“Tasse a modo mio” (S.B.)

In questo giorno dell’Italia, che si esalta nel segno della Repubblica democratica, nata dall’antifascismo 75 anni fa, irrompe una straordinaria, auspicata notizia. A guidare il Paese gli israeliani hanno scelto il laburista Isaac Herzog e la iattura di Netanyahu premier sparirà dagli scenari di un mondo perennemente dilaniato per l’ostinata assenza di volontà nel riconoscere la legittima rivendicazione dello Stato palestinese.  La svolta per defenestrare il pluri indagato Netanyahu è a un passo dal realizzarsi con la nascita di un nuovo governo centrista. L’auspicio è che sia anche l’incipit per il rispetto di accordi internazionali, non attuati, con l’intento di scrivere la parola fine alla guerra in quella derelitta regione del mondo.

 

Manca solo l’avallo, perché si trasformi uno studio televisivo della Rai, del network teoricamente pubblico e garante di pluralismo, in ufficio notarile, che, celebrante il Vespa Bruno acchiappatutto, con palese, spregiudicata propensione per la destra, certifichi l’autorevolezza di un nuovo patto pre elettorale con gli italiani, firmato da più significativo esemplare del conflitto d’interessi, ovvero del ripristinato in salute Berlusconi Silvio. Fatima, Lourdes, Medjugorie, Loreto? Uno di questi luoghi dei miracoli (per chi ci crede) ha operato il prodigio di tirar via il fu cavaliere dal letto del San Raffaele, dalle cure amorevoli raccontate dall’amico Zangrillo, dalla prossimità al default-salute evocato dallo staff di legali che hanno tentato di sua ottenere un nuovo rinvio del processo Ruby per consentire a ‘Silvio meno male che c’è’, il decorso di terapie psicologiche, psichiatriche, neurologiche prescritte per rimettere in sesto il decotto capintesta della deperita Forza Italia. Fatto sta che il malatissimo Berlusca, un attimo dopo il ‘no’ del tribunale di Milano alla richiesta di rinvio del Ruby ter, è miracolosamente tornato in forma, certificata anche dal socio politico Salvini (“l’ho incontrato, sta bene!”). Silvio ha dato fondo alla sua ben nota e sfrenata  fantasia, a fumose promesse, che non azzarderebbero neppure i marinai di lungo corso, avvezzi a spararne di grosse: in un impeto patriottico di amorosi sensi per i poveri italiani tartassati dal fisco, ha messo giù un programmino ispirato a Minerva (dea della saggezza, dell’ingegno) per quanto è  avvincente miraggio: “Tasse con questi scaglioni: fino a 12 mila euro di reddito niente tasse, dai 12 mila euro ai 25 mila euro 15%, dai 25 mila euro ai 65 mila euro 23%, dai 65 mila euro in su: 33%”. Dicono che nella redazione di ‘Porta a Porta’ tutto è pronto per la firma di Berlusconi al patto, rogitato dal notaio Vespa. È un impegno quasi pari alla promessa “Con me al governo un milione di posti in più!”, proclamato anni fa ospite anche allora della rubrica vespiana. L’attesa per l’annuncio si fa di ora in ora spasmodico e cresce l’ansia per verificare televisivamente la gagliarda tempra del fondatore di Forza Italia, nonostante le fragili fondamenta, quasi ridotte a macerie, dell’edificio-partito. Per ora c’è da fidarsi del comico Banfi, ospite del destrofilo Giletti: “Siamo amici da 40anni. L’ho sentito al telefono, Silvio sta bene!”. Sì, bene, tanto da consegnare all’Italia un altro ‘paccotto’ di promesse al vento.

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