Non basta un raggio di sole

L’amico sole affida a un suo penetrante raggio il compito di bucare il color piombo dei cieli invernali, piovosi, nevosi, paradossalmente rigidi per responsabilità del riscaldamento climatico e regala all’umanità il decisivo contributo di senatori Usa repubblicani alle aspettative dei democratici di tutto il mondo, in attesa del via libera alla procedura di impeachment dell’impresentabile tycoon, di Trump, che ha rappresentato la faccia inguardabile dell’America. C’è l’ok, alleluia.

L’esordio mediatico di questo febbraio, come un ‘uppercut’ da ko al mento, attenua parzialmente il disgusto per la farsa che va mettendo in scena Salvini, lo stesso Salvini, che in un Paese ‘normale’, potrebbe al più raccogliere pomodori come lavoratore stagionale.

Dal libro dei perché: perché il razzista, sovranista, anti europeo ‘carrocciaro’, ha dismesso la maschera del ce-l’ho-duro e l’ha barattata con il simulacro del bravo italiano? Perché la ‘borgatara’ erede di Almirante rinuncia alla fase conviviale della partitocrazia, alla speranza di intascare quote più o meno cospicue dei miliardi Ue?

Ha un che di logico cinismo l’imitazione di Salvini del celebre trasformista Fregoli. Racconta che perde il pelo (non il vizio di ‘ducetto’) per dialogare in posizione prona con Draghi. Chi gli sta attorno compensa la sua grossolana tracotanza, gli sottopone il tema dei malumori che la base leghista di imprenditori ‘amici’ manifesta contro l’ipotesi di opposizione al tentativo del ‘professore’, il conseguente pericolo di star fuori dalla gestione del recovery plan. La possibile contestazione di eventuali integralisti? La tesi è che la compenserebbe acquisendo quote di ‘moderati’. Inoltre, il ‘tutti insieme appassionatamente’ della mega coalizione capeggiata da Draghi indurrebbe i ‘nemici’ a benevolenza, a un salvifico glissare sui misfatti della Lega e suoi personali, con una sorta di condono ‘politico’.

E lei, la portacolori del neofascismo, la biondina che dicono usi solo la mano destra per coerenza con l’ideologia dell’‘eia, eia, alalà’, perché recita il ruolo di unica sponda per i nostalgici del ‘Ventennio’ e la destra nazifascista di Casa Pound, Forza Nuova e affini? L’aggressiva comiziante, con il ‘no’ a Draghi, conta di proseguire nella scrittura del copione, con lei protagonista, che prevede l’alto gradimento di tanti leghisti e forza italioti delusi dalla conversione ‘democratica’ del ‘Carroccio’ e del berlusconismo, al punto di crescere percentualmente e di sorpassare Salvini.

Chi se la ride, in autocompiacimento, è Renzi ‘Pierino la peste’, il rottamatore divenuto sdoganatore di Salvini, lieto per il procede del copia-incolla dell’ideologia democristiana adattata ai tempi in corso e prefigura una riedizione dell’era da prima repubblica, del ‘potere che logora chi non ce l’ha’.

Il raggio di sole che ha bucato la coltre di nuvole minacciose in questo esordio di febbraio, per allietarci con le news sull’impeachment di  Trump, non illumina gli scenari della politica di casa nostra: dato per certo che la soluzione Draghi non aveva alternative, piove a dirotto sulla resa di quel che resta della sinistra, sulle complicità dello sdoganamento del salvinismo e regala immeritata riabilitazione a personaggi da aule giudiziarie, quali sono il fondatore di Forza Italia e il rampollo post Bossi.


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