La premessa è d’obbligo. Orde di neofascisti, malavitosi e violenti repressi, s’intrufolano nel marasma incontrollato delle tifoserie, ne diventano padroni, provocano risse e gareggiano nel turpe esercizio di insulti razzisti. Il fenomeno è prevalente in stadi del nord, in città che discriminano nel terzo millennio i meridionali, per idiozia preconcetta e in qualche caso, non sporadico, perché infastiditi dalle qualità in tutti i campi della gente del Sud. Non ne è esente neppure la tifoseria notoriamente fascista della Lazio e l’ennesima conferma è cronaca di questi giorni. Un calciatore di straordinarie doti, qual è l’albanese ormai italianizzato Hysaj, dopo aver regalato al Napoli anni di produttività calcistica ad alto livello, ha indotto la Lazio a ingaggiarlo per dare solidità al suo reparto difensivo. Hysaj, bravo terzino e persona irreprensibile, per essersi presentato cantando ‘Bella ciao’ è stato insultato sui social dai tifosi biancocelesti. Inserito nel collettivo allenato da Sarri, come fanno molti milioni di amanti della libertà in tutto il mondo, singolarmente o i gruppi sociali coesi, durante la cena di presentazione ai compagni ha intonato ‘Bella ciao’ (cantare una canzone del nuovo venuto è un rituale consolidato). Solo i nostalgici del Ventennio insultano come inno comunista un brano fortemente anti-fascista, un canto tradizionale italiano della Resistenza, in difesa dei valori della libertà e della lotta agli invasori. I compagni di squadra ha pubblicato il video di Hysaj e la feccia della tifoseria notoriamente di estrema destra della Lazio si è prodotta in un delirante campionario di insulti. I meno vietati dalla decenza: “Preferisco giocare in 10“. “Magari se spacca un crociato”. “A 5 anni de contratto anch’io divento comunista forte”. Per fortuna le risposte danno ragione a chi pensa a ‘Bella ciao’ come un canto di libertà: “Bella ciao antifascista, come è la Costituzione a cui ogni tanto vi appellate per i vostri porci comodi”. “La Lazio è la Lazio, la politica è la politica. Tenerle ben separate dovrebbe essere una regola aurea. E voi avete colto l’ennesima occasione per farci travolgere da una valanga di sterco”. “Ignoranti decelebrati”. “Quando si dice la Lazio è altro, appunto, la Lazio è altro. Non è fascista come voi. Topi de fogna”. “Quindi, o cambiate idea su cosa è il fascismo, oppure andate a tifare la Roma, creata dal vostro Mussolini. Fuori i fascisti dalla tifoseria!
“Una mattina / mi son svegliato / o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao…” Il calcio ha un giustificato, globale ascendente emotivo su qualche miliardo di appassionati, ma anche buchi neri, degenerazioni, intrusioni di mascalzoni a distanza siderale dallo spirito affratellante dello sport. Questa volta è toccato subirli a un bravo e corretto calciatore albanese, molte, troppe altre, a campioni che esaltano con la loro classe il livello qualitativo dei nostri campionati e solo perché è nero il colore della loro pelle. Giusta la condanna del cincischiare degli azzurri al momento di inginocchiarsi per dimostrare di schierarsi contro ogni discriminazione.