Anche Dante pro Zan

Il Gramellini televisivo di ‘Parole’ concludeva la serata, aperta dalla cultura di Roberto Vecchioni, coinvolge i suoi ospiti nel gioco delle tre opzioni ‘inferno, purgatorio, paradiso’, luoghi danteschi dove spedire persone e personaggi protagonisti dell’attualità. Il ‘serio divertissement’ si può adottare anche per raccontare fatti e misfatti dell’Italia in bilico tra la speranza di totale ritorno alla normalità e sterzate a destra, che impediscono di considerare compiuta la condizione di Paese ad alto livello di cultura democratica. Sono tanti, troppi i candidati all’inferno indicati dagli italiani per bene, ma scremato l’elenco, per il viaggio nel girone dei traditori si propone prepotentemente il livoroso Renzi, agente per nulla segreto di seriali provocazioni, di insidie antidemocratiche in forma di boicottaggio. Intanto da democristiano non pentito, Il Matteo toscano si è auto assolto del disastro che ha dimezzato il prestigio politico, il consenso popolare del Pd. Da quel momento ha operato in dispettosa sommersa solidarietà con la destra, ma anche con subdola astuzia, tipica dello scudo crociato. Di recente ha boicottato il governo Draghi che ingenuamente gli aveva riconosciuto residui di credibilità progressista e (peggio), ministeri, sottosegretariati, altri ruoli istituzionali.  Renzi e chi lo segue per mero interesse personale a non essere estromesso dal potere, hanno abbandonato progressivamente il lavorio mascherato di erosione del centrosinistra e ora sembra siano molto prossimi al fatidico ‘salto della quaglia’ nel mefitico alveo del centrodestra. Sono molti i segnali, il più recente e devastante è di stretta attualità. Punta al fallimento parlamentare della civilissima legge Zan, del fondamentale principio di tutela di ogni essere umano, qualunque sia l’orientamento politico, religioso, sessuale, il colore della pelle. In Senato, ‘Italia Viva’ imbocca il percorso a ostacoli scelto dalla destra per impedire che la legge si allinei ai Paesi più evoluti, che l’hanno promulgata, con la compagine retriva dei cardinali negazionisti. La regia di Renzi tende al default della Zan con emendamenti destrutturanti. L’obiettivo ora evidente mira a sfaldare la maggioranza di governo ed è la sua terza ‘vendetta’ per l’emarginazione subìta dopo il pasticciaccio del flop referendario  autoreferenziale.

Inferno, cos’altro per i doppiogiochisti che alla Camera votano ‘sì’ e al Senato e boicottano la Zan al Senato, presentando emendamenti irricevibili? L’incredibile ‘non sense’ dell’attacco diretto-indiretto alla legge contro l’omofobia e ogni altra discriminazione? Il precedente della proposta non presa in considerazione, di Ivan Scarfalotto, sottosegretario gay di Italia Viva. Commenta Monica Cirinnà, dem: “Ridicole le proposte renziane, cercano di prepararsi a future alleanze con il centrodestra”. Alessandra Maiorino, 5Stelle: “Le proposte di modifica di Italia Viva sono veri cavalli di Troia”. Ma Faraone, fedele suddito di Renzi: “Con la fiducia alla Camera la mettiamo in sicurezza, senza certezze sui numeri in aula del Senato e con i voti segreti l’affossiamo”.

Interpellati da una piattaforma telematica i portavoce delle vittime di ogni discriminazione e quanti sono solidali con loro hanno risposto al quesito “Renzi all’inferno?”, con il cento per cento di ‘sì’.

Riferisce un medium che Dante, dal luogo del suo riposo eterno, avrebbe  commentato l’evento con un significativo “condivido!”.

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