ELON MUSK / ECCO IL MIND PONG PER LE SCIMMIETTE

Chip nel cervello ora di scimmie e maiali, poi degli uomini.

Per curare una serie di patologie e caso mai guidare i nostri cervelli.

L’ultima impresa del sempre più vulcanico Elon Musk. Che ormai non si accontenta più della sua Tesla super elettrica e dei prossimi viaggi su Marte, ma ogni giorno ne tira fuori una dal cilindro.

Sono freschissimi gli esperimenti condotti dalla sua Neuralink – una startup dedicata all’interfaccia cervello-computer – su una maialina di nome Gertrude, nel cui cervello è stato impiantato per due mesi un chip dalle dimensioni di una moneta.

Nel corso di una fantasmagorica presentazione, infatti, a farla da protagonista è stata Gertrude, che ha cominciato a mangiare seduta su uno sgabello e ad annusare la paglia. Una creatura “sana, felice e indistinguibile da un maiale normale”, ha descritto

il Profeta Musk, fornendo dettagli sul chip di 23 millimetri (0,9 pollici) di diametro, come “un Fitbit nel tuo cranio con piccoli fili”.

“Potrei avere un Neuralink in questo momento e voi non lo sapreste”: proprio come quei mini Amplifon che ogni giorno invadono gli schermi tivvù.

Mesi fa era stata la volta di una scimmietta, sempre dotata del magico chip. Ebbene, gonfiando il petto Mago Musk ha mostrato le sue performance, mentre la scimmietta si dilettava tranquillamente con i videogiochi tramite impulsi cerebrali. “Non puoi vedere dove si trova l’impianto – il commento del Vate – ed è una scimmia felice”.

Non basta. Da novello Nando Orfei ha aggiunto: “Abbiamo le strutture per le scimmie più belle del mondo. Vogliamo che giochino a Mind-Pong l’una con l’altra”. Avete capito? Mind-Pong.

E non siamo su “Scherzi a parte”…

Con sede nella Bay Area di San Francisco, freschi fondi per 160 milioni di dollari (dei quali una metà versati dallo stesso scienziato-filantropo), Neuralink – secondo i suoi promotori – mira ad impiantare interfacce wireless cervello-computer che includono migliaia di elettrodi nell’organo umano più complesso, con il fine di aiutare a curare condizioni neurologiche come l’Alzheimer, la demenza, nonché la colonna vertebrale e perfino le lesioni al cordone ombelicale.

Manca solo un Lazzaro da rimettere in moto.

Ma lui – il Vate – non fa una piega. “Un dispositivo impiantabile può effettivamente risolvere questi problemi e curare non pochi disturbi come la perdita di memoria, dell’udito, la depressione e l’insonnia”.

Santo subito.

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