intenzione di blindare il Paese con una muraglia eretta lungo gli ottomila chilometri delle nostre coste. Meno male, esiste anche e soprattutto l’Italia della solidarietà, immediatamente mobilitata per accogliere gli afghani atterrati a Roma, per dare loro un tetto e i comfort dell’accoglienza, in molti casi ospitalità, sicuramente l’affetto per la vita dei bambini separati da genitori, che per salvare la loro vita li hanno affidati alla nostra generosità.


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