VENEZUELA / GLI STATI UNITI PREPARANO “L’ATTACCO”

Più forti che mai, sotto la fresca presidenza di Joe Biden, le indebite pressioni degli Stati Uniti su svariate nazioni, per ri-assicurarsi il controllo su scala internazionale, dopo che Donald Trump stava mollando la presa.

E’ il caso, ad esempio, del Venezuela, un paese pesantemente colpito dalle sanzioni economiche decretate dagli Usa, come succede con la Siria. Metodi criminali per colpire tutti i cittadini e soprattutto i più deboli.

E’ di qualche giorno fa la cordiale telefonata fatta dal neo Segretario di Stato, Antony Blinken, al pupazzo Juan Guaidò, il presidente dell’Assemblea parlamentare che gli stessi americani aveva cercato di condurre al potere due anni fa con un mezzo colpo di stato, abortito.

Blinken ha rassicurato l’amico: la nuova amministrazione a stelle e strisce sostiene la continua pressione multilaterale sul governo Maduro fino a quando non cambierà il regime in Venezuela.

Ed infatti da quel Paese arrivano segnali non poco preoccupanti. Il legittimo governo Maduro, infatti, sente puzza di bruciato e capisce che gli americani stanno intensificando le ‘operazioni’. Per questo, intende allestire una più forte rete di protezione finalizzata a ‘parare’ quegli attacchi.

Nel corso del 2020, ad esempio, le strategiche raffinerie di petrolio venezuelane sono state oggetto di numerosi sabotaggi ed in particolare di sofisticati attacchi informatici.

A maggio del 2020 l’esercito ha sventato un attacco navale di mercenari appoggiati dagli Usa che stavano cercando di entrare in Venezuela attraverso la Colombia: a quanto pare l’obiettivo era molto ambizioso, addirittura rapire Maduro. Due mercenari arrestati sono poi risultati alle dipendenze di una società privata statunitense di ‘security’.

Il governo, quindi, sta rafforzando tutte le misure per la sicurezza dei suoi impianti, non solo quelli petroliferi, appunto, ma anche le centrali elettriche e tutte le infrastrutture strategiche.

Sul fronte petrolifero, in particolare, sono stati siglati accordi di cooperazione con l’Iran, per dar vita ad un fronte contro il nemico comune, rappresentato, of course, dagli Stati Uniti nella nuova versione ultraggressiva bideniana.

E proprio dall’Iran arrivano i droni Mohajer-6, fondamentali per svolgere un’azione di sorveglianza e monitoraggio del territorio, e per segnalare i pericoli di aggressioni.

In questo ribollente contesto, assume una particolare valenza l’esercitazione del 4 marzo denominata “Lo Scudo Bolivariano 2020”, in occasione della commemorazione dell’ex presidente Ugo Chavez. Finalizzata a mostrare le capacità di difesa dell’esercito venezuelano, ha visto la partecipazione di ben 600 mila soldati.


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