Solo cinque mesi per Fergus. Lacrime regali

Tutto il bene possibile e di più, nell’esternazione pronunciata da perdutamente innamorati dei cuccioli di alani, mastini o barboncini, di benemeriti san Bernardo; amorevoli commenti sul bello di  aneddoti sulle imprese di cani eroi, affettuosità di normali creature da compagnia: tutto il bene possibile per i ‘bobby’, se vegliano per giorni e giorni il padrone defunto, o se portano in salvo un bambino che sta per affogare, se diventano la vista che manca ai ciechi, o scavano le macerie del terremoto e trovano superstiti. Tutto questo sapere riempie spesso la solitudine di chi ha perso il compagno di una vita.

Esaurito il preambolo sulle virtù degli amici dell’uomo, il pensiero cambia umore, intristisce e investito di commozione per struggenti messaggi diffusi dai media si ritrova con le guance rigate da lacrime, ma che dico, da lacrimoni. Lo so, in tanti deprecano l’ostentazione di un dolore non condiviso universalmente, ma se ne facciano una ragione: piangere non è neppure l’esito più commovente della notizia di una dipartita che ha espugnato lao spessa protezione e ha fatto soffrire Sua Maestà la regina Elisabetta II d’Inghilterra, già duramente provata dall’addio alla vita del nobile consorte, de bel Filippo. Insomma, detto così, alla buona, il tragico addio alla vita di Fergus, felice incrocio di un bassotto con un corgi, amatissimo trastullo a quattro zampe, suscita diffusa pietas per la reazione commossa della centenaria ‘padroncina’ e non meno il cordoglio globale dei milioni di soggetti che idolatrano fasto, tradizioni e riverenza del pianeta monarchico, nonché di uomini, donne, bambini, che amano imicroscopici chiwawa. gli imponenti rottghwiler, cani che purtroppo non sono immortali prima o poi destinati a riposare in speciali cimiteri, pianti a dirotto da chi ci ha convissuto per anni. Sky, Lifestyle, Elle, it.finance.yahoo, hamenling e altri rispondono a una fugace occhiata alle news on line, ai titoli sulla morte di Fergus, prematura e intempestiva, avvenuta a soli cinque mesi di vita, fine che gli ha impedito di ricevere la medaglia-onorificenza del Regno (ammesso che esista), quale premio per aver consolato la regale solitudine di Elisabetta che ha scritto sulla tomba ‘Al mio amato compagno di quarantena’.  Il grandioso e sterminato stormo di galassie del media system, illuminate da decine di testate (su carta o web, on line) ha ceduto all’opportunità di mettere in parallelo la morte di Fergus e la pandemia Covid, il cruento belligerare Israele-Palestina, le incertezze dell’umanità sul futuro post coronavirus; ha moltiplicato uomini e mezzi impegnati nel racconto della sciagura di Fergus. Troppo, poco? Forse è la conseguenza di sconcertanti priorità che i media concedono ossessivamente a principi e consorti, duchi, damigelle di corte, tesori del re, magagne del jet set monarchico[S1] , perfino dei suoi cani? Dispiace il dispiacereregale di Elisabetta, sconcerta la potenza del flusso di luci della ribalta che illuminano il suo tenero rapporto con il povero Fergus.

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